Victoria
La sera stessa si sarebbe tenuta una cena con la famiglia intera, cosa decisa da Ada.
La sera precedente, nonché la prima passata in questa casa, avevamo mangiato da soli, ognuno per conto suo.
Dopo scuola sarei andata al supermercato per prendere alcune cose, sotto richiesta di mio padre.
Volevo rifiutare ma qualcosa mi indusse a non farlo; in primis per non dare ad Ada e a Sarah l'impressione di una mocciosa, poi perché ne avevo stranamente voglia.
«Siamo arrivati» mi avvertì Cole mentre restai a guardare fuori dal finestrino.
Lui allungò il braccio verso lo sportello dalla mia parte per aprirlo e farmi andare a scuola, quella mattina non ne avevo proprio voglia e fu la prima cosa che Cole notò.
«Victoria, ti vuoi muovere cazzo? Avrei degli impegni pure io».
«Che arrogante che sei» dissi chiudendo controvoglia lo sportello dell'Audi.
Mi incamminai verso l'entrata, andai nel retro della scuola dove ogni mattina si trovavano tutti gli studenti per mettersi a sedere nei tavolini del bar.
«Victoriaa, sono qui» non vedevo Grace da nessuna parte fino a che mi toccò la spalla, facendomi sussultare.
«Stavo pensando che stasera potresti venire alla festa del mio ragazzo, così ti faccio conoscere un pò di gente, saranno presenti alcuni miei amici e sono davvero simpatici. Ti va?»
«Mh, non so. Non sono una tipa da feste».
Inclinò la testa supplicandomi di andare e mentre mi parlava a riguardo stavamo avanzando sempre di più, fino a trovarmi davanti, a poca distanza, il gruppetto di Thomas.
Ci tiravamo continuamente occhiate, lui fumava la sua sigaretta e socchiudeva le palpebre per il fumo che gli si depositava davanti. Io non facevo niente di che, anzi in realtà dovevo ascoltare la mia amica,
«..Allora vieni?» mi richiese.
«Va bene» accettai, non sapendo il perché. Avevo cambiato idea da un momento all'altro.
Dovevo conoscere i nuovi locali di quel posto e sopratutto dovevo fare conoscenze, non potevo rimanere con solo un'amica.
Con Chanel eravamo solo noi due, ma questo era una nuova esperienza che segnava un nuovo inizio, volevo espandere le mie conoscenze ed avere tanti amici.
Entrai a scuola e lasciai perdere le occhiate con Thomas.
Quando io e Grace ci mettemmo a sedere accanto mi chiese subito chi guardavo pochi minuti prima, si era accorta chi stavo guardando.
«Nessuno» risposi.
Mi fissò aspettando che diedi la risposta corretta,
«Te, cara mia, stavi guardando i madbad», diede la risposta al mio posto
«I madche?!» Ripetei dubbiosa.
«Si chiamano così, » Che nome di merda, sul serio si chiamavano così?
«sono i quattro ragazzi più popolari della scuola. Sono dei veri stronzi, pensano tutti a come scoparsi le tipe. Dopo le mollano insultandole.
Tra l'altro ci rientra Tobias, il ragazzo di Rosalie.»
«Gli altri come si chiamano, invece?». gli domandai curiosa.
«Caleb, Jackson e Austin. Jackson è il più stronzo. Invec-»
«Non c'è nessuno all'interno di quel gruppo che si chiama Thomas?» Chiesi interrompendola.
«Ehm..no?» rispose strana.
Forse quel Thomas che dicevo io si chiamava proprio Tobias e in effetti lo avevo già sentito quel nome, solo non ricordavo da chi..
Risposi con un semplice 'okay' e subito dopo la lezione iniziò.Le lezioni finissero, e io come promesso dovetti andare a fare la spesa.
Mi ci lasciò Grace che era di passaggio.
Presi tutte le cose scritte nella lista e pagai con la carta di mio padre, non potevo pagarle da sola.
Quando feci rientro a casa trovai mio padre con le braccia incrociate appoggiato in cucina.
Lo guardai strana, perché mi stava aspettando?
«Che vuoi?" Gli chiesi arrogante.
«Hai speso ventisette dollari di porcate con la mia carta, ventisette!»
«Ma che cazzo vuoi?! Non ci sei mai stato, non ci hai mai pagato nulla e se adesso compro delle schifezze perché mi deve arrivare il ciclo fai storie? Stai scherzando??»
Avevo una rabbia terribile addosso, non potevo sfogarla spaccando qualcosa ma ne approfittai per prendere le mie "schifezze" e mangiarle con Sarah guardando Netflix.
«Non provare a mangiarle ora, tra poco si cena!!» mi urlò.
Mi bloccai, voltandomi e guardandolo dritto negli occhi.
«Ascolta, non hai un cazzo di ruolo nella mia vita. Non darmi ordini o avvertimenti perché me ne pulisco il culo! Dove eri tutto questo tempo, eh? Solo perché adesso vivo in questa villa, con la tua insopportabile presenza, è solo perché lo devo a mamma!» urlai con tutta la rabbia che proveniva da dentro.
Rimase zitto, impassibile. Si mise dell'acqua ghiacciata in un bicchiere e fece finta di nulla, anche se si vedeva che ci fosse rimasto male, perché sapeva che avevo ragione; ma non lo avrebbe mai ammesso. A qualunque modo non me ne facevo niente delle sue facce prese a male.
Salii in camera e come detto in precedenza mi mangiai tutte le schifezze con Sarah guardando The Vampire Diares, la mia serie preferita.
Dopo mi sentii letteralmente scoppiare, ero pienissima da tutte quelle porcherie che avevo preso, ma sia io che Sarah ne avevamo bisogno; doveva arrivarci il ciclo ad entrambe.
«Adesso chi lo sente a John?» disse Sarah in modo divertente.
La capivo perfettamente, aveva ragione; chi lo avrebbe sentito a cena?
Alla fine avevamo sbagliato. Non del tutto ma avevamo sbagliato.L'orario per prepararsi alla cena si avvicinò velocemente, Ada desiderava che si fosse tutti vestiti bene. Beh, io solitamente cenavo sul divano e in pigiama. A volte con e a volte senza mamma. I cambiamenti si vedevano parecchio. Era una famiglia molto esigente, sembrava una come quella della regina, anche da questo volere che tutti fossero vestiti a bene a cena..boh. Chi li capiva, perché c'era bisogno di essere vestiti eleganti per una cena in casa, in "famiglia"?
Per lo più loro erano vestiti da ricchi, con vestiti di marche addosso, mentre io e Cole no.
Qualche vestito firmato lo si aveva, ma avendo davanti dei soggetti con vestiti delle marche più famose del mondo ci trovavamo in imbarazzo. Magari si sarebbero messi a ridere, o anzi peggio, magari si mettevano a fissarci come se fossimo vomito a terra.
In qualunque caso mi misi un mio solito outfit che mai mi veniva a noia e che era tutte le volte più bello:
Maglietta nera leggermente scollata, jeans di un blu né troppo scuro né troppo chiaro e gli stivali alti fino al ginocchio in velluto. Adoravo quell'outfit e me ne innamoravo sempre di più.
Accompagnai l'outfit da una collana d'oro e al polso destro dei bracciali.
Mi truccai velocemente ma non troppo, ero una ragazza acqua e sapone per certi casi, come parevo una modella per certe occasioni. Insomma, la situazione dipendeva da quest'ultime.
Scesi in cucina per aiutare Sarah e Ada, il loro rapporto non era così invidiabile.
Si parlavano poco, piuttosto litigavano spesso.
Scendendo le scale attirai lo sguardo delle due su di me, mi fissavano come se fossero impietrite, ammaliate da qualcosa che avevo addosso.
«Come...come sei bella» mi sussurrò Sarah a ormai poca distanza.
Ada, invece sorrise innamorata. Non capivo ancora il suo atteggiamento, Cole mi disse che fosse antipatica, ma a me risultava tutt'altro.
La ringraziai, dopodiché presi i bicchieri, le posate ed i piatti per metterli in tavola.
«Dov'è la signora governante?» domandai non vedendola in giro.
Forse dalla mia domanda sembrò che non avevo voglia di apparecchiare, non era affatto così, mi faceva piacere dare una mano.
«Oh, la signora Even è in ferie; le abbiamo dato un paio giorni per farla riposare. Deve aver accumulato tanta stanchezza, ultimamente...» mi rispose Ada mentre preparava alcune delizie.
Da quel che vedevo stava facendo dei crostini con philadelphia e salmone, i miei preferiti in assoluto.
Questo però, risultava un'ulteriore conferma che c'era qualcosa di strano. Stavano azzeccando tutte le mie cose preferite. Come era possibile? Era stato mio padre anche in questo?
Chissà, chissà come aveva fatto ad azzeccare pure il mio colore preferito e il mio profumo preferito se per quegli anni non ci vedemmo e sentimmo neanche una sola volta.
Qualcosa mi faceva dubitare che potesse essere mia madre e, se così fosse, si era scordata di dire a John che oltre alla rosa, il mio profumo preferito era anche quello di vaniglia.
Chanel me lo diceva sempre, mi diceva sempre che sapevo di vaniglia e di rose. Adorava quel odore su di me, ogni volta mi annusava come un cane che sentiva l'odore di un altro. Impressionante..
Mi mancava tanto la mia amica che valutai l'idea di chiamarla più tardi.
Nel frattempo era giunto anche Cole al piano di sotto. Era stupendo il mio fratellone; era rivestito con una camicetta blu, con qualche bottone slacciato per mostrare il suo corpo palestrato e dei jeans di un blu scuro che gli risaltavano le gambe toniche e muscolose.
Sarah si girò a malapena a guardarlo, era fermata da qualcosa; tanto che le rattristò il viso.
Dissi a Cole con le labbra di venire un attimo in disparte per parlare.
«Cosa c'è che non va in Sarah?» gli chiesi di botto, direttamente.
«Che ne dovrei sapere io?!» mi rispose con una certa arroganza che tutto si fece più chiaro, stava solo dando la conferma alla mia domanda.
Per quello lo guardai inarcando le sopracciglia con le braccia incrociate, aspettando una sua risposta a riguardo.
Fece un sospirone con anche lui le braccia incrociate, poi venne al dunque:
«Le..le ho detto di cercare di evitarmi il più possibile, perché tu eri gelosa di lei e io voglio rassicurarti sull'idea che amo solo te, amo guardare solo ed esclusivamente la mia sorellina, la mia tata» me lo disse con e dolcezza che non sapevo da dove provenisse, e visto che non ero pronta ad accoglierla riflettei su quel che mi aveva detto, sul fatto che io ero gelosa di Sarah.
«C-cosa?? Tu le hai detto che ero gelosa di lei? Ma sei un pazzo?!!» esclamai. Una delle tante cose che non sopportavo era quando dicevano parole mai messe in bocca.
O meglio, in questo caso non le avevo messe del tutto..un po' si ma insomma.
Se le avesse detto veramente così sarei risultata gelosa in senso negativo, non volevo fosse accaduto, avevo anche l'impressione che così fosse, altrimenti avrebbe messo il broncio e non sarebbe stata con me oggi, me ne avrebbe parlato.
«È possibile che una volta nella mia vita che faccio qualcosa di carino tu non ne apprezzi l'occasione? Non ne va bene una, Victoria. E stai tranquilla, non le ho detto proprio così, gliel'ho fatto capire.» disse dandomi le spalle e indirizzandosi ad aprire la porta dopo il suono del campanello.
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ricordami di scordarti
Historia CortaIl preside della San Thrope School permise a Victoria di passare dalla succursale alla sede principale per motivi di trasloco. Infatti, la madre di Victoria, la spinge a far tornare un legame tra lei e il padre. Victoria, però, sembra volere tutt'al...