Capitolo 17-II parte

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Nel sentire ciò che Subaru aveva appena letto, Daichi si coprì velocemente il volto con le mani per nascondere l'imbarazzo più che palese. Davvero c'era scritto una cosa del genere su quel bigliettino? Nao era andata direttamente da lui, senza una minima esitazione. Se fosse capitato il contrario, avrebbe reagito allo stesso modo?

Subaru: sembra una dichiarazione a tutti gli effetti! Vuoi per caso dire qualcosa a riguardo?

Subaru si avvicinò a Daichi e gli mise il microfono ad un palmo dalla sua bocca. Doveva dare una risposta in quel momento? Davanti a tutti? Nervosamente guardò verso Nao per poi abbassare lo sguardo. Non ci poteva credere che stesse succedendo per davvero.

Daichi: io...mi dispiace, non so cosa dire...

Solo in quel momento Nao si rese effettivamente conto dalla figura che aveva appena fatto davanti a quasi tutta la scuola e dopo un'iniziale esitazione, come se il suo corpo fosse quasi paralizzato, corse via. Perché aveva fatto una cosa del genere? Si sentiva davvero una sciocca.

Daichi: Nao chan! Aspetta...

Lasciando dietro alle sue spalle una miriade di fischi da parte degli altri studenti, Daichi la inseguì, abbandonando Subaru da solo alla sua postazione intento a tenere ancora in mano il bigliettino di Nao. Ogni anno, soprattutto durante la caccia al tesoro, era normale imbattersi in scene di questo genere anche se, normalmente, le parti erano quasi sempre invertite.

Subaru: cosa posso dire, questa gara ci riserva sempre un sacco di soprese! Rimaniamo in attesa dei prossimi arrivi e spero vivamente, in messaggi meno imbarazzanti...

Non troppo lontano, Sakura stava continuando a correre assieme a Yuki per raggiungere il traguardo. Ascoltare dagli altoparlanti quello che stava succedendo a Nao, per un istante, l'aveva distratta dal dolore che provava al piede. Dove era andata a cacciarsi? Quando si sarebbero incontrate nuovamente l'avrebbe abbracciata forte a sé.
Purtroppo per lei, dopo qualche passo, il dolore ritornò a fare capolino nella sua mente sempre più forte tanto che incominciò addirittura a zoppicare. Non ce la faceva più ma voleva a qualunque costo terminare in un modo o nell'altro la gara e l'alternativa a quel piccolo inconveniente, non tardò ad arrivare. Yuki, notando l'oramai evidente sofferenza sul suo volto la prese in braccio per percorrere l'ultimo tratto.

Sakura: Yuki...che ti prende?

Cosa gli era saltato in mente? Prenderla inaspettatamente in braccio e per di più, davanti a tutti! era imbarazzante...se solo Sato gli avesse visti...

Sakura: Yuki, ti prego. Sono pesante e poi, ce la faccio benissimo a correre...

Ma a quanto pare, Yuki non voleva sentire scuse in quel momento e, continuando a correre il suo volto si fece improvvisamente serio.

Yuki: non è affatto vero, ti fa male il piede! Si vede benissimo che stai facendo fatica a camminare, figurati correre! Lascia che ti porti in braccio fino al traguardo!

Un secondo dopo, quello sguardo così serio come se volesse bacchettare in qualche modo Sakura per la sua cocciutaggine, lasciò spazio ad un sorriso.

Yuki: in effetti hai ragione! non pensavo che fossi così pesante!

Sakura: allora lasciami giù!

Yuki: stavo scherzando...ce la faccio benissimo a portarti

Anche se la sua era solo una battuta Sakura incominciò ad agitarsi più che mai. Voleva davvero scendere. Tutti li stavano fissando forse, non tanto per il gesto in se' dopotutto, si trattava di un componente della sua famiglia ma più che altro, nel vederla dimenarsi in quel modo.
Il suo sguardo non faceva altro che guardare in giro alla ricerca di Sato. Le era già bastata la piccola discussione di quella mattina non voleva di certo mettere ulteriore benzina sul fuoco ma, a quando pare, era in un punto diverso da quello in cui si trovavano loro perché, non riusciva a trovarlo.
Ad un certo punto, Yuki di fermo' di colpo. Finalmente aveva capito, una volta per tutte, di lasciarla giù?

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