CAPITOLO 12

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"Posso mettere in mezzo anche i Sunon se voglio."

Meg si ferma come raggelata dalle parole che ho appena pronunciato. La mano, che era in procinto di abbassare la maniglia della porta, si blocca. La scosta, riportandola vicino al suo corpo. Si gira a guardarmi lentamente.

Ho ottenuto l'effetto desiderato: ho attirato la sua attenzione.

Adesso, però, arriva il momento più difficile: la confessione. Mi sono ritrovata spesso, durante queste settimane, a immaginare il momento nel quale avrei raccontato a Meg di Thomas e a valutare il modo migliore per farlo. Se c'è una cosa di cui ero sicura, è che sarebbe stato un passo difficile, ma una parte di me scacciava la semplice idea, perché sembrava un fatto lontano e surreale, come se in fondo questo momento non sarebbe mai arrivato. E invece eccomi qui, improvvisamente catapultata in questa situazione. Speravo che questo sarebbe successo in un momento più pacifico, possibilmente con Meg serena, ma a quanto pare il destino aveva altri progetti per me. Ormai sono in un punto di non ritorno: non posso tirarmi indietro.

"Che significa? Come potresti..." la voce di Meg mi riporta alla realtà e rende il tutto più reale: è davvero arrivato il momento.

"Oh fidati, eccome se potrei. Anzi: l'ho già fatto."

Un lampo di preoccupazione annebbia per un attimo lo sguardo di Meg.

"Non è possibile" una risatina nervosa esce dalle sue labbra come se stesse sperando con tutta se stessa che tutto questo sia solo uno scherzo.

"Fidati, è più che possibile" ribadisco decisa.

"Cos'hai fatto Leila?" improvvisamente la testardaggine di prima se n'è andata ed è quasi intimorita.

"Devo dirti una cosa:" affermo "è da un po' che cercavo il momento giusto per farlo e non volevo uscisse così."

"Mi spaventi in questo modo" ammette.

"Non è nulla di brutto, ma sono sicura che non sarai d'accordo nemmeno su questo."

Meg continua a guardarmi, senza pronunciare una parola. Mi siedo sul letto. Non ci credo, lo sto facendo davvero.

"In questo ultimo periodo mi è capitato spesso di sparire per ore ed ore. Mi sono sempre giustificata dicendo di essere impegnata a fare qualcosa, ma la verità, è che ero impegnata con qualcuno."

È fatta.

"Lo sapevo che c'era qualcosa!"

"Ebbene alcune settimane fa sono andata in giardino a leggere e sono salita sull'albero al confine con il lato dei Sunon. Ero concentrata a leggere quando una persona ha attirato la mia attenzione."

"Non dirmi che era..."

"Un Sunon."

L'ho detto. Ho confessato di aver conosciuto un Sunon. Mi sento in parte liberata di un fardello enorme e sono felice di essermi confidata con Meg, nonostante tutto, ma d'altra parte, è come se fosse un'intrusa nell'intimità tra me e Thomas, come se abbia violato quello che avrebbe dovuto rimanere un tacito segreto tra i nostri cuori e ora quella purezza del nostro rapporto sia macchiata da una presenza esterna di troppo.

Meg è impietrita. Spalanca la bocca per dire qualcosa ma le parole le muoiono in gola, probabilmente per lo shock.

Decido allora di continuare: "Mi ha spaventata e ho perso l'equilibrio."

"Oddio! Sei caduta?"

La preoccupazione che trapela dalla sua espressione mi fa sorridere. È la dimostrazione che l'affetto che proviamo l'una per l'altra è più forte dei litigi. È questo il bello della nostra amicizia: siamo molto diverse e per questo finiamo spesso per discutere, ma poi ci riappacifichiamo sempre. Non c'è una volta in cui un litigio non si sia concluso con un abbraccio o con delle parole di scuse, perché in fondo le differenze possono essere superate, ma il rapporto che ci unisce, no.

La ragazza dagli occhi color della notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora