Andrew era determinato a vincere quella scommessa: l'avrebbe fatta sua a tutti i costi. Ormai l'aveva detto, e non poteva tirarsi indietro.
Andò a scuola con un unico obiettivo: chiedere a Caitlyn Cooper un appuntamento. Aveva constatato in poco tempo che la ragazza non era un tipetto facile, e ciò aumentava il suo interesse. Nel corso del tragitto verso la scuola, Andrew provò decine di migliaia modi diversi per chiedere a Caitlyn di uscire. "ehy cait, ti va se andiamo a prenderci un gelato dopo scuola?"
"andrew, andiamo: un gelato verso dicembre ti sembra il caso?" pensò mentalmente, gli venne in mente un'altra idea. "Caitlyn, ti piacerebbe mangiare qualcosa insieme stasera?"
"non va assolutamente bene." Nel far domande ad alta voce, immaginando la figura di lei, lo faceva sentire un totale psicopatico.
A quel punto, nella più totale disperazione, sbatté la mano contro il volante della sua auto, e il suono del clacson riecheggiò per tutta la strada semi-trafficata (provocando una reazione avversa delle diverse persone che erano alla guida delle proprie auto). Andrew dovette alzare la mano in segno di scuse, per poi procedere verso la via che portava al proprio liceo. Non appena arrivò, si recò velocemente fuori l'aula in cui Caitlyn avrebbe dovuto essere quel giorno: l'aula di letteratura straniera. "Casualmente" giunse lì e rimase fermo ad aspettarla, cercandosi di comportare nel modo più tranquillo possibile: come se il loro incontro non fosse progettato, ma improvvisato.
Caitlyn quel giorno aveva il compito di letteratura, e vedere i suoi compagni correre per accaparrarsi il posto migliore per copiare, la divertì molto.
"Tutta fatica sprecata", pensò lei. Notò che Andrew era lì nelle vicinanze, quasi come se stesse aspettando qualcuno, sapeva che stava aspettando il suo, di arrivo.
Le scappò una piccola risata, ma nonostante ciò si sentiva anche "lusingata" nell'aver qualcuno che le fosse vicino dopo tanto tempo e che l'aspettasse fuori la propria aula di corso. Doveva ammettere che era una bella sensazione.
Il ragazzo castano stava leggendo il proprio libro, di tanto in tanto spostava gli occhiali che gli ricadevano sul viso col dito indice (un gesto molto tenero, a suo dire).
Andrew si accorse che la stava guardando, chiuse, imbarazzato, il libro e si avvicinò a lei per salutarla.
"C-Ciao, come va?" le chiese lui.
Caitlyn era sorpresa: un attimo prima era spavaldo e intrepido, e adesso era...imbarazzato? Timido?
Lei, nonostante il suo essere introversa, si fece coraggio per non balbettare. "Bene, a te? Come mai eri qui?" gli domandò, sapeva perfettamente la risposta, ma voleva vedere dove la sua fantasia arrivasse.
"Cazzo." E adesso?
"Ehm, ero venuto a riportarti uno dei libri che mi avevi dato per la ricerca. È stato molto interessante." disse poi, consegnandoglielo.
"non c'era bisogno che me lo portassi oggi, puoi tenerlo quanto vuoi tu e restituirlo alla biblioteca appena puoi e quando vuoi." gli rispose, facendogli un piccolo sorriso, prima di entrare.
Sentì una forte presa sul suo polso, prima di girarsi verso il ragazzo, che urlò: "Aspetta, Cait!" Lei rimase in silenzio a guardarlo, aspettando una sua domanda. "Volevo chiederti...ecco. Ti andrebbe di uscire con me, Domani? O stasera? Oppure scegli tu un giorno, io sono sempre disponibile-" Caitlyn lo interruppe, "Va bene stasera, Andrew. Dove e come vorresti stupirmi?" gli domandò lei, con un tono leggermente sfacciato. "Lo scoprirai solo vivendo." Rispose lui, ricambiando lo sguardo. Al suonar della campanella, entrambi furono costretti a salutarsi, per iniziare l'ennesima giornata di lezioni.
Adesso, Andrew aveva solo un problema da risolvere: dove andiamo? e soprattutto, cosa andremo a fare?
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a bet on us -Andrew garfield
RomanceÈ nato tutto da un gioco di sguardi, che ha portato ad una scommessa...ma come finirà? "è solo una perdita di tempo, non succederà mai" lui mi sussurrò, avvicinandosi al mio orecchio: "questo lo dici tu"