La notte passa irrequieta. I miei sforzi nel dormire si rivelano una perdita di tempo e, ogni volta che la mia mente sembra sul punto di sprofondare lì dove i sogni non lasciano spazio alle preoccupazioni terrene, queste tornano a galla, come un dialogo che si ripete nella mia mente senza darmi tregua: visualizzo la scena di cui sono stata testimone nell'ufficio del preside ancora e ancora e questa non fa altro che soffocarmi sempre di più, ogni secondo che passa.
Mi sento in un vicolo cieco, come se ogni mia azione fosse sbagliata. Una nuova consapevolezza annebbia i miei pensieri. Devo agire diversamente, devo essere più furba. Ma come?
La furia del vento autunnale sconvolge il mondo esterno, unendosi ai miei tormenti. Mi fermo a guardare il soffitto, dopo essermi girata e rigirata nel letto, come se da un momento all'altro le risposte che cerco possano apparire sulla vernice bianca. L'orologio scorre: minuti che sembrano ore, voci che mi perseguitano, vento che riempie le mie orecchie.
La mia coscienza mi rimprovera. "Dovevi saperlo. Se solo fossi stata più attenta, se solo fossi stata meno cieca..." Cieca? È questo che sono stata? La verità è sempre stata lì, davanti a me, eppure non sono riuscita ad afferrarla, mi è scivolata da sotto le dita come se nulla fosse. A volte credo che l'uomo abbia una visione parziale della realtà, dettata da convinzioni, sogni, dall'ambiente in cui vive e dalle persone che lo circondano. È così che molte cose sfuggono alla mente umana, e, spesso, una di queste è proprio la verità, che aspetta solo di essere scoperta per cambiare totalmente il tuo modo di vedere le cose. È quando poi le convinzioni crollano che arriva la realtà a colpirti pesante come un macigno.
Secondo dopo secondo la notte scorre e mi consuma. Minuto dopo minuto l'angoscia avvolge il mio animo. Ora dopo ora il mattino è sempre più vicino ma non sembra che il sole voglia arrivare a darmi sollievo dalla mia stessa mente.
Poi in un momento, tutto cessa. Le voci di quelle persone lasciano libera la mia mente e, mentre il vento si disperde e i primi raggi di sole entrano dalla finestra a illuminare leggermente la stanza, capisco che non è tutto perso. Un sorriso affiora sulle mie labbra: ho trovato la soluzione. Ora so cosa devo fare.
*
"Prendi quella scatola e portala di là, Leila. Quella tenda va un po' più sopra. Cole non puoi apoggiarli lì. Christine mettilo più a destra."
La signora Brown è al centro dell'aula e impartisce ordini da un capo all'altro della stanza. Tutti hanno qualcosa da fare, noi e le educatrici, nessuno si salva. Oggi sembra essere ancora più frenetica del solito, nel suo ribadire quanto importante sia quest'ultima settimana di organizzazione prima del grande evento.
"Tutto dipende dal nostro lavoro questa settimana:" sono state le sue parole "sta a noi dare a questo istituto il sogno che aspetta e che merita."
Così ci ha messi tutti al lavoro per sistemare gli abiti arrivati questa mattina dal regno. Ogni anno Ster invia, qui nell'istituto, una serie di vestiti da utilizzare in occasione del ballo: abiti considerati fuori moda, leggermente sgualciti o già utilizzati una volta dalle dame di Ster. D'altronde chi è che utilizzerebbe lo stesso vestito per ben due volte? È assolutamente impensabile, no? Vengono quindi allestite un paio di aule come se fossero boutique ed è qui che ogni ragazza cerca l'abito che le permetterà di vivere il proprio sogno reale.
Mentre poggio uno scatolo sul tavolo, sbadiglio, ancora stanca dalla nottata passata in bianco.
"Qualcuno ha sonno oggi" mi prende in giro Cole, intento anche lui a posare degli scatoloni.
"Non ne parliamo, ho passato una nottataccia."
"Insonnia?"
"Più o meno" contesto senza rivelare di più.
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La ragazza dagli occhi color della notte
FantasyLeila è una sognatrice. Una ragazza dall'animo che vuole spiccare il volo verso una realtà diversa, verso la libertà. A Ster la libertà non esiste. La popolazione è costretta a vivere divisa. Motivo? La paura. Tre categorie di persone: gli "Iluna"...