20 -Esprimi un desiderio

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20 -Esprimi un desiderio



La sveglia.

Dannata sveglia che ogni santa mattina irrompeva con quel frastuono micidiale svegliandolo di soprassalto. Era sì un suo dovere, ma delle volte... Quando la stanchezza era tanta, per via delle impegnative giornate come Hero tirocinante. Qualche ora di sonno in più non gli sarebbe dispiaciuta.

Stancamente si rigirò a letto a pancia in sù, passando una mano sul volto cercando di svegliarsi, raccogliendo tutte le forze per alzarsi e prepararsi per andare a scuola. Con un'immane sforzo si tirò su, seduto sul letto, guardandosi intorno afferrando il cellulare sul comodino dando un occhiata alle notifiche.

_Buongiorno._ Con un lieve sorriso sulle labbra, inviò quel breve messaggio a Denki. Sicuramente dormiva ancora.

Dal corridoio udì un leggero canticchiare proveniente dalla cucina. Si alzò continuando ad ascoltare quella bella voce, spostandosi in bagno, sbuffando con un sorriso scherno in viso continuando ad incastrare sempre meglio ogni pezzo del puzzle, man mano che il tempo passava. Pian piano si spiegava anche il perché, della sua di voce.

Da piccolo era sempre quello costretto a cantare alle recite dell'asilo, anche se si vergognava da morire. La sua mamma adottiva ne era estremamente orgogliosa, al contrario suo. Infatti crescendo smise di lasciarsi sottomettere dalle maestre e dalla madre.

Adesso, quel dono non gli dispiaceva più poi tanto, sapeva a chi associarlo e il perché. Muovendosi lungo il corridoio, ascoltò quella canzone farsi sempre più vicina e quella voce splendida, farlo sorridere. Se la mamma avesse ascoltato Hizashi cantare, sarebbe impazzita.

Entrando in cucina, osservò la figura del genitore in piedi dietro la cucina, continuare a canticchiare, preparando la colazione: con indosso un pigiama a maniche corte, i capelli legati e gli occhiali sul viso.

"Buongiorno!"

"Giorno!"

Con uno sbadiglio il ragazzo si avvicinò al maggiore, ricevendo un bacio tra i capelli per poi accasciarsi dietro il tavolo ricevendo una notifica sul cellulare.

_Buongiorno Hitoshi! Ci vediamo a scuola._ Finalmente Denki gli aveva risposto.

"Il tuo ragazzo?"

"Non ho nessun ragazzo."

"Il tuo sorrisetto, dice tutt'altro!"

Il giovane alfa, alzò lo sguardo serio preso in contropiede, trovando un sorrisetto malizioso stampato sul volto dell'altro alfa più grande. Sbuffò preferendo non intraprendere quel discorso. Almeno, non adesso.

"Shota?"

"A letto. Stamattina presto è stato assalito da un brutto attacco di nausea, e dopo l'ho riaccompagnato a letto. Credo si sia riaddormentato!" Concluse sistemando la colazione sul tavolo, abbandonandosi sulla sedia con un sospiro preoccupato.

Il terzo mese era sempre il peggiore. Anche 17 anni prima, tra il secondo e il quarto mese di gravidanza, il suo omega aveva passato i mesi peggiori, diviso tra quelle terribili nausee e poi la fatica per quell'enorme pancione. E la cosa si stava ripetendo anche adesso.

Il giovane osservò il genitore sedersi accanto a lui, per poi afferrare le bacchette nella mano destra cominciando a mangiare, continuando a fissarlo. Davvero era così evidente il suo rapporto con Denki?

Percependo quello sguardo, Hizashi sentì la curiosità montare incontrollata, volgendo una veloce occhiata a suo figlio, che in quelle ultime settimane sembrava aver preso dimora fissa da loro. E non poteva che esserne felice.

Singhiozzo (Omegavers)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora