Da: Caitlyn
tu, è a casa mia, domani, alle 21.non accetterò risposte negative o ritardi.
Nient'altro da aggiungere.
Andrew quando lesse i messaggi rimase leggermente perplesso, tant'è vero che si limitò a rispondere con un semplice "ok".
Caitlyn nel frattempo stava pensando al discorsetto che avrebbe fatto al ragazzo. Ma come si era permesso di farle un succhiotto? per di più in bella vista?
lei odiava queste cose, era una persona molto riservata e non le piaceva affatto essere messa in imbarazzo dagli altri (specialmente in quel caso).
Quando Andrew arrivò, aveva ancora molto le idee confuse: che era successo? aveva fatto qualcosa di sbagliato?
Bussò alla porta della casa della ragazza, e ad aprigli fu proprio lei: aveva uno sguardo leggermente contrariato, i capelli solitamente legati in una lunga treccia in quel momento erano liberi e sciolti sulla schiena della ragazza. Andrew si avvicinò di scatto per posarle istantaneamente un bacio sulle labbra, ma Caitlyn posò una mano sulle gemelle rosee del ragazzo e si discostò, scuotendo il capo in segno negativo. "no no, niente bacio." A quelle parole Andrew fece un piccolo broncio, prendendola per la vita e avvicinandola a sé: "dai, perché no? ne ho tanto bisogno..." rispose lui, guardandola. Caitlyn scappò dalla sua presa, indicando poi con l'indice della mano sinistra il proprio collo, precisamente il segno violaceo lasciatogli dal ragazzo stamattina."Ma che diavolo ti é venuto in mente? sei impazzito per caso?" disse Caitlyn poi, quasi sul punto di picchiarlo: il ragazzo si fece scappare una piccola risata, che lei trovò alquanto irritante. "che c'é? é solo un piccolo succhiotto, niente di così grave!" rispose lui, roteando gli occhi verso il cielo. "Avresti potuto anche dirmelo, sai Andrew Garfield? In questo mondo non esisti solo tu, non ti é passato neanche per l'anticamera del cervello che questo...coso avrebbe potuto mettermi a disagio e in imbarazzo davanti alle altre persone?" disse lei, trucidandolo con lo sguardo. Andrew, essendosi scocciato delle sue lamentele, la prese per i fianchi nuovamente e la baciò, zittendola. "considerala una delle mie tante dimostrazioni di affetto..." sussurrò poi lui nell'orecchio della castana. "sei il solito-" lui la interruppe: "basta parlare, piccola."
"io non smetto proprio di non fare nulla, non puoi deci-" andrew la fermò di nuovo, dandole stavolta un bacio più lungo, più...passionale.
Caitlyn era rimasta interdetta dalle azioni del ragazzo bruno, lo stava per fare di nuovo!"Andrew, smettila." sussurrò lei, tra un bacio e l'altro. "sai, mi ha dato un po' fastidio che quel ragazzo biondino ci provasse spudoratamente con te." rispose Andrew, portandola a sbattere non violentemente verso il muro. "provarci? era solo venuto a scusarsi con me... é un ragazzo nuovo della scuola." controbatté Caitlyn, incrociando le braccia e portandole verso il petto. Il ragazzo prese i polsi della ragazza con una mano, bloccandoglieli sopra la propria testa. "Piccola Caitlyn, sei davvero ingenua. Quel ragazzo ti aveva preso nell'occhio, lo si leggeva negli occhi che avrebbe desiderato conoscerti e ricevere da te qualcosa di più." disse Andrew, baciandole il collo: il suo -ormai risaputo- punto debole. "n-non sono ingen-nua, ma tu t-ti stai sbagliando..." balbettò lei, stringendo le mani in due pugni e mordendosi il labbro inferiore con veemenza per trattenere gli ansiti.
"tu dici, caitlyn?" mormorò lui, guardandola dritto negli occhi. Le loro fronti si scontrarono, i loro sguardi erano come incatenato l'uno all'altro.
Caitlyn annuì di rimando alla domanda del ragazzo "non ti credo per nulla, piccola Caitlyn." disse poi Andrew, accarezzandole il segno violaceo presente sul suo collo: "certo che ho fatto una vera e propria opera d'arte!"continuò poi lui, ghignando leggermente. Cailtyn alzò gli occhi al cielo, sbuffando: "sei un'idiota, Andrew Garfield.""si, un'idiota che ti vuole tutta per sé e per nessun altro."
Caitlyn rise, sentendo la presa del ragazzo castano diminuire sui polsi, ne approfittò per darsela a gambe e per allontanarsi da lui.
"anche se ci siamo baciati più di una volta, di certo non vuol dire che io sia tua. Dopotutto, sono stati solo dei baci." continuò lei, guardandolo con lo stesso sguardo compiaciuto di lui, che per un attimo giurò di aver visto spegnersi, alle parole di lei.
"per te sono stati solo dei baci? niente di più?" domandò Andrew, con un tono della voce leggermente deluso. Sapeva che non fosse una ragazza semplice, ma non voleva neanche essere usato come un semplice giocattolo."per il momento si, di certo abbiamo ancora una scommessa valida da concludere, no?" rispose lei, Andrew -divertito- sorrise.
"giusto, abbiamo una scommessa su di noi ancora in questione." disse Lui in risposta, annuendo quasi per convincere sé stesso.
"Ricorda: siamo solo all'inizio, Andrew. Ce ne vuole di strada da fare per battermi." continuò poi, guardandolo con atteggiamento di sfida a braccia incrociate poste sul petto.
Andrew, ormai stufatosi della distanza che vi era stata tra loro in quella decina di minuti, la tirò nuovamente a sé.
"tempo di qualche mese e mi supplicherai di farti mia." mormorò nel suo orecchio, con voce roca.
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a bet on us -Andrew garfield
Roman d'amourÈ nato tutto da un gioco di sguardi, che ha portato ad una scommessa...ma come finirà? "è solo una perdita di tempo, non succederà mai" lui mi sussurrò, avvicinandosi al mio orecchio: "questo lo dici tu"