Il rettore entra dal cancello per l'ispezione. Siamo disposti in fila davanti l'ingresso dell'istituto, suddivisi in sezioni a seconda dei nostri corsi; gli adulti sono davanti a noi, educatori ed insegnanti in prima fila divisi dal sentiero. Percorre la strada con lo sguardo fisso davanti a lui e raggiunge il preside che è fermo davanti al portone; si guardano senza proferire una parola, poi, il signor Dumont, lo accompagna verso il suo ufficio lasciando noi fuori. Dopo poco cominciamo a entrare in file ordinate e pian piano torniamo a fare ciò che avevamo lasciato in sospeso, chi in classe, chi a fare il proprio lavoro.
La lezione di pianoforte è, come sempre, interminabile. Non mi piace suonare e, anche stesso, non ne sono capace, nonostante passi ore ed ore ad esercitarmi. Amo vedere le persone che si perdono tra le note quando suonano, un po' come me con i libri, ma non è il mio caso.
“Riproviamo” propone la signora Dawson, dopo il mio ennesimo errore, cominciando a prendere il ritmo.
Inizialmente va tutto bene: una nota… un'altra… i tasti scorrono sotto le mie dita piuttosto bene nonostante faccia un po’ di fatica a seguire il ritmo della musica; re… mi… ce la sto facendo mi sembra impossibile; Fa… Do… sono a metà canzone e comincio ad acquisire un po' di sicurezza: le ultime note e avrò superato questa cosa; Mi… Sol… la consapevolezza mi travolge: dovevo premere il La. I più sentiti complimenti a me stessa che ha sbagliato l’ultima nota. Ho sentito i miei sogni sgretolarsi sotto le mie dita, letteralmente. Non potrò più vantarmi di aver incredibilmente completato una canzone.
“Signorina Carter! Per l’ultima nota! Stava andando così bene!” dice la signora Dawson portandosi una mano alla fronte: credo di averle fatto perdere l’ultimo briciolo di pazienza che le rimaneva.
“Le concedo un'ultima possibilità, se sbaglia anche questa volta, sarò costretta a metterle un voto negativo.”
Comincia a tenere il ritmo; prendo un respiro profondo, pregando me stessa di non rovinare tutto, di nuovo. Sto per premere il primo tasto quando la porta si apre: il rettore entra nella stanza salvandomi da quella tortura. Giuro che, se ne avessi la possibilità, correrei ad abbracciarlo.
“Signor Harvey! Che piacere averla qui!” esclama l'insegnante avvicinandosi leggermente a questo, mantenendo una certa distanza di sicurezza.
“Sono qui per verificare lo svolgimento ottimale delle attività didattiche” afferma inespressivo e composto: sinceramente non credo che quest'uomo sia capace di provare dei sentimenti.
"La signorina Carter qui presente, era intenta a suonare un brano," mi volto di scatto sperando non stia per dire ciò che penso "se vuole può deliziarla con l'esecuzione di un brano” propone la signora Dawson con un enorme sorriso stampato sul volto.
Ma perchè proprio io? Non ci tengo particolarmente a mettermi in ridicolo davanti al rettore.
Lo guardo, sperando che rifiuti, che sia troppo impegnato per fermarsi, e proprio mentre sto per convincermi che se ne andrà, questo fa un cenno con il capo e dice: “Sarebbe un piacere, ho sempre apprezzato della buona musica.”
Davvero?
Prendo un bel respiro, guardo per un attimo la signora Dawson che sgrana gli occhi come a intimarmi di non sbagliare per l'ennesima volta, porto lo sguardo sul pianoforte davanti a me e poso le dita sulla tastiera: ora o mai più. Comincio a suonare la stessa melodia di prima; sto attenta a ogni signola nota e ai minimi movimenti delle mie dita; sento gli occhi puntati su di me e la mia ansia non fa che salire, ogni secondo di più; il cuore mi batte così forte che credo potrei morire di tachicardia da un momento all’altro; a metà canzone tutto sta andando anche troppo bene e ciò mi preoccupa; mi accorgo di stare tremando ma cerco di mantenere la calma per sembrare il più sicura possibile; le ultime note: Leila concentrati, la tortura sta per finire, un altro piccolo sforzo ed è fatta; Mi… La… ci sono riuscita. Incredula resto ferma a fissare le mie mani ancora poggiate sul pianoforte.
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La ragazza dagli occhi color della notte
FantasyLeila è una sognatrice. Una ragazza dall'animo che vuole spiccare il volo verso una realtà diversa, verso la libertà. A Ster la libertà non esiste. La popolazione è costretta a vivere divisa. Motivo? La paura. Tre categorie di persone: gli "Iluna"...