Mi manca l'aria.
Mi manca spesso da quando sono stata violata della mia dignità. Nel mio cervello scorrono troppe immagini. Immagini che avevo giurato di dimenticare, che non mi fanno percepire più nulla intorno a me. Né la mano di Andrés che mi carezza delicatamente la spalla, né il respiro pesante di Mariana e nemmeno la voce di Neymar che chiama il mio nome.
La sua voce che pronuncia la parola amore, il tremore della sua voce, il suo pianto e la sua sorpresa, non avrebbero dovuto toccarmi, non avrei dovuto ascoltarli.
I miei occhi si possono su Neymar, i suoi occhi color caramello sono spalancati, la bocca socchiusa. Perché lo hai fatto?
"Ehi..." sussurra "scusami io, io forse non avrei dovuto." Gli sorrido.
"È ok," mi si illuminano gli occhi "non avrei dovuto sbloccare il suo numero"Che cosa mi stai facendo?
"Nena, cosa farai ora? Forse dovresti parlargli e spiegargli.." consiglia Andrés.
Davi sbatte le manine sul tavolo, Rafaela lo sgrida imbarazzata, credo per tutta la situazione. Lionel fissa le sue mani raccolte sul tavolo.
"Io sì, penso che andrò a chiamarlo o forse, no io torno in Brasile"
"No!" Esclama a voce troppo alta Mariana "sei pazza? Bea, ragiona, pensa cosa ti ha fatto l'ultima volta non puoi andare da lui"
"Ma Mari io devo spiegargli... Lui non può pensare questo d-di me"
"Torna pure da lui ma non venire a piangere da me quando avrai di nuovo un occhio nero" sputa amara "non ho più fame, esco a fumare una sigaretta"Non la guardo uscire. Le sue parole sono più che sufficienti per uccidermi. Mai avrei pensato di sentire queste parole dalla sua bocca, la mia migliore amica.
Mi alzo dal tavolo, sorrido a tutti e raccolgo le mie cose. Lascio un biglietto con il mio numero a Rafaela, me lo aveva chiesto.
"Prenderò un taxi, questi sono i soldi per la pizza. Ci vediamo a casa André, è stato un piacere Lionel" sorrido "ciao piccolo" lascio un bacio a davi e saluto sua zia. Guardo Neymar, anche lui in piedi, gli sorrido.
"Lascia che ti accompagni" sussurra.
"Non ti preoccupare, resta qui con tuo figlio."Do un bacio a mio cugino e lascio il locale, senza curarmi di Mariana seduta su una panchina con le faccia nelle mani.
Esco nel parcheggio e mi guardo in torno. Non so il numero del taxi.C'è un cameriere più avanti, chiederò a lui. Faccio passi lunghi, non vedo l'ora di andarmene. Il ragazzo sta staccando ora, si toglie il grembiule.
"Ciao, scusa" lo richiamo sorridendo "potresti dirmi il numero per chiamare un taxi, dovrei arrivare a Sant Andreu de la Barca"
"abito li vicino, se vuoi ti do un passaggio" sorride mostrandomi le chiavi.Ci penso per un attimo ma una voce decide per me.
"Non è interessata al tuo passaggio" ringhia Neymar.
"Ei ma tu sei Neymar, possiamo farci una foto?" Chiede il cameriere senza fare caso al tono di voce scontroso del calciatore.
"No." Risponde rabbioso "andiamo Bea, ti porto io a casa" mi stringe la mano e mi tira verso la sua auto.Siamo in macchina e c'è silenzio, non uno di quelli imbarazzanti.
"Vorrei ringraziarti, non avresti dovuto lasciare tuo figlio e i tuoi amici"
"Ho combinato un casino, te lo dovevo" sussurra "scusami per prima non so cosa mi sia preso"
"Cosa intendi? Quando mi hai salvata da Brayan o quando ti sei mangiato quel povero cameriere?" Sorrido.
"Quel povero cameriere ci stava spudoratamente provando con te." Mi guarda distogliendo un attimo lo sguardo dalla strada "comunque per aver preso il tuo telefono, non avrei dovuto."
"No infatti non avresti dovuto."Passano altri cinque minuti di silenzio ed io sospiro.
"Senti, è una storia un po' complicata" annuncio "potresti farmi un ulteriore favore?" Chiedo.
"Dipende"
"I-io vorrei tornare a casa mia, in Brasile" spiego "credo di dovergli delle spiegazioni"
"Senti Bea, io e te ci conosciamo da due giorni quindi non dovrebbe interessarmi quello che fai solo..." sospira "solo che da quel poco che ho capito questo tizio è fuori di testa. Ti chiedo solo di non fare cazzate e di pensarci bene."
"Ney lui non è così cattivo come ti è parso" sospiro "ha fatto cose orribili ma ha, ha detto di essere cambiato."
"Bea guardami" dice dopo aver parcheggiato l'auto nel viale di casa "è facile dire di essere cambiati, difficile è dimostrarlo."
Resto in silenzio perché non so cosa dire. Io Beatriz che rimango senza risposte.
"Vuoi un, uhm, un caffè o qualcosa da bere?" Chiede prima di spengere l'auto "ti va di, non so, raccontarmi cosa è successo?"Gli sorrido un thè andrà più che bene.
Ci fermiamo al primo bar che incontriamo. La gente guarda sorpresa Neymar, evidentemente non va a prendere molti thè con delle ragazze sconosciute.
"Ti stanno guardando tutti" lo avviso "non ti dà fastidio?" Solleva le spalle.
"Sono abituato, ignorali"Ordiniamo da bere, lui prende un ginseng.
"Pare che io debba iniziare dall'inizio" sospiro, gli occhi di Neymar si fissano nei miei e la sua mano carezza il dorso della mia per un attimo.
"Non sei obbligata, se non ti va" gli sorrido.
"Ci siamo conosciuti sei anni fa..."
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Meu Capitão. || Neymar Jr.
FanfictionBeatriz è una normale ragazza di ventitré anni che, come tutte le sue coetanee, alimenta la propria vita di sogni. Ovviamente, i sogni sono fatti per essere realizzati ma, è anche vero che, alcuni di loro possono trasformarsi in terribili incubi.