14- Prendi un bel respiro e ricomincia a vivere
Non si era mai accorto che la notte fosse tanto lunga, buia e silenziosa. Di notti insonni nella sua vita ne aveva avute abbastanza per svariati motivi. Ma quella... Sembrava infinita.
"Il test del DNA..." Sospirò disteso su un fianco con il fidanzato che lo abbracciava da dietro, ripensando a quelle tre singole lettere, che nascondevano un immenso significato.
Non riusciva davvero a chiudere occhio quella notte. Troppa aspettativa e paura di rimanerne deluso. Se fosse stato negativo, avrebbe pianto quintali di lacrime per la disperazione dal sentirsi sempre più lontano da suo figlio.
Animato da quel turbamento, rimase con lo sguardo fisso verso la finestra della loro camera da letto, a fissare le tende calate dalla quale trapelava una leggerissima luce proveniente dalla città.
"Non riesci a dormire?"
Colto da quella domanda, Shota non si voltò, socchiuse le palpebre tirando un bel sospiro teso.
"No. Anche tu non riesci a dormire?"
"No." Fù la semplicissima risposta di Hizashi, che premette maggiormente il viso tra le scapole del moro, stringendo le braccia intorno al suo stomaco.
Quel poco tempo passato con Hitoshi quello stesso pomeriggio, in modo del tutto informale al di fuori dell'ambito scolastico, era stato bellissimo. Vagliare la possibilità che non fosse suo figlio lo faceva star male.
"Credo sia meglio non dirgli nulla, finchè non abbiamo i risultati del test di paternità." Ricomincio il moro. Chissà se sapeva d'essere stato adottato? Anche per quello non potevano sconvolgerlo ancor prima di sapere la verità.
"Hai ragione!" Sussurrò il biondo stretto alla schiena dell'altro.
Il giorno successivo sarebbero dovuti rientrare dopo quella lunga assenza, perdere quelle preziose ore di sonno non avrebbe giovato, ma non riuscivano davvero a non essere in ansia per ciò che li aspettava.
***
La mattina successiva arrivò con una lentezza e senso di tensione snervante per la coppia. Davvero stavano per compiere quel gesto senza l'esplicito consenso del loro presunto figlio? Era ingiusto, anche crudele agire alle sue spalle. Ma non potevano fare altrimenti. Non potevano sconvolgere la sua intera esistenza sulla base di un ipotesi, che poteva anche rivelarsi sbagliata.
Sopraffatti da una totale mancanza d'appetito, si limitarono nel bere solo un po' di caffè fissando la sveglia appesa alla parete della cucina con sempre più ansia. Sempre più teso, Shota andò alla ricerca del corpo del suo alfa, abbracciandolo prepotentemente, trovandolo altrettanto nervoso.
"Sho... Così non mi aiuti!" Sorrise tristemente avvolgendogli la vita, schioccandogli un bacio sulla guancia.
"Se non è lui... Non so come reagirò." Ammise con gli occhi sgranati e il viso premuto nel petto dell'altro.
"E' lui, lo sento! Fidati di me!" Hizashi rafforzò l'abbraccio premendo il volto tra quell'incredibile massa di onde corvine, inspirandone il profumo.
Era lui, ne era certo. Si trattava di una sensazione viscerale che provava, e pregava con tutto se stesso di non sbagliarsi. Anche Shota sentiva quella stessa sensazione, la percepiva attraverso il legame del marchio, è la sua era anche più predominante, ma la paura lo frenava. La paura di soffrire ancora, come aveva sofferto per anni, senza darsi pace.
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Singhiozzo (Omegavers)
FanfictionIntanto Aizawa continua a scrutare attento tutti, proprio tutti, anche coloro che vengono scartati immediatamente, mentre Yamada continua a tenere lo sguardo puntato su quello che è diventanto un collega. Cosa guardi Shota? Cosa osservi? Chi stai...