“Cos’hai fatto?” Le urla di Meg rompono il silenzio della mensa: la sua espressione è un misto tra l’incredulità e quella di qualcuno che ha appena assistito a un evento paranormale.
“Ti rendi conto di quello che sarebbe potuto succedere, vero?” chiede Christine, una delle ragazze del mio anno, passandosi una mano tra i capelli castani.
Da quando sono arrivata in mensa, tutti si sono riuniti intorno a me, tempestandomi di domande senza lasciarmi un attimo per respirare. Ed ora eccomi qui, seduta davanti a un piatto di zuppa ormai fredda, a raccontare di come sono finita per versare un secchio di acqua sporca sulle scarpe della mia insegnante di letteratura.
Era l’ultima ora, e stavamo svolgendo il tema di letteratura. Tutto stava andando anche troppo bene: la penna scorreva sul foglio mentre la signora Wright, passava tra i banchi. Non c’è bisogno di specificare che stavo scrivendo cose piuttosto casuali, cercando di mascherare la mia ignoranza tra le poche cose che mi ricordavo dalla mia sessione di studio notturna e paroloni presi prevalentemente da qualche libro. In realtà me la cavo a scrivere, perché passo la maggior parte del mio tempo a leggere, e quindi riesco ad andare sempre più o meno bene nei temi avendo studiato il minimo indispensabile. Credo che sia per questo che la prof non nutra molta simpatia nei miei confronti.
A ogni parola scritta la possibilità di addormentarmi da un momento all’altro si faceva sempre più palese. Non auguro a nessuno di studiare con Megan, soprattutto se di notte, mentre l’unica cosa che vorresti fare è chiudere gli occhi e risvegliarti preferibilmente in un mondo migliore dove non si è costretti a imparare pagine interminabili di cose per la maggior parte inutili. Farsi aiutare da Meg in poche parole vuol dire lei che comincia a parlare alla velocità della luce, recitando a memoria anche le virgole scritte nel testo, tu che chiedi pietà e lei che si arrabbia dicendo cose tipo: “Se continuiamo così non finirai mai!” oppure “Ma te lo hanno mai detto che sei davvero stupida?” o ancora “Non sorprenderti se poi prendi insufficienze e la signora Wright ti odia!” e così all’infinito. Sono arrivata al punto di pregarla di andare a dormire giurando di finire da sola. Com’è finita? Sono crollata dopo dieci minuti, ma questo Meg non lo deve sapere.
Avevo quasi finito quando improvvisamente la professoressa si è avvicinata al mio banco e con un sorrisetto stampato sul volto ha affermato:“Signorina Carter, mi spiace deluderla, ma il tempo è terminato. Fa niente se non ha finito. Un altro voto negativo non farà la differenza nella sua media.”
“In realtà ho già completato”, ho detto calma, guardandola negli occhi con aria di sfida, osservando il suo sorriso spegnersi e porgendole il mio foglio: ho scritto le ultime parole di fretta, mentre era impegnata a criticare le mie prestazioni accademiche.
“Per questa volta le è andata bene, ma non esulterei, il voto non è ancora stato assegnato”, ha concluso, strappandomi il tema dalle mani. È questo il momento in cui è accaduto il disastro: con la delicatezza di un ippopotamo che fa danza classica, ha fatto cadere il calamaio rovesciando l'inchiostro sul tavolo, sporcandomi tutta e rovinando il mio compito, rendendo impossibile distinguere le parole scritte.
"Signorina Carter! Lei è impossibile! Guardi cos'ha fatto al mio vestito nuovo! Sarò costretta ad annullare il suo compito e comunque, anche a volere non potrei leggerlo, scommetto che l’ha fatto di proposito!" si è messa a urlare inorridita.
Devo ammettere che è una brava attrice: se non avessi assistito alla scena, avrei anche potuto pensare che fosse seria. Naturalmente la rabbia ha cominciato a crescere dentro di me a dismisura al suo gesto e quasi non sono riuscita a trattenermi dall’urlarle in faccia che è solamente una vecchia falsa, ma mi sono fermata per il bene mio e di quelli che ci circondavano, perché sono consapevole che un litigio tra me e la signora Wright non avrebbe portato a niente di buono. Mi sono quindi alzata in piedi di fronte a lei, scrutandola e non distogliendo per un attimo lo sguardo gelido dai suoi occhi.
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La ragazza dagli occhi color della notte
FantasyLeila è una sognatrice. Una ragazza dall'animo che vuole spiccare il volo verso una realtà diversa, verso la libertà. A Ster la libertà non esiste. La popolazione è costretta a vivere divisa. Motivo? La paura. Tre categorie di persone: gli "Iluna"...