𝑂𝑁𝐸 𝑆𝐻𝑂𝑇 {𝐵𝑇𝑆 𝑥 𝑅𝐸𝐴𝐷𝐸𝑅}

𝑁𝐴𝑀𝐽𝑂𝑂𝑁🔞

⚠︎☠︎︎𝑃𝑜𝑙𝑖𝑐𝑒𝑚𝑎𝑛☠︎︎⚠︎

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Era un giorno come un altro nella piccola cittadina di Ilsan.
Namjoon era lì, per le strade del quartiere, sulla sua bicicletta ecologica. Erano probabilmente le 6 del mattino, se non qualche minuto in meno, ma lui era lì e girava spensierato.

La sua giornata era cominciata davvero bene. La sera precedente, i suoi genitori gli avevano detto che sarebbero venuti a trovarlo e lui non vedeva l'ora. Finalmente poteva dimostrargli che tutti i suoi sforzi non erano stati vani.
Poteva dimostrare che tutte le sue ferite, i suoi dubbi e le sue scelte, alla fine lo avevano portato ad essere ciò che era adesso: un poliziotto affermato.

Non c'era persona che non trovasse Namjoon un buono e rispettoso poliziotto. Tutti parlavano di lui in modo positivo.
Persino le persone meno incline alle forze dell'ordine trovavano Namjoon una persona onesta e del tutto innoqua.

Solo che le persone non sapevano che lui aveva un lato del tutto differente quando non era in servizio.
Solo la notte, i ponti, i vicoli, i pub e i night club conoscevano il lato "oscuro" di Namjoon.

Ma come si dice "La verità prima o poi viene a galla" e quella verità, per Namjoon, era davvero vicina perché nel suo quartiere presto arrivò una nuova abitante.

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Erano le otto e trenta. Il sole era già alto nel cielo dal ben 2 ore e Y/n guardava proprio verso quest'ultimo con la mano sulla fronte a coprirle gli occhi, cercando di non diventare ceca a vent'anni.

Portare gli scatoloni in una nuova casa di certo era stancante e lei era solo all'inizio visto che si era svegliata da soltanto trenta minuti.
Il furgone dei traslochi era stato proprio in orario ma Y/n no. La sera prima aveva fatto le ore piccole e di certo ora non era nelle sue massime forze.

Ora si stava veramente sforzando perché voleva finire il trasloco il prima possibile e infatti, dopo solo 3 ore buone sotto il sole cocente di luglio, riuscì a far andare via il furgone dei traslochi vuoto.
Y/n si fermò a guardarlo andare via e quando quest'ultimo fu fuori dalla sua visuale, lei osservò il vicinato.

Tutte le case sembravano fatte con lo stampino ma una sola attirò la sua completa attenzione. La casa affianco alla sua. Era l'unica che aveva uno stile naturalista ed ecologico e a lei piaceva perché adorava la natura.
Essa la faceva sentire libera e le era sempre stata riconoscente quando da piccola aveva il raffreddore.

L'aria pulita della montagna la faceva sempre sentire bene. Ovviamente questa sua passione per la natura non è nata dal nulla ma bensì dalla sua cara nonna.
Lei le aveva sempre insegnato che la terra, l'aria, il fuoco e l'acqua erano le cose più importanti nel mondo.

Perché senza di esse la vita non ci sarebbe mai stata e quando pensava a ciò si ricordava sempre della piccola "filastrocca" che le ripeteva da quando era piccola:

"La TERRA è madre della natura
ed ospita qualsiasi creatura,
ci dona cibo ed è paziente
e non ci chiede in cambio niente.

L'ARIA c'è ma non si vede
ma intorno a noi risiede
lei è respiro, purezza e leggerezza
e il tuo viso accarezza.

L'ACQUA è sorgente della vita
ed è risorsa infinita;
è un bene prezioso, si chiama oro blu
e noi non dobbiamo sprecarla mai più.