Io non ho mai avuto dubbi su ciò che volevo essere da grande, eppure ora che sono cresciuta, sembra che quei dubbi sorgono all'improvviso intrecciandosi fra di loro e creando catene ancora più grosse. Perché accede ciò? Perché quando poi si cresce uno perde, quasi sempre, tutto? Tutte le sue certezze? Eppure da piccoli si contavano gli anni che mancavano a quella vita che tanto desideravamo, quella che a quei pochi anni che avevamo, calzava troppo grande. Contavo gli anni per dare sostanza a ciò che sognavo, e facevo fatica a credere che vi erano persone che avevano mollato il loro di sogno, perché non ne avevano la possibilità. E allora mi arrabbiavo, quasi, perché non credevo in ciò che dicevano, perché sostenevo che chi vuole qualcosa, se la vuole davvero, se la prende.. se la prende e basta.
Senza giustificazioni.
Senza impossibilità.
Ma solo ora, mi rendo conto di aver preso quella stessa direzione. Una direzione che, fondamentalmente, non sa di niente, non ha un colore definito. Una direzione senza dimensioni, che si rimpicciolisce per niente credendolo tutto, e che davanti alle cose grandi scompare, scompare per paura. Ho solo sedici anni, e posso cambiare. Posso cambiare vita, o posso costruirmi, con un asfalto forte e indistruttibile, una nuova direzione con una dimensione tanto grande da contenere tutte le emozioni e i momenti che la mia vita vorrà farmi vivere. Una direzione che sa di sereno. Una direzione che ha tutti i colori che sono presenti nell'acquerello di Francesco, così che possa vivere tutti i colori di me e della mia vita. Io sono qui, e non ce cosa più bella, se ripenso a quante volte ho urlato al cielo, con occhi umidi, se qualcosa in me andasse bene, se qualcuno mi guardasse da lassù. Quando ho urlato di essere stanca, di una stanchezza paurosa. E si, diamine sono così felice di essere qui. Di guardare il viso di Francesco raccattare i lineamenti di mio padre, di veder spuntare i suoi piccoli denti, di guardare come il colore dei suoi capelli si imbrunisce sempre di più per poi, in estate, ritornare più chiari che mai. Sono felice di poter gustarmi la dolcezza di mia madre con Francesco, ricordandomi un po' me da bambina, di vederla blaterare cose senza senso quando è estremamente nervosa, di vederla imbronciata come una bambina coetanea a suo figlio, di vederla divorare i popcorn assieme a me quando guardiamo un film insieme, di sentirla lamentarsi davanti ad uno specchio per i chili presi, per poi finire di andare in cucina e preparare una torta. Sono felice di non aver mollato, perché ne è valsa la pena.
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Sei una tempesta non prevista.
Teen FictionVorrei dirti che l'estathè lo prendo sempre alla pesca, e sulle patatine non metto sempre il ketchup, vorrei dirti che quando piove di solito dimentico l'ombrello, vorrei dirti che mi giro sempre le dita tra le mani quando sono nervosa e che se rido...