Capitolo 4

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Mi portó nella sua camera da letto. Gli implorai di mettermi giù e così fece.
"Perché mi hai portata qui?" domandai togliendomi i ciuffi di capelli che si erano incastrati negli occhi grazie al movimento brusco.

Lui rimase zitto per un secondo, si giró e chiuse la porta con un incantesimo. "Allora, perché cazzo mi hai portata qui?" esclamai iniziando a ribbartermi sulla porta in cerca di uscita, ma non c'era speranza.
"Calmati, non ti uccido mica. Dobbiamo parlare" disse sicuro di se mentre si avvicinava a passo lento con le mani nelle tasche, verso di me.

"Non pensare che mi sia dimenticato della figura di merda che mi hai fatto fare la settimana scorsa" approció con un modo molto minaccioso.
"Allora, cosa vuoi farmi? Vuoi picchiarmi? Sai che non puoi e non solo perché sono una donna ma anche perché rovineresti la reputazione della tua famiglia" ribbattei con un tono di sfida.

I muscoli delle sue labbra si incuravarono in un mezzo sorriso nervoso. "Non dicevi cosi quando ti picchiavo da piccolo", inizió ad avvicinarsi a me a passo lento, ancora di più.
"Sei sotto il mio comando e lo sei sempre stata, posso farti ciò che desidero".
La sua mano fredda toccó il mio viso e nonostante mi metteva paura nei suoi occhi riuscivo a scrutare il suo desiderio.

"Ma chi ti credi di essere? E non toccarmi, togli questa mano" gli urli contro con tutta me stessa. Iniziai a dare pugni sulla porta in cerca di qualche persona che avrebbe avuto il coraggio di salvarmi.

"Invece di urlare per cose inutili, che ne dici se ti faccio urlare per qualcosa di piu interessante?" esclamò mentre il suo ghigno si fece piu ampio.
"Fammi uscire da qui, domani abbiamo lezione e non vorrei arrivare in ritardo"
La sua espressione cambió, si fece serio.
Si allungó un po di più con il braccio e giró la maniglia. "Sei libera, per ora"

Uscì dalla stanza senza neanche guardarlo in volto, corsi per tutto il corridoio in cerca della mia stanza. Entrai con il cuore in gola dove a mia insaputa mi aspettavano Blase e Jennifer entrambi preoccupati.
"Allora, che ri ha detto?" disse Jennifer con le mani incrociate tra di loro.
Non potevano sapere cosa era successo in quella camera e che ero intenta forse ad un atto di stupro.
"Nulla di speciale"

"Allora io vado a dormire, domani abbiamo lezione presto" rispose Blase.
"Ciao a domani" rispondemmo io e Jennifer.

IL MATTINO SEGUENTE
Il rumore della sveglia disturbó il mio sonno. Erano quasi le 8 e non avevo nemmeno voglia di alzarmi dal letto. Faceva molto caldo eppure era settembre. Non volevo indossare il maglione di sicuro avrei sudato. Quindi ho optato per una camicetta con una scollatura molto evidente.

Mi girai, quella dormigliona stava ancora dormendo. Mi avvicinai a lei di soppiatto e con un colpo secco le buttai il cuscino del mio letto gridandole "Buongiorno è ora di alzarsi".
Lei con una voce al quanto raca mi disse "Non vengo a lezione non sto bene".
"Puoi mai perderti il primo giorno?" esclamai.
Ma nonostante la mia voce squillante lei si riaddormentó di nuovo.

Andai in sala grande a fare un abbondante colazione e poi mi precipitai a lezione con la Mcgranitt. Avevo il turno con i corvonero.
Infondo all'aula c'erano i posti vuoti riservati a me e Jenny. Mi sedetti iniziando a sistemare le mie cose sul banco quando ad un certo punto, sentì come una presenza seduta accanto a me.

Non volevo problemi, specialmente il primo giorno. Mi girai e lo rividi ancora accanto a me. "Mh la tua amichetta non si è presentata oggi?" continuó Draco.
Draco. Maledetto Draco.
"È il posto di Blase questo" risposi infastidita dalla sua presenza, se mai se ne accorse della mia tale riluttanza nei suoi confronti.

"Blase è in camera, ha fatto ritardo, e poi io posso fare cio che voglio no?" esclamò sicuro di se.
"Perché non ti siedi vicino a quelle due?" gli domandai indicando il posto vuoto accanto pansy e astoria.
"In realtà, sono seduto qui solo per darti fastidio" il suo ghigno tornó.

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