16 -Se fai brutti sogni, svegliami

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16 -Se fai brutti sogni, svegliami




"Che diavolo! Non c'è un cazzo in televisione!"

Da ore stava piazzato su quel divano, con il cuscino in grembo facendo zapping con il telecomando in cerca di qualche programma decente. Per un po' si soffermò nel guardare un documentario sui leoni, per poi girare ancora trovando un Talk Show... passabile. Per poi tornare a cambiare canale sempre più esasperato.

Perchè la Tv era diventata un tale schifo? Sempre più agitato la spense, sistemandosi meglio con in mano il cellulare, trafficando un po' sui social, preferendo poi impegnarsi in uno stupido giochino pur di tenere la mente occupata.

Non c'e la faceva più, quell'attesa snervante lo stava distruggendo.

Finalmente udì la porta d'ingresso aprirsi, senza dar troppo a vedere l'immensa ansia che lo attraversava, rimase immobile in quella posizione distesa, con ancora il cuscino sullo stomaco, sforzandosi di mostrarsi il più freddo e disinteressato possibile.

"Siete tornati. Siete stati via parecchio... Ci sono stati problemi?"

Con sguardo dolce, confrontando il volto di Hitoshi con quello di Shota, perchè sì! Non aveva senso definirlo più un estraneo, era sua madre. Confrontò le rispettive espressioni, trovandole ancor più simili di come le ricordava, sorridendo dolce nel sentire il sollievo farsi strada. Grazie al cielo non lo avrebbe perso.

"E' andata bene!"

Il sedicenne rimase sconvolto da quel sorriso. "N-non avete litigato?"

"No!" Lo rassicurò il padre, trovando due occhi viola contorti di stupore addosso. "Non hanno cattive intenzioni, mi sembrano persone intelligenti. Vorrebbero solo poter riallacciare il vostro rapporto, visto il modo brusco in cui vi hanno separati!" Concluse.

Era strano da dire e forse il timore che alla fine Hitoshi gli si affezionasse lo spaventava, ma viste le loro buone intenzioni... Poteva anche provare.

Basito il ragazzo rimase zitto, non sapendo cosa dire. Si sentiva confuso e quella loro tranquillità lo faceva sentire ancor più in torto.

Non sapeva più cosa fare, ne dire. Cosa pensare, ne come comportarsi! Nella sua mente regnava solo il caos, trasportato da due perfetti estranei piombati nella sua vita dall'oggi al domani, scoprendo essere i suoi genitori biologici. E per di più erano riusciti a guadagnarsi il bel volere della sua famiglia. Non che li odiasse, era solo profondamente arrabbiato. avrebbero anche potuto dirglielo subito!

"Hitoshi!..."

"Mh?" Svogliatamente alzò lo sguardo verso sua madre.

"Almeno provaci a conoscerli! E poi... Sai bene che non volevano abbandonarti. Li hanno costretti a farlo." La donna era fermamente convinta che il suo piccolo non si sarebbe dimenticata di loro. Lo leggeva nei suoi occhi.

Poco convinto il ragazzino storse le labbra ricevendo una dolce carezza dalla sua mamma. "Ok!.." Acconsentì in fine.

"Allora domani tornerai a scuola?"

"Va bene!.." Sbuffò ancora.

"Tesoro, dico sul serio! So che per te è difficile. Lo è anche per me, che da adesso devo condividerti con i tuoi veri genitori. E credo sia difficile anche per loro, sarà per quello che non ti hanno detto subito la verità! Temevano avresti reagito male, proprio come adesso!"

"Mamma ti prego!..." Lì Hitoshi alzò gli occhi al cielo. Quale persona sana di mente avrebbe reagito bene in un simile casino? Solo un imbecille.

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