Capitolo 12

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Victoria

Cole non si rivide dopo il suono del campanello, vidi a stento la sua immagine con un'altra andando verso la piscina. Non seppi decifrare quest'ultima ma poco mi importava..
Mio padre, con tutta la sua elegante bellezza, scese dalle scale facendo voltare subito Ada.
Era un uomo bello si, forse bellissimo. Ma a parte l'estetica che aveva? Che aveva per meritarsi lei accanto? Che aveva dentro da poter regalare? Pensai nulla.. non aveva nulla.
Non capivo cosa ci facesse ancora Ada insieme a lui, lei era di un altro livello e non era fatta minimamente per un uomo come mio padre.
Restai ancor più convinta dell'idea che lei lo volesse solo per soldi, anche se non ne dava la certezza dall'apparenza. Ero io che sentivo quell'impressione dentro di me; ma ci stava che mi sbagliassi, magari conoscendola lo avrei scoperto.
A volte pensai anche alle sue parole, quelle riguardo al fatto che fosse cambiato. Speravo lo fosse davvero, ma non ci credevo fino a che non me lo avesse dimostrato; magari Ada me lo disse solo perché era la sua compagna e voleva il meglio per lui, ma non per me.
«Ciao» mi disse mio padre sistemandosi la manica della giacca. Ricambiai con aria differente, poi voltai le spalle e andai a fregare una patatina dalla ciotola in tavola; a raggiungermi fu Sarah che notò l'interesse perso nei dialoghi con mio padre, ancora non era al corrente della situazione,
«Che cosa è successo con tuo padre?»
«Mentre lui se ne stava qui, in questa villa da sogni, aveva lasciato me e mia mamma da sole; senza neanche cinque miseri euro. Ha tradito mia mamma e non so come ma ci parla ancora.» risposi.
Tutto ciò che avevo detto era più che vero, ma intervenne John per dare torto alle mie parole:
«Io non ho tradito tua madre, finiscila di dire scemenze, Victoria.»
Persi il conto di quante cazzate diceva in tutto quel tempo. Adesso mi contraddiva, facendomi credere che ciò che avevo detto e visto con i miei stessi occhi non fosse vero.
«Ah si? E allora perché è successo tutto questo casino? Perché sei scappato non lasciandoci nemmeno un euro? Dammi una motivazione valida, perché sono stufa di sentire le tue scuse poco utili!»
Allo spettacolo giunse pure Ada, che alternava lo sguardo da me a John.
«Perché è stata tua madre a tradirmi!».

Che cazzo stava dicendo?
La rabbia salì fino al mio sistema nervoso, era così potente da voler spaccare qualcosa e nonostante ci fosse mio padre davanti, non me ne fregava nulla, sarei scoppiata entro poco.
Mi avvicinai a quell'essere lurido, guardandolo con furia negli occhi; Stava per salirmi il vomito.
«Che cazzo hai detto?» non mi riconobbi più, ogni volta che perdevo il controllo non mi si riconosceva, nemmeno io riuscivo a farlo. Avevo una faccia che nemmeno a vederla si poteva descrivere;
Di solito c'era Cole a fermarmi, ma in quel momento non ci fu. Il mio sguardo divenne offuscato, presi un bicchiere di cristallo e lo scagliai contro il muro, mio padre socchiuse le labbra, sapeva perfettamente cosa stava succedendo.
Ne ruppi un altro, e un altro ancora e...un altro ancora. Non me ne pentii, nemmeno a vedere la faccia di Ada scandalizzata, quanto quella di Sarah.
«Che c'è "papà" ? Ti vergogni per il mio piccolo sclero di rabbia come mi dicevi da piccola? O sei imbarazzato perché sai anche te che non è stata la mamma a tradirti, ma piuttosto lo feci te scopandoti quella bionda sul tuo letto?» sputai quelle sincere parole, con tutta la rabbia ma che ancora non avevo finito di fare uscire. Urlai. Urlai più che potei, neanche a un concerto avevo urlato così tanto.
Ma mi irrigidì quando sentii la portafinestra che portava alla piscina aprirsi.
Mi girai con furia per vedere se era presente Cole, lui c'era; con un'espressione a dir poco sbigottita..ma il vero punto è che mi immobilizzai quando vidi la figura di Tobias, cosa ci faceva lui lì, e soprattutto proprio nel momento in cui ho mostrato il mio lato peggiore?
Aveva anche lui una faccia del tutto sopresa, sia a vedere la mia presenza sia a vedere la scenata che misi in atto. Restai aggrappata ai suoi occhi, Ada nel mentre stava raccogliendo con scopa e paletta tutti i frantumi di vetro causati dalla mia perdita del controllo.
Mi dispiaceva solo aver dato quella immagine di me alla nuova famiglia, volevo tenere nascosto quel lato, volevo che nessuno lo scoprisse mai. Infatti, pochi giorni prima della mia partenza, i miei pensieri erano invasi dalle paure di mostrare proprio quegli attacchi a delle nuove persone con cui sarei stata per più di sei mesi; ma la consapevolezza c'era, cera la consapevolezza del lato che avrei sicuramente mostrato per avere in casa mio padre. C'era eccome. Sapevo che sarebbe arrivato quel momento. Speravo solo non così presto..
Mi resi conto della situazione che avevo creato; era precipitato un silenzio profondo, sentivo solo il mio battito accelerare sempre di più, così, presa dal momento, corsi di fretta su in camera mentre Cole cercava di fermarmi.
«Victoria!» urlava. Lo urlava in continuazione, il mio nome.
Quando arrivai in camera mi chiusi a chiave così in fretta che non potè giungere alla mia posizione.
«Victoria apri, per favore. Non ti fidi neanche di me, adesso?»

Non diedi mai risposta alle continue richieste di Cole, l'unica cosa che feci fu rimanere in silenzio, a pensare. A pensare..

«Mamma? Mamma?» chiamo con quella vocina da bimba innocente.
«Mamma non c'è, fila in camera prima che tu mi faccia arrabbiare con i tuoi piccoli scleri avvenuti poco fa.»
«No!»
«Fila in camera, ho detto!!!" Ha urlato così forte che il mio corpo non regge..

*Toc, toc*
Bussarono alla porta.
«Cole hai rotto il cazzo, vai via» ormai sapevo già che fosse Cole a picchiettare le sue nocche sulla mia porta, invece quella volta fu..
«Sono io, Ada. Che ne dici se parliamo un po' insieme?» stava seriamente venendo a parlarmi dopo avermi detto che mio padre era cambiato? Si vedeva com'era cambiato.. dando della puttana a mia mamma.
Aprii la porta e me ne tonai rannicchiata sul letto, sotto le coperte.
Ada si sedette a poca distanza.
«Io..sono scioccata per la cosa che ha commesso tuo padre. Non..non sapevo potesse dire una cosa del genere.»
Brava, ci era arrivata. Stava conoscendo mio padre, finalmente; l'unica cosa positiva del mio arrivo quì, avrebbe capito che persona era.
Stetti zitta, aspettando qualcos'altro fuoriuscire dalla sua bocca.
«So che i tuoi attacchi d'ira sono incontrollabili ma..» cercò di dire.
«Un ma? Cazzo, non esiste un ma, non esiste minimamente!» gli esclamai.
«Hai ragione, scusa. Non so come muovermi in questi momenti, sono molto difficili..»

Rimanemmo in silenzio per due cinque buoni, poi riprovò a formulare un discorso.
«Ora che ti sei calmata ti dico questa cosa; Non avresti dovuto sputare quella rabbia per una sola affermazione»
Ma che cazzo stava dicendo? Adesso ci si metteva pure lei? Non ci volevo credere, era come se fosse un incubo e anche un solo sclero in più avrei preso il primo volo per non tornare più in questa casa.
«Adesso ti sembrerò una stronza ma..io e tua madre ci conoscevamo. Quella sera era venuta da me in lacrime. Non l'avevo mai vista piangere in tale maniera. Le chiesi cosa fosse successo.
Lei mi confessò tutto, mi disse che aveva baciato un suo vecchio amico per cui stava avendo una cotta passeggera.. io per tutto quel tempo amavo tuo padre, ma lo tenni lontano perché ero amica di Evelyn. Solo che quando mi disse quella cosa non riuscì più a guardarla in faccia; aveva tradito l'uomo che amavo. Corsi a dirlo a John, ancora lui non mi amava, per quello andò a letto con una sua collega, Annabeth»
«E poi?» le chiesi di continuare.
«E poi si innamorò di me, ci ricorremmo una contro l'altro e da lì ci fu il nostro primo bacio..»
Non sapevo se essere contenta del fatto che mio padre non tradì mia madre, o delusa del fatto che fu l'incontrario.
Non pensavo mia madre fosse in grado di fare una stronzata così assurda. Rimasi a bocca aperta dal racconto di Ada.
Non sapevo che fare. Non sapevo che fare con mia madre perché non le volevo dire di quello che era venuto a galla per rovinar il nostro rapporto. Ma meritava non essere rovinato?
Per quanto riguarda mio padre restava uno stronzo, per tutto quello che mi ha fatto da piccina.
«Victoria, vedi...tuo padre ha sbagliato in pieno con te. Ma di lui non può rimanerti il ricordo di quel che è stato, dovresti vedere anche quel che è adesso. Non è più la stessa persona, e anche se lo fosse vai avanti. È tuo padre, non un amico, non un fidanzato, ma solo tuo padre..Se ti fermassi agli sbagli delle persone adesso staresti sola, perché fanno parte di noi, è sempre lo saranno.
Sbagliare è umano; perdonare ancor di più.
La decisione sta a te, pensaci. Ma almeno stasera raggiungici di sotto. Doveva essere una cena in famiglia per conoscerci, farci due risate e anche un po' di bevute» mi disse.
Fece l'occhiolino e si allontanò dal mio letto. Socchiuse la porta e mi tirò un'occhiata speranzosa.
Aveva ragione forse, andare avanti..ma non era da me. Non era una cosa affatto semplice. Ci sarebbero voluti mesi e mesi. Potevo farlo?
Allontanai quei pensieri su di me, dovevo pensare ad altro al momento, come detto da Ada.
Mi colpirono molto i suoi discorsi e le sue parole, sembrava volesse fare sul serio ed essere gentile.
Nonostante le parole di Ada riguardanti mia madre rimbombassero tra le orecchie, decisi di tornare giù, ad affrontare quella cena che per me era peggio di una sfida sanguinosa, al momento.

ricordami di scordarti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora