12. O retorno do amor.

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Mi sono sempre chiesta cosa spingesse una persona a tornare nel posto o da qualcuno che ha lentamente distrutto parte della sua anima. Come il cuore e il cervello possano smettere di collaborare e farti cadere in un oblio infinito. 
Perché continuiamo a incolpare il destino e il fato quando qualcosa non funziona, senza chiederci se abbiamo fatto qualcosa per impedire il fallimento. Il fallimento, uno dei sentimenti che mi ha sempre spaventato di più, è sempre troppo difficile comprendere quando poterlo definire tale; siamo sempre impegnati a cercare una scusa a tutto, a leccare e curare i nostri dolori senza alzare gli occhi e darci un'occhiata intorno. 

Ho appena concluso una chiamata con Brayan, dentro di me sento il peso del fallimento, so che non è colpa mia quello che è successo e come è terminata la nostra relazione; colpa del destino o forse no? La linea tra fato e libero arbitrio è talmente sottile da non coglierla molte volte, siamo sicuri di non avere scelta che è andata così perché era l'unico modo possibile, non c'era nulla che avremmo potuto fare meglio o che avremmo potuto cambiare. E allora mi chiedo se solo avessi cercato di guardare oltre, se avessi scelto di non credere al fato, cosa ne sarebbe stato? Se avessi indagato su ciò che stava passando Bryan, se lo avessi ascoltato abbastanza da capire che stava avendo problemi con l'alcol, la malattia della madre, sarei stata in grado di aiutarlo? Saremmo arrivati comunque a questo punto? 

Sentirlo mi ha causato una tempesta di pensieri che non sono in grado di domare. Da quando abbiamo chiarito ci siamo scambiati dei messaggi ma non avevamo mai parlato. La sua voce è così calda e familiare, mi ha riportato in Brasile ma ha anche riaperto tante ferite che pensavo ormai cicatrizzate. Abbiamo parlato del più e del meno e abbiamo accuratamente evitato ogni discorso che potesse tubarci, non era comunque servito. Potevo sentire la sofferenza nella sua voce e perché no, anche la non sincerità nei nostri discorsi. Troppo occupati a cercare le parole giuste e a calibrare gli argomenti che non siamo stati sinceri al 100%, non abbiamo detto quello che avremmo voluto veramente dire e non abbiamo trasmesso i nostri veri sentimenti. 

Vorrei parlarne con qualcuno che mi aiuti a mettere ordine a questi pensieri ma so che nessuno dei miei amici è disponibile ad ascoltarli. Mariana quando avevamo chiarito mi aveva chiesto di evitare di parlare di lui, non sarebbe stata imparziale nei suoi consigli portandogli ancora troppo rancore. Mio cugino ha giurato di essere stato vicino al commettere un omicidio quindi non mi sembra il più adatto. L'unico che potrebbe capirmi è anche colui che sto evitando in tutti modi da settimane. Non è nemmeno detto che sia disponibile ad ascoltarmi. 

Sospiro, chiudo gli occhi sperando che il mal di testa mi abbandoni. Dovrei chiamarlo? L'ultima volta che abbiamo parlato è stata sull'aereo per rientrare a Barcellona; che poi parlare è un eufemismo, ci eravamo appena rivolti parola. Lui non ha più cercato me né io lui. 
So, che la scelta più giusta sarebbe confidarmi con Lionel ma sento che Neymar sia l'unica persona che in questo momento debba sapere come mi sento. E mi ritrovo ad avere i sensi di colpa verso Beltran; è cosi carino con me e stiamo veramente legando. Mi sento in colpa che lui non sappia nemmeno chi Brayan sia e che nel mio cervello voglia trovare consolazione in un altro ragazzo; non se lo merita. 

Al diavolo tutti! Ho giurato che non avrei più rimuginato troppo sulle cose e quindi, prima di poter cambiare idea, afferro il telefono e compongo il suo numero. Sembra squillare per un'eternità prima che effettivamente la chiamata venga accettata. 

"Pronto" risponde una voce che decisamente non appartiene a Neymar. Sposto l'apparecchio dall'orecchio per controllare che io abbia effettuato il numero giusto. 
"Perdonami.. con chi parlo?" chiedo balbettando leggermente, in fondo credo di conoscere già la risposta.
"Bruna, tu sei?" chiede stizzita "ti informo che se sei una fan che ha trovato il suo numero in giro blocco il tu numero"
"Ehm, in realtà sono..." cosa sono? Un'amica, una conoscente? A quanto pare lui non ha nemmeno il mio numero salvato, dunque in che cosa spero? "In realtà credo di aver sbagliato numero, cercavo mio cugino Jeremias, scusami ancora" e alla velocità della luna termino la chiamata. 

Meu Capitão. || Neymar Jr.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora