new guy

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Nei giorni successivi Caitlyn si sentì molto meglio, e a farle compagnia c'erano i messaggi di Andrew che le inviava ogni giorno. Dopo una settimana a casa a causa dell'influenza, decise che era il momento giusto di ritornare a scuola. E poi, ci sarebbe stato Andrew a farle compagnia, anche se l'idea di farsi nuovi amici non la stava escludendo: grazie al ragazzo si stava aprendo molto, quindi sperava che in un modo o nell'altro sarebbe riuscita ad instaurare rapporti amichevoli anche con altre persone.
Si preparò velocemente e uscì di casa ben coperta, in modo tale da evitare una ricaduta. Uscì poi di casa, il vento gelido dell'inverno le colpí violentemente il viso, facendola per un attimo raggelare.
Si avviò successivamente verso la fermata dell'autobus, ma mentre lo aspettava vide la macchina di Andrew che si fermò davanti a lei.
"Allora Caitlyn? sali?" disse il ragazzo, dopo aver abbassato il finestrino. Non le avrebbe permesso di prendere il pullman in quelle condizioni. Caitlyn scosse il capo dando una risposta negativa: "non ne ho bisogno, il pullman arriverà tra poco", disse in risposta, volgendo poi lo sguardo altrove; ma andrew non si sarebbe arreso.
"Cait, sali in macchina. Ti riprenderai una ricaduta così." disse nuovamente, in modo serio.
Il pullman stava per arrivare, "Andrew, il pullman é dietro di te. Ci vediamo direttamente a scuola." rispose, salutandolo con la mano e dirigendosi direttamente verso il pullman. Andrew uscì di scatto dalla macchina e la prese per il polso: "Tu adesso entri in macchina senza fare storie." rispose deciso, trascinandola -contro la sua volontà- verso la propria macchina.
Nel momento in cui entrarono entrambi nella macchina, Caitlyn sbuffò sonoramente: "non decidi tu quello che devo fare nella mia vita, Andrew!", il ragazzo la guardò quasi furiosamente: "non capisci che ti sto facendo un piacere? Non voglio che tu prenda una ricaduta, non me lo perdonerei mai." disse in risposta, tenendo le mani saldamente sul volante dell'auto, quasi sembrava stritolarlo e frantumarlo in mille pezzi.
Caitlyn volse lo sguardo altrove, non rispondendogli. Non aveva tutti i torti, ma comunque avrebbe dovuto rispettare la sua decisione.
Dopo vari minuti di silenzio, il ragazzo le domandò: "come ti senti?"
"bene, grazie.", si limitò a rispondere così, non aggiungendo altro.

Poco dopo giunsero a scuola, Caitlyn si diresse verso il laboratorio di biologia, senza neanche salutarlo. Oggi era una di quelle giornate dove era meglio se restava in silenzio, piuttosto che parlare e dire probabilmente cose aggressive e dette con impulsività (come suo solito, quasi).
Quando si diresse al suo solito banco -sempre posto in disparte dal resto della classe-, vide che già c'era un ragazzo. Era di statura sopra la media, capelli biondi e occhi azzurri: praticamente l'opposto di Andrew. Il ragazzo biondo, sentendo uno sguardo su di sé, alzò il proprio volto verso la ragazza. Caitlyn, imbarazzata, disse: "ehm, scusa...quello é il mio posto."
Il ragazzo sogghignò, di certo Caitlyn non era una brutta ragazza, si sarebbe divertito con lei. "non mi sembra che qui ci sia scritto il tuo nome." Caitlyn sbuffò sonoramente, volgendo per un attimo lo sguardo altrove prima di riportarlo sulla figura di lui. Adesso non avrebbe usato un tono cortese, "senti, non é una buona giornata: quindi alzati dal mio posto e trovatene un altro, okay?"
Il ragazzo dalle iridi azzurre si alzò e la guardò dritto negli occhi, con aria di sfida: "no." disse soltanto in risposta. Caitlyn non si fece intimidire da quello sguardo: "bene, visto che insisti...", mormorò poi lei, lanciando contro il pavimento lo zaino del ragazzo e ponendo il suo.
"è stato un piacere conoscerti, Ken." continuò, regalandogli uno dei più falsi sorrisi.
Il ragazzo le prese il polso e la tirò verso di sé, Caitlyn era a dir poco sconvolta: ma chi si crede di essere? pensò lei, cercando poi di strattonarsi dalla sua presa, che poi si rafforzò. "lasciami..." disse poi lei, quasi in un sussurro. Attenzione però: lei non era terrorizzata da lui, voleva solo che la lasciasse libera.
"tu chiedimi scusa, allora." disse ridacchiando lui. "non chiederò scusa ad uni sconosciuto." rispose lei decisa. "beh, io non sono uno sconosciuto: io sono Jacob, Jacob elordi."
Caitlyn alzò un sopracciglio, confusa: non aveva mai sentito il suo nome. "Jacob? sei uno studente nuovo?", lui annui in risposta.
"Okay, jacob. Non ti chiederò scusa se non lo farai prima tu." Jacob rise sonoramente, scuotendo il capo dando un cenno in dissenso. "assolutamente no, sei tu che hai buttato la mia roba a terra!", Caitlyn controbatté subito: "tu ti sei rubato il mio posto!"
Quando notò che il ragazzo aveva diminuito la presa sul suo bracciò, si scansò da lui e -per sua fortuna- la campanella della scuola suonò, dando inizio alle lezioni.
A quel punto, Jacob fu costretto a sedersi al suo fianco: incenerendola con lo sguardo. Beh, si poteva dire che il sentimento fosse reciproco.

Sarebbe stata una lunga, terribile e stancante giornata.

 a bet on us  -Andrew garfieldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora