8 - Somnia praeterita

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"Lo so che colpendo te non otterrei nulla... Pensi che non lo sappia? Ti ho osservato Albus."

Si sentiva soffocare, come se due mani ossute gli stessero cingendo la gola.
Quella voce, gli rimbombava nella testa sfocata, come un eco, ed attorno a lui, solo una coltre di spessissimo fumo nero che gli penetrava sotto pelle stritolandogli gli organi.

"Sei debole."
Ripetè la voce sempre meno sfocata e più chiara che mai..

'Non sono debole!'
Si sforzò di parlare Albus, ma le sue labbra erano come cucite ed attorno a lui, la coltre nera non accennava a spostarsi.
La presa alla sua gola si fece più ferrea... Si sentiva dolere le tempie, i polmoni bruciare intossicati dal fumo nero.

"Crucio!"

L'istinto fu quello di coprirsi con le mani, ma il suo corpo non sembrava voler rispondere a nessun comando..
Si preparò al dolore imminente, strizzò gli occhi e cercò di trattenere il fiato per correre ai ripari da quella cosa densa e fumosa che gli bruciava in petto.

Ma nulla, non accadde nulla.
O non ad Albus almeno, perché ora la voce sembrava ridere, in maniera sguaiata e agghiacciante, direttamente dentro la sua testa.
In lontananza, delle urla, urla terribili che diventavano sempre meno distanti.
La presa sul collo stringeva sempre di più e la nausea gli attanagliò la bocca dello stomaco.
Sentì tutto attorno a lui girare o forse fu lui a girare, non lo sapeva.
Ma adesso le urla erano vicinissime, come se fossero davanti a lui.
Il bruno si forzò ad aprire gli occhi, ed improvvisamente, il campo da Quidditch apparve attorno a lui, e nonostante ora riuscisse a vedere, la presa sul suo collo non si era allentata.

"CRUCIO!"
Si voltò verso la voce che ora sembrava ad un passo da lui... così come le urla strazianti che gli martellavano le tempie.

Delphi se ne stava in piedi, il volto dipinto da un ghigno,la bacchetta puntata verso il terreno, dove...
Dove Scorpius giaceva, dimenandosi sull'erba del campo.
Urlava.. le convulsioni gli scuotevano il corpo facendolo torcere in maniera innaturale, le vene del collo erano così gonfie che sembravano poter esplodere da un momento all'altro.

"SMETTILA!"
Albus gridò cercando a tentoni la sua bacchetta sul retro dei pantaloni..
Non la aveva..
Doveva fare qualcosa, si forzò a muoversi faticosamente verso il biondo, ma Delphi fu più veloce.
Spostò la sua attenzione su di lui, puntandogli la bacchetta contro.

"Sei debole.. Albus.. debole."
Ghignò tornando con la bacchetta puntata verso il biondo.

"IO NON SONO DEBOLE!"
Urlò sentendo la gola raschiare.
Lo sentiva, sentiva ancora quel fumo nero sotto pelle muoversi fra i tessuti, strapparli, andare oltre, farlo sanguinare.

Si sentiva morire.

"CRUCIO!"
Scorpius riprese ad urlare, anche se sembrava che la voce gli stesse venendo meno, lasciando spazio ai singhiozzi.. era stremato, persino il suo corpo sembrava non riuscire più a contorcersi.

"SMETTILA!"
Urlò dando fondo all'ossigeno rimanente nei suoi polmoni.

Delphi si sciolse in una risata sguaiata, lasciando le braccia penzolare ai lati della sua figura.

"Fermami allora.. Albie."

Tutto attorno a lui sembrò girare vorticosamente ancora una volta.
Ed improvvisamente era in piedi, sul selciato del campo, una bacchetta fra le mani e Delphi ai suoi piedi nel fango del campo.

"Fallo."
Sibilò la ragazza.

Albus strinse la bacchetta fra le dita..
Era arrabbiato... in preda al dolore...

Audentes fortuna iuvat - ScorbusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora