CAPITOLO 8

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Ho gli occhi di tutte puntati addosso. Per un minuto circa, vige il silenzio. Posso leggere la confusione negli sguardi delle ragazze e sono sicura che anche il mio è pervaso dallo stesso stato di incredulità. Ci guardiamo a vicenda, quasi spaventate di proferire parola e senza riuscire a trovare una spiegazione a ciò che è appena successo.

"Non è possibile" dice una ragazza deglutendo ed è così che quel inquietante silenzio si rompe.

"Infatti" dice un'altra.

"Avrai letto male, non può essere...lei è..." la voce di Christine si spezza sull'ultima parola, come se avesse paura a dirla ad alta voce.

"Ma anche se fosse, come ha fatto ad arrivare qui... cos'era quel vento?" chiede una.

"Magia...immagino."

"Ma non può usarla da sola."

"E se avesse incontrato un Sunon?"

"Lo avremmo saputo se ne fosse scomparso uno, no?"

"Sarà solo un brutto scherzo dei ragazzi dell'altro lato."

"E il sigillo reale? Come è arrivato qui?" domando io. La situazione è davvero ai limiti dell'incredibile, ma dei Sunon non avrebbero mai potuto simulare il sigillo reale così bene... e se fosse tutto vero? Se lei fosse...

"Sigillo reale?" chiede Delilah.

Meg si alza e viene verso di me, prende la lettera tra le mani e osserva attentamente la cera rossa che chiude la busta.

"Sembrerebbe di sì" ammette ancora intenta a guardarlo come se un nuovo dettaglio potesse saltare fuori da un momento all'altro.

"Non ci credo!" dice una alzandosi dal letto in cui era rimasta seduta per tutto quel tempo e le altre la seguono a ruota. Guardano la busta e se la passano tra di loro.

"Riconosco la sua scrittura...l'ha scritta davvero lei!"

Mentre le supposizioni continuano ad arrivare, la mia curiosità cresce e vorrei solo aprirla e leggerla, quindi le interrompo: "Credo che dovremmo aprirla... insomma le risposte che cerchiamo saranno lì dentro, è inutile fare ipotesi."

"Ha ragione Leila" dice una.

"Si, dovremmo aprirla."

"Quindi?" dice Meg "Chi la apre?" tutte si guardano tra di loro e nessuna sembra realmente intenzionata a compiere tale impresa.

"Faccio io" mi propongo. Tanto che sarà mai? Non può mica saltare un mostro fuori da questa piccola busta di carta... almeno credo: non ho più sicurezze nella mia vita dopo questa sera.

Una delle ragazze mi passa la lettera. La guardo tra le mie mani e scruto ancora una volta il nome prima di girarla. Prendo un bel respiro e la apro lentamente, strappando il sigillo rosso. Tiro fuori un foglio. È fatto della stessa carta della busta, ripiegato in tre parti su se stesso. Guardo le mie compagne e poi comincio a leggere.

"Carissime ragazze,

ebbene sì: sto bene.

Immagino sarete confuse in questo momento... tranquille, lo ero anch'io. Credo che la confusione sia normale quando scopri che la tua intera vita è basata su menzogne, bugie inventate dalle altre persone. Ogni singola parola che ci hanno detto fin dalla nostra nascita, non è altro che un'enorme bugia: una fortezza di parole creata per proteggere un segreto più grande.

Ma partiamo dall'inizio. Perché sono scappata? Semplice, volevo provare sulla mia pelle cosa significasse essere liberi. Ero stanca di quel cancello, di quel limite insormontabile. Ero stanca di dover sottostare a quelle stupide regole. Quindi ho preso una decisione e ho organizzato tutto. Doveva essere tutto perfetto: la minima cosa fuori posto e il piano sarebbe saltato. Ho studiato il sistema di guardie, gli orari, le abitudini degli abitati dell'istituto e ho cominciato a raccogliere le provviste. Ovviamente non è stato semplice: gli occhi indiscreti sono sempre dietro l'angolo e ho dovuto fare molta attenzione per non uscire allo scoperto.

La ragazza dagli occhi color della notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora