Capitolo 18 🌿

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_Blue & Gray_

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_Blue & Gray_

«L'albero è nello scantinato e con lui anche le decorazioni»

«Vado a prendere tutto io Hyung»

«Vengo con te Gguk»

Jimin scese le scale seguendo quel leggero brusio, entrò in sala che Jeongguk e Taehyung si erano già avviati nello scantinato.
Quasi si spiaccicò per terra quando qucuno gli saltò sulla schiena, costringendolo a reggere le gambe che ora lo circondavano.

«Buongiorno Jimin» borbottò al suo orecchio un Hoseok ancora assonnato.

Jimin rise leggero mentre scendeva gli ultimi gradini e senza grazia, lo faceva cadere sul morbido divano, beccandosi qualche frecciatina giocosa «Buongiorno Hoseokie» ricambiò il saluto addentrandosi poi in cucina, dove Yoongi stava facendo sfrigolare qualcosa in padella.

La sua pancia borbottò vuota e affamata mentre si affiancava allo Hyung, guardando di sfuggita gli occhi ancora gonfi e i capelli sfatti. Era carino con le labbra imbronciate e i segni del cuscino sul volto «Buongiorno Hyung. Pancake?» si appoggiò alla sua spalla, osservando l'impasto chiaro e ancora crudo in una ciotola.

Yoongi grugnì in affermazione «Hai fame? Ieri non hai toccato molto » lo rimproverò velatamente, prima che un forte fracasso interrompesse il discorso:

«Guarda che glielo dico che sei stato tu»

«Ma sei stato tu a spingermi!»

«Sei tu che non hai equilibrio»

Il vociare raggiunse la cucina e Jimin si ritrovò a osservare la porta bianca da cui proveniva, affiancata al mobilio in legno scuro.

«Jimin, vai a vedere che stanno facendo quei due. Dovevano solo prendere gli addobbi, non distruggere ciò che trovano» il maggiore spinse il più piccolo con un fianco, immergendo il coppino nell'impasto per iniziare a cuocere i dolci. Scosse la testa quando lo sentì ridacchiare mentre già si incamminava verso la porta, dandogli ascolto

Jimin osservò le scale semibuie e larghe e senza pensarci fece una piccola corsetta, incespicando però sul quarto gradino. Gli sembrò di volare prima di atterrare sul corpo di qualcun altro, con tanta forza da farlo cadere a terra
«Ahia cazzo» esclamò Jeongguk con fastidio, prima di distinguere i lineamenti di Jimin. I suoi occhi cambiarono espressione e senza più lamentarsi si preoccupò di alzare entrambi, aiutandolo sorreggendolo dai fianchi «Ti sei fatto male?» qualcosa però andò male, perché il piede scivolò e ancora una volta si ritrovò con il culo sul pavimento sporco, sta volta con Jimin tra le gambe.
Arrossì senza essere notato, trovando davvero imbarazzante stare a gambe così spalancate.

«No, tranquillo. Scusami tu piuttosto» il maggiore alzò gli occhi al cielo, tirandosi su così velocemente che scivolò all'indietro

«Jimin!» sputò Jeongguk afferrandolo dal polso, con il risultato di cadere semplicemente dalla parte opposta, invertendo le posizioni. Ora le sue cosce premevano quasi contro le natiche sode del più grande e egli evava i gomiti poggiati a terra, ad osservarlo ad occhi stupiti e sconcertati. Poteva sentire il cuore battere veloce per la vergogna e senza fare più danni si tirò su, trovandosi bloccato in quegli occhi nocciola «Non preoccuparti» borbottò.

Amore agli agrumi//Jikook/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora