"tempo di qualche mese e mi supplicherai di farti mia."
Caitlyn arrossì di colpo e volse lo sguardo altrove: "q-questo lo dici tu, non succederà mai."
Andrew le lasciò un bacio sulla guancia, prima di staccarsi: "va bene, staremo a vedere."La ragazza cercò di ricomporsi un attimo, sistemandosi velocemente i capelli con una mano e con l'altra "stirando" la maglia oversize che indossava in quel momento, la quale si era leggermente stropicciata a causa del stretto contatto col ragazzo.
"Sei bellissima." disse soltanto Andrew, quasi (o forse lo era del tutto) incantato da tale visione.
"smettila con queste smancerie, Andrew." disse Caitlyn, quasi come se fosse stata urtata in malo modo. "che c'é? adesso non mi é permesso neanche di essere romantico o di farti un complimento?" domandò lui, mettendosi poi le mani nella giacca beige che stava indossando in quel momento.
"beh, io mi sa che adesso devo andare in biblioteca, devo fare delle cose..." rispose al volo Caitlyn, dirigendosi verso le scale; ma quando raggiunse il primo gradino, sentì una leggera presa sul suo polso sinistro, ella si girò e rivolse lo sguardo confuso su Andrew. "cosa devi fare in biblioteca?" chiese lui, voleva divertirsi ancora un po'. "delle cose, niente che ti riguardi." disse nuovamente lei, scrollando le spalle. "ogni cosa che riguarda te, automaticamente riguarda anche me, cara Caitlyn." rispose lui, "quindi, cosa devi fare?"
Caitlyn si avvicinò al volto del castano, prima di dire in modo molto chiaro: "lasciami, Andrew. Adesso."
"dai! che ti costa dirmi che diavolo devi fare in biblioteca? sono curioso!""Certo che é veramente un rompipalle...e per giunta non sa farsi neanche gli affaracci suoi!" pensò la ragazza dalle iridi verdi, roteando gli occhi -per l'ennesima volta- al cielo.
"ti hanno mai insegnato la parola 'privacy' e il suo significato?", domandò lei, ormai stufa. "sì, ma voglio sapere."
"vai a casa Andrew, ci vediamo un altro giorno." continuò lei, dirigendosi al piano di sopra, verso la propria stanza. Andrew la seguì, e quando entrambi furono dentro la camera, andrew come un provocatore quale era, la tirò per l'ennesima volta verso la sua figura.
"non mi va." mormorò lui. "dai Caitlyn! non sapevo che ti desse tanto fastidio una cosa del genere!"
La ragazza sbuffò, osservando ogni sua mossa. "almeno se proprio avresti dovuto farlo, potevi formarlo in un posto meno visibile a primo impatto!" rispose lei, alquanto scocciata.
Andrew fece un piccolo ghigno: "quindi mi stai dicendo che posso fartene tanti altri?" sussurrò lui con voce roca, iniziando a lasciare una scia di baci dalle guance della ragazza per poi scendere sempre di più. Le goti di Caitlyn diventarono leggermente rosse per l'imbarazzo. "Andrew, smettila." disse lei, stringendogli le braccia. Il ragazzo castano spostò le proprie labbra su quelle di Cait, per zittirla. "anche tu mi desideri, sotto questo carattere duro e acido, piccola Caitlyn."
"ti stai facendo strane idee..." ribatté subito lei. "disse colei che mi supplicò di baciarla in uno stanzino della scuola." A quelle parole Caitlyn gli diede uno schiaffo dietro la nuca (soltanto perché lui si era abbassato all'altezza del suo viso), "zitto idiota!" lo interruppe lei, tirandolo a sé e baciandolo."Dio, questa ragazza mi farà uscire pazzo." pensò Andrew, ricambiando il contatto. La prese per i fianchi e la fece aggrappare su di se, spostò poi le proprie mani sui glutei della ragazza, ai quali si lasciò andare ad una leggera strizzatina che provocò uno squittio di Caitlyn, sorpresa dal gesto. Aprì di scatto gli occhi, guardandolo con stupore. Caitlyn mise le mani tra i capelli mossi di lui. "A-Andrew..." ansimò sulle sue labbra, guardandolo dritto negli occhi, lo sguardo di lui era così penetrante che faceva fatica a reggere la concorrenza, era proprio uno sguardo affamato, tipico di un predatore. "D-devo andare in biblioteca..." continuò poi, Andrew si fermò per un'istante, "proprio adesso?" domandò, quasi con tono supplichevole. Lei annuì, lasciandogli poi un piccolo bacio sulla guancia, ritornando -letteralmente- con i piedi per terra.
"va bene, copriti bene che fuori fa freddo." disse lui, abbracciandola da dietro mentre era intenta a prendere dei vestiti nell'armadio. Sentiva in basso qualcosa premere dietro di lei, ma non avrebbe voluto per nulla girarsi e sapere cosa fosse. Se il suo volto era arrossato, in quel momento era diventata un pomodoro. "S-sì, lo so." mormorò lei in risposta.
"okay, quando sei pronta, scendi. Ti do un passaggio io. Questa volta non accetterò un 'no' come risposta." disse lui, puntandole l'indice contro mentre usciva dalla stanza di lei, per permetterle di prepararsi."é sempre il solito scemo..." pensò Caitlyn, ridacchiando tra sé e sé.
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a bet on us -Andrew garfield
RomansaÈ nato tutto da un gioco di sguardi, che ha portato ad una scommessa...ma come finirà? "è solo una perdita di tempo, non succederà mai" lui mi sussurrò, avvicinandosi al mio orecchio: "questo lo dici tu"