Capitolo 23

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Mi staccai da lui, non dissi una parola rimasi lì a guardarlo, mi ha preso di sorpresa non sapevo cosa dire
"Scusami, è stato più forte di me, ti ho visto striate allora io-"
"No no Nathan, non ti devi preoccupare tranquillo, perché ti devi scusare?"
"Hey T/N!"
Mi girai sentendo urlare il mio nome, era Jennifer, appena tornata dal campo
"Ehm Nathan, io vado ci incontriamo tra un po' in sala grande"
"Si sì vai, ci incontriamo lì"
L'ho lasciai lì da solo, era ancora un po' scosso dopo quel bacio, ma lo ero anch'io, non capivo perché l'abbia fatto.

"Che ci facevi con Nathan?" mi domandò Jennifer
"Andiamo in camera nostra"
La tirai per raggiungere il dormitorio, ma quando entrammo incontrai Andrew
"Ah eccole, invece di girare per la scuola a perder tempo piuttosto andate a studiare, però ora dobbiamo andare in sala grande, quindi forza, andate" ci ordinò indicando il dito verso il quadro
"Senti Andrew, sei caposcuola da solo mezza giornata è già non ti sopporto, non incominciare a dare ordini per favore"
"Goblin porta rispetto per il nuovo caposcuola"
"Ah Andrew, volevo congratularmi con te" rispose subito dopo Jennifer stringendogli la mano
"Sai Andrew che tua sorella è ritornata perfetta?"
continuò ancora Jennifer.

"Davvero? Mh, non so perché ti abbiano ridato quella spilla ma almeno ho un motivo in più per comandarti"
"Puoi farlo solo per motivi scolastici, non perché non vado a studiare" gli risposi a braccia conserte
"È vero però ti dico questo, invece di perdere tempo ora che sei perfetta sbrigati a vedere quello che devi fare. E poi devi mettere il distintivo se no come faranno a capire che ruolo tieni in questa scuola"
"Si si, Io vado" non sopportavo più di sentire la sua voce, presi la mano di Jennifer e tornammo nella nostra camera.
"Racconta, cosa è successo con Nathan"
"Mi ha baciata" dissi tutto a dun fiato
"Cosa? ma così all'improvviso?" domandò stupita
"Ero tornata dal campo lui mo vide un po' triste e si è seduto vicino a me"
"Da amico ti poteva consolare, dare un abbraccio ma non un bacio, fidati, questo è un'altro che ti corre dietro"
"No non credo, stavamo parlando e per non mettere in mezzo quel motivo ho messo in mezzo il fatto del bacio, anche perché volevo sapere"

"Fai in modo che Draco non lo venga a sapere"
"Pure se fosse? a me non interessa, lui non è niente per me, quindi se voglio baciare altri ragazzi di certo non devo dare conto a lui"
"Si ma comunque lui eèh-" si zittì subito
"Lui è cosa Jennifer?" volevi dire il padre del bambino?" la volete finire con sta storia basta"
Cominciai ad arrabbiarmi, non sopportavo che Jennifer parlasse in continuazione di quel argomento. Però vedendola così sicura stava facendo ricredere anche a me.
"T/N calmati, scusa"
"Non voglio più sentire parlare di questo fatto, e tu stavi per dire padre? come si può definire padre una persona del genere?"
Cominciai a rimanere di nuovo male, stavo per piangere di nuovo

"Sai perché sto così? perché quello stronzo non si vuole perdere le sue responsabilità e per rimediare avuto la brillante idea di mandarmi via da qui, per non vedermi con la pancia grande.
Mi sedetti sul letto, mi strofinai gli occhi ma stavo ancora piangendo in silenzio, sentii Jennifer sedersi accento a me ad accarezzarmi i capelli
"Che significa che ti vuole mandare via?"
"Si, ma non ha capito che io da qui non mi muovo, può pure uccidermi ma io non cambio scuola perché l'ha detto lui"
"Ma infatti, come ragiona quel imbecille?"
Appoggiai la testa sulla sua spalla e lui delicatamente mi accarezzò il viso
"T/N non voglio vederti così, tu sei forte non puoi rovinarti per lui"
"Quando ho visto mio fratello vedevo solo una guerra tra tutti e due"
"Ecco questa è un'altra cosa che non devi pensare, ora basta scendiamo"

"Non ho fame, ora voglio solo riposare perché mi fa male ancora la testa e sotto la pancia
"Sicura? Allora riposati".
Fermai Jennifer prima che aprisse la porta
"Jenny? ti prego non dire nulla a Draco"
"No tranquilla farò di tutto per trattenermi, però poi non dare la colpa a me se nel caso si ritroverà al San Mungo, notte" disse chiudendo poi la porta.
La guardai sorridendo e scorsi la testa, lei era l'unica persona che riusciva a strapparmi un sorriso.
Mi infilai sotto le coperte provando a non pensare a niente, ma solo a riposarmi perché ne avevo tanto bisogno.

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