17.
"Manca poco ad andar via, io respiro la tua scia."
Sposta il peso del corpo da un piede all'altro, tamburellando le dita sulla sedia fredda d'acciaio. Lo guarda, mentre dorme con la bocca semiaperta. Un messaggio, è tutto ciò che rompe quel silenzio accomodante. Giulia si alza impacciata, raggiungendo il telefono sul tavolo. Non sa che fare. Non sa se deve guardare, o lasciare stare, poi decide di prendere quell'aggeggio nero e cliccare sulla busta che compare sulla schermata iniziale.
Nina, 18:57
Federico ti vuole vedere tra mezz'ora.
Rimane a guardare più volte lo schermo, per cercare di associare questi due nuovi nomi ad un volto, un volto che lei non ha mai visto, e che mai vedrà.
Cammina lentamente lungo il divano e sveglia Mattia.
Mattia si alza di scatto, come impaurito, ma poi la vede e cambia del tutto espressione. -"Cosa ci fai qui?" Sorride.
"Ti hanno mandato un messaggio." Risponde fredda, sedendosi su una poltrona.
Mattia vaga per la stanza alla ricerca del telefono, ma di questo non vi è traccia.
"Chi è Nina?" Gli chiede Giulia.
Si gira di scatto. -"Come la conosci?"
"Ti ha mandato lei il messaggio."
Mattia va in panico. Fa avanti e indietro , tirandosi continuamente le punte dei capelli. -"Hai fottutamente letto i miei messaggi?" Urla appena.
"Uhm.. si. Pensavo fosse una cosa urgente." Giulia quasi se ne vergogna, ma non comprende tutta questa paura e ansia.
"Non devi mai più farlo. E' il mio telefono, cazzo!" Adesso alza decisamente la voce, agita le mani e si siede di fronte a lei.
"Perché cazzo ti stai scaldando tanto? Chi è questa Nina?"
"E' una."
"Una chi?"
"Un'amica. Usciva con me e con Luca, prima." Non la guarda. Non la guarda perché non può, screpolerebbe tutto, e non può farlo.
"E Federico?"
Mattia la guarda. Vorrebbe tanto strapparle quel telefono dalle mani, e dirle di farsi i suoi dannati affari. Resta immobile, cercando una scusa che riesce a reggersi da sola. -"Un suo amico. Che dice il messaggio?"
"Che devi andare lì per incontrarlo." Giulia agita la mano che stringe il telefono, mostrandogli il messaggio. Mattia ne approfitta per toglierglielo dalle mani in modo brusco, se lo infila nella tasca, e chiude la sua paura nel suo giubbino grigio.
"Dove stai andando?" Giulia si alza, seguendolo.
"Ho da fare, vattene. Mi faccio sentire io." Prende le chiavi del motorino e il casco e apre il portoncino. Giulia rimane fissa sull'orlo della porta. -"Portami con te." Gli sussurra.
"Non posso."
"Perché?"
"Devo andare ad una parte." Risponde vago.
"Io vado dove vai tu. Il mio posto sei tu." Calca le ultime parole. Non sa perché ma si sente le lacrime bruciargli quel pozzo grigio, facendoli diventare umidi.
"Giulia, smettila. Non posso portarti, e basta." La spinge verso le scale e chiude la porta alle spalle. Le ruba un bacio, e le sistema i capelli. Corre via. Corre lontano. Lontano da lei. Lontano da qualcosa che li distruggerà. Letteralmente.
La sabbia le si appiccica sui piedi bagnati dall'acqua fresca del mare. Guarda fisso accanto a lei, non c'è nessuno. Si stende e guarda il cielo.
"E' diventato il tuo rifugio questo, eh?"
Giulia si alza spaventata, accorgendosi di un ragazzo che si siede al suo fianco. Lo guarda. Ha una bellezza particolare, una che ha già visto in giro, ma che non tutti hanno.
"Cosa?" Chiede stordita.
"Sei sempre qui, ultimamente." Questo si porta una mano nella tasca ed estrae una sigaretta.
"Come fai a saperlo?" Corruga le sopracciglia.
"Non importa." Si gira e la guarda. -"Secondo me, ti nascondi dentro 'sto mare."
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Sei una tempesta non prevista.
Teen FictionVorrei dirti che l'estathè lo prendo sempre alla pesca, e sulle patatine non metto sempre il ketchup, vorrei dirti che quando piove di solito dimentico l'ombrello, vorrei dirti che mi giro sempre le dita tra le mani quando sono nervosa e che se rido...