🖤- Capitolo 16 || Tuo amico -🖤

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"Victoria" la raggiungo. Smette di tirare pugni al sacco da boxe, si volta a guardarmi, passandosi una mano sulla fronte imperlata di sudore.

"Dimmi" risponde mentre cerca di riprendere fiato.

"Il pollice tienilo fuori dalla mano quando tiri i pugni" le dico "E i gomiti non li alzare nel mentre, tienili all'altezza della vita" le mostro come dovrebbe fare. Annuisce.

"Grazie" mi sorride, e ricomincia ciò che stava facendo prima, nel modo che le ho detto io.

Questa mattina siamo andati alla villa, con lo scopo di allenarci. Si vede che nell'anno in cui non ci sono stata se la sono spassata, si sono rammolliti. Adesso siamo in palestra, e sto cercando di tenere tutto sotto controllo, sembrano avere sempre bisogno del mio aiuto, o sono io ad andare da loro perché sbagliano qualcosa.

"Cass" vado da lei "Devi allungare di più il braccio destro" glielo porto più indietro, mentre tengo quello sinistro fermo. Ha sempre voluto imparare a tirare con l'arco, e ricordo che era a buon punto, ma adesso è come se fosse alle prime armi.

"Ma è impossibile" si dispera lei, cercando di rimettersi nella posizione corretta.

"È impossibile scoccare la freccia nel modo in cui eri messa" ribatto incrociando le braccia al petto "Sembravi un riccio addormentato" ridacchio. Sbuffa, e riprova, inutilmente.

"Tu non smettere di provarci" le accarezzo la spalla, e le sorrido. Non ho il tempo di dire altro che i problemi si fanno vivi.

"Katherine, aiutami!" urla Alyssa.

Scoppio a ridere, è inevitabile. Non posso credere a ciò che sto vedendo. Quando la mia migliore amica mi disse di voler diventare più elastica e agile, non credevo intendesse arrampicarsi come un koala nella corda per darsi lo slancio per fare le capriole.

"Aly, devi scendere nello stesso modo in cui sei salita, non è difficile" le rispondo trattenendomi dal ridere di nuovo. Nel frattempo gli altri ci hanno raggiunte.

"Per me è difficile" ribatte lei stringendosi di più nella corda per paura di cadere "Qualcuno può aiutarmi, per favore?" sbotta innervosendosi.

"Lasciati andare, ti prendo io" Alex si fa avanti, parandosi di fronte la corda con le braccia pretese in avanti.

"Se mi rompo l'osso del collo io ti uccido direttamente, sappilo" gli punta l'indice contro, e facendo questo gesto scivola di più, e come previsto caccia un urlo e si aggrappa ancor di più alla corda. Mi sbatto una mano nella fronte, sospirando. Sono esausta, e ho un forte mal di testa.

"Vai" sbotta Alex sbuffando "Ti prendo, stai tranquilla"

Aly lo guarda titubante, prende un grande respiro, e molla la corda serrando gli occhi e urlando. Alex riesce a prenderla, così come aveva detto. Senza romperle l'osso del collo, d'altronde.

"Va bene" sospiro, mi passo una mano sulla fronte, leggermente esasperata "Facciamo una piccola pausa" non dando peso a chi se ne va, e a chi resta, mi dirigo verso il sacco da boxe. Alle mani metto solo delle bende, e così inizia il mio allenamento. Il sacco ad ogni mio gancio si sbilancia, rendendomi palesemente nervosa. Mi fermo, sbuffo. Mi passo una mano nei capelli legati in una coda bassa.

Ad un tratto due mani spuntano da dietro il sacco. Mi avvicino di un passo, guardandole. Non so perché, ma ho sempre trovato un qualcosa di attraente e affascinante nelle mani di un ragazzo, già, perché quelle mani appartengono a Wesley. Infatti un secondo dopo la sua testa sbuca a destra, inaspettatamente con un sorriso.

"Che stai facendo?" gli chiedo appoggiando le mani nei fianchi.

"Ti tengo il sacco" dice ovvio, mettendosi dritto con la schiena "Rischi di sganciarlo con la forza che metti nel tirare pugni" ridacchia.

"Senti.." mi levo le bende dalle mani in modo veloce, sospirando "Dimmi esattamente cosa vuoi da me" lo guardo.

"Non ti seguo" incrocia le braccia al petto, e aggrotta le sopracciglia.

"Perché mi perseguiti? Perché cerchi di fare conversazione con me? Perché non mi lasci stare?"

"Non posso fare tutto ciò?"

"No!" sbotto.

"E perché no?" si avvicina di qualche passo, assumendo un espressione seria "Ti sembra così strano che un ragazzo voglia essere tuo amico? Mi sembra di no, Alex e Der lo sono"

"Loro sono un caso a parte" cerco di andarmene, ma mi blocca dal polso. Giro la testa per guardarlo, a incitarlo con lo sguardo a mollare la presa, ma lui non lo fa.

"Da quando mi hai conosciuto non hai fatto altro che riempirti la testa di pregiudizi su di me e mia sorella, in particolare il sottoscritto. Ho capito che tipo di carattere hai" la sua mano dal mio polso si sposta al braccio, e così mi avvicina di più al suo viso.

"Hai paura di stare male di nuovo, perché la ferita che ti hanno lasciato è ancora aperta e cerchi, da sola, di chiuderla. Nel frattempo vuoi restringere il cerchio delle persone che hai accanto, per questo non ti vado a genio, e nemmeno Victoria. Hai paura di affezionarti a qualcuno che non conosci, perché non puoi sapere se quella persona ti tradirà" l'altra sua mano sposta una sottile ciocca di capelli, sfuggita dalla coda.

"Sei forte tanto quanto debole. Sei dura tanto quanto sensibile. Sei stronza tanto quanto dolce. Sei spietata tanto quanto innocente. Sei-"

"Risparmiami queste frasi fatte" lo interrompo mollandomi dalla sua presa "Quindi pensi di conoscermi dopo quattro giorni?" ridacchio "Sei patetico" mi allontano "Non so nemmeno io, come sono fatta di carattere. Esatto, non lo so. Perché non mi sento di avere una sola personalità, ma migliaia. Quindi evita questi discorsi per cercare di capirmi, o per cercare di diventare mio amico" gli punto un dito contro "La vera domanda è.. perché vuoi essere mio amico?!"

"Non posso esserlo?" ribatte lui serrando la mascella.

"Perché vuoi esserlo?"

"Perché sei diversa dalle altre, ok? Mi affascina il tuo modo di essere, e questo mi porta a volerti conoscere meglio. Inoltre.. sei il mio capo, non mi va di essere preso di mira, non vorrei mai che mi arrivasse una pallottola in fronte" abbozza un sorrisino.
Inclino la testa, i miei occhi vanno dalla sua testa fino ai piedi.

"Non mi fido di te, Wesley"

"Ma ti ho mostrato fedeltà, Katherine" giusto, nella prima prova.

Rimaniamo in silenzio. Io principalmente perché non so cosa dire, a questo punto. Sono frenata, molto. Non so cosa fare.
Alzo lo sguardo per guardarlo in quelle pozze verdi, che mi rapiscono ogni volta che le guardo, e forse dovrei cercare di capire il perché.

Sto per aprire bocca, ma Hayden entra correndo. Si ferma davanti a noi, con il fiatone.

"Che hai Den?" gli chiedo toccando la sua spalla. Mi fa preoccupare se fa così.

"I nostri genitori.." ansima.

Inizio già ad agitarmi. Lo guardo in preda a una piccola ansia.

"Sono qua fuori" finisce la frase.

Oh cazzo.

Il pericolo nei nostri occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora