🖤- Capitolo 40 || Melodia per le mie orecchie -🖤

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Appena salgo al piano di sopra, in camera mia, e mi chiudo la porta alle spalle, non riesco a capire se mi sono davvero ripresa da quella crisi o no. Tanti pensieri mi frullano in testa, e sono tutti negativi.

Probabilmente devo solo riposarmi, e quindi non essere cosciente di quello che accade nel mondo reale, e stare un po' in quello dei sogni. Se si potesse scegliere, vorrei sognare di ritornare indietro nel tempo, e fermare la me del passato, portandola a fare scelte diverse, così da non ritrovarmi a vivere così. A vivere piena di dolore, di sete di vendetta.. infelice.

Mi passo una mano tra i capelli, sentendo una forte stanchezza piombarmi addosso.

Mi sfilo gli stivali, da cui uno prendo la pistola, e uno le pillole. La pistola la metto nel cassetto del comodino, accanto all'altra.

Le pillole invece.. non so dove nasconderle. Mi rigiro la boccetta tra le dita. Forse nel mobiletto del bagno, insieme ai disinfettanti e robe simili, non desta nessun sospetto.

Tolgo la carta in cui c'è scritto che tipo di medicinale è, e la butto nel cestino del bagno.

Un secondo dopo aver posato le pillole, la porta della mia stanza si apre. Quella del bagno è ancora aperta, mi basta sporgere la testa un po', per capire chi sia entrato.

Inutile dirlo, è sempre lui.

"Che vuoi, Elvis?" spengo la luce del bagno, e chiudo la porta, appoggiandomi con la schiena lì "Che ci fai nella mia stanza?" incrocio le braccia.

"Beh.." mi lancia un'occhiata annoiata "Questa è anche la mia stanza, e voglio dormire"

Merda, mi ero dimenticata di questo dettaglio.

"Non sono mai stata d'accordo, quindi, vai in una delle camere libere" lo liquido con la mano.

"Non ci sono più camere libere" ridacchia "Le ultime due le hanno prese Kledy, Madison e Jacob"

"Allora vai a dormire con Jacob" sbotto.

Mi pianto di fronte lo specchio del mobile vicino la finestra, e mi lego i capelli in uno chignon.

Sono stanca, voglio riposarmi.. e lui mi sta solo provocando un mal di testa terribile. Posso ucciderlo? Gli buco il cranio con il tacco dello stivale, facendolo sembrare un bruttissimo incidente.

"Sì, certo, così mi stupra" borbotta ironicamente, per poi entrare nel mio bagno, come se nulla fosse.

"Io lo strozzo nel sonno.. giuro che lo strangolo mentre dorme" mormoro a me stessa agitandomi più del dovuto, mentre mi slaccio il vestito di Madison.

Lo piego con cura appoggiandolo sulla scrivania. Mi tolgo il reggiseno, perché è troppo scomodo tenerlo per dormire, e dall'armadio tiro fuori una maglietta larga e lunga bianca con delle fantasie colorate, che uso come pigiama. Stasera c'è più caldo del solito, quindi evito di mettere i pantaloncini.

Metto ai piedi delle infradito nere, e quando ho intenzione di uscire dalla stanza per prepararmi un thè, Madison mi precede irrompendo nella camera come una fuggitiva.

"Mad, che succede?" le chiedo.

"Hai dimenticato questi nella tua macchina" mi passa il completo di canotta e pantaloncini bianchi, che mi ero tolta per mettermi il vestito al casinò.

"Ah, giusto, grazie" li vado a posare nell'armadio.

"Ma hai dimenticato anche questi" dalle tasche dei suoi pantaloncini tira fuori il flacone delle pillole per gli attacchi di panico, che mi aveva dato James. Ah, mi ero dimenticata di dover prendere pure queste pillole. Ma nell'altra mano tiene una busta bianca.

Il pericolo nei nostri occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora