"I am still learning how to hold my own hand"
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Le lagnanze del mio vicino di volo mi distolgono dalla mia silenziosa lettura. Scosto delicatamente la sua testa addormentata quando entra in contatto con la mia spalla. Ho passato quasi l'intero viaggio cercando, invano, di riposare o concludere la mia lettura ma l'uomo non ha fatto altro che gemere nel sonno. Richiamo l'hostess per chiederle quando atterreremo e, fortunatamente, mi annuncia di essere quasi arrivati. Svogliatamente ripongo 'Gli occhi del drago' nella mia borsa e rastrello le cose che ho seminato nelle quasi due ore di viaggio. Diligentemente risveglio il mio rumoreggiante vicino di seduta dai suoi sogni turbolenti, avvisandolo di raccattare le sue cose e di allacciare la propria cintura. Segue i miei consigli e mi ringrazia almeno dieci volte prima di acquietarsi per la prima volta durante tutto il volo.
La coda per il ritiro bagagli è lunga e lenta, la mia valigia non sembra esserci e il mio cuore perde alcuni battiti. Attendo fin quando in lontananza non noto un bagaglio paragonabile al mio; si trova ancora all'inizio del nastro trasportatore, aspetto quindi, che arrivi verso la mia figura. Stringo la maniglia nera e la tiro su, è troppo vuota per essere la mia. Giro il talloncino per controllare il mio nome ma non è ciò che trovo. Edoardo Lucchi, mi guardo intorno sperando di trovare il proprietario della valigia ma lungo il nastro siamo rimaste in cinque donne e la notizia peggiore è che non ci sono più bagagli neri. Angosciata mi dirigo verso uno sportello del gate.
"Mi scusi" mi rivolgo al signore dietro il bancone "qualcuno ha scambiato il mio bagaglio per il suo, potreste contattarlo in qualche modo?"
"Ne è sicura signorina?" Domanda stoltamente il lavoratore.
"La sua valigia è identica alla mia e sono abbastanza sicura che le abbia scambiate" ribadisco mostrando il nome scritto sul cartellino.
"Vedo cosa posso fare" sospira uscendo dalla sua postazione e togliendomi dalle mani il bagaglio. Irritata e contrariata afferro il mio cellulare, compongo il numero di mio cugino Andrés."B. sei arrivata?" Chiede raggiante dopo appena tre squilli "sono fuori nel parcheggio" aggiunge.
"Si sono arrivata" paleso "ma un certo Edoardo ha preso il mio bagaglio scambiandolo per suo ed ora un impiegato abbastanza ottuso sta cercando di contattarlo" chiarisco.
"Speriamo non ci mettano molto, tra qualche ora ho un impegno lavorativo" precisa.L'idea che ci voglia qualche ora mi deprime, ho dovuto attendere già due ore in più a Roma per un problema tecnico ed ora la prospettiva di dover stare in attesa ancora mi strugge. Qualche quarto d'ora dopo il signore torna con il bagaglio tra le mani; sollevo le spalle e mi ricompongo.
"Signorina Riberiro," mi richiama gioiosamente "mi dispiace averla fatta aspettare ma siamo riusciti a trovare il signor Lucchi, ecco a lei il suo bagaglio" mi offre la valigia invitandomi a prenderla.
"Non si preoccupi," mento "è stato molto gentile, buon lavoro" auspico.Finalmente sono fuori da quella struttura, i miei occhi studiano attentamente il parcheggio alla ricerca della vettura nera di Andrés, la trovo a qualche metro da me, prontamente lo raggiungo e mi lascio cullare da un suo abbraccio che sa di amore fraterno e mancanza. Mi accorgo poco dopo della presenza della mia migliore amica, Mariana che stringo forte.
"Visto ci ho messo meno tempo io!" annuncia giocosamente "Mi sei mancata troppo Sofía" aggiunge lasciandomi dei baci sul viso.
"Odio il mio secondo nome, lo sai Luz" l'ammonisco usando il suo secondo nome per infastidirla "ma mi sei mancata anche tu" rivelo per ultimo."Stasera, quando stacco, voglio portarvi in un posto" annuncia mio cugino "vi va o.. siete troppo stanche?" Domanda premurosamente.
"Io non sono stanca, ho dovuto subire solo due ore di volo" sostengo "Mariana deve essere stanca dopo undici ore di volo"
"Ho dormito quasi per tutto il viaggio, non sono ancora stanca" spiega "molto probabilmente avrò problemi nella notte per il jetleg." continua.
"Voglio portarvi a cena fuori per festeggiare con voi il mio nuovo lavoro" espone Andrés "mettetevi qualcosa di carino, il locale è molto raffinato" istruisce.La casa di mia zia Maria de la Luz è come sempre molto calda e accogliente, una volta dentro mia zia mi subissa di domande su mio padre, nonché suo fratello e sulla mia famiglia. Gli spiego che ho passato gran parte della mia estate a Roma dai miei nonni materni e che non ho fatto rientro in Brasile prima di venire qui, da lei a Barcellona, ma che ho comunque sentito i miei qualche ora fa. Poco dopo mi lascia libera di andare in camera a riposare o fare quel che volevo.
"Secondo me tuo cugino è diventato uno di quei modelli strapagati" avanza Mariana "lo vedo un tipo da Balmain" vagheggia.
"Ma non essere ridicola!" prorompo "Andrés modello?" dico nauseata.
"Ma lo hai guardato bene?" Chiede retoricamente "ha tutte le carte in regola per essere un modello, non mi sorprenderebbe una chiamata di Valentino per averlo" rafforza.
"Non ha un minimo di grazia" le faccio notare.
"Sei ovviamente accecata dall'amore fraterno che provi per lui" asserisce "Peccato che viva in Spagna, non mi sarebbe dispiaciuto..." parlotta.La mia bocca deve essersi schiusa enormemente dato la risata della mia amica. Le getto una maglia contro facendola ridere più forte.
“Andrés, noi siamo pronte. Ti aspettiamo in casa, tua mamma è uscita e dice di fare attenzione :)”
Invio il messaggio a mio cugino e mi sistemo sul divano con Mariana, adoro il suo vestito. Come sempre lei sa cosa indossare e, sopratutto, come indossarlo. Io invece sono un fiasco totale quando si tratta di outfit, se non fosse per lei verrei scambiata per barbona più di quanto non mi piaccia ammettere. Oggi, la sua laurea in Fashion design, ha fatto un miracolo su di me rendendomi una ragazza elegante e raffinata. Non sapevo nemmeno di possedere quei capi nel mio bagaglio.
Il cellulare vibra nelle mie mani; è Andrés che mi avvisa di essere arrivato e ci chiede di raggiungerlo in macchina.
"Dove ti sei cambiato?" domando spaesata. Sono sicura di averlo visto uscire con abiti sportivi.
"In macchina ho una sorta di armadio" ghigna "e a lavoro ho la possibilità di cambiarmi di abito"
"Fai il modello, vero?" Domanda Mariana.
"No, non faccio il modello" borbotta "perché?" aggrotta la fronte.
"Lasciala stare, è convinta che tu faccia il modello per Balmain" spiego.
"Comunque" annuncia cambiando discorso "A fine serata mi amerai!" esclama. Io alzo un sopracciglio chiedendogli tacitamente una spiegazione. Lui ghigna scuotendo la testa, "è una sorpresa" asserisce misteriosamente.[SPAZIO AU]
Voglio specificare solo una cosa nella storia siamo all'incirca a metà luglio 2016, quindi Neymar è ancora un giocatore del Barcellona e in quell'estate ha abbandonato il ritiro della nazionale Brasiliana.
Qui vi allego l'albero genealogico di Beatriz, cosi potete capire meglio chi sono Andrés e Maria de la Luz.
P.S. spero di poter aggiornare almeno una volta a settimana! Spero possa piacervi, se è così lasciate una stellina e qualsiasi cosa non vi piaccia o troviate sbagliata vi invito a scrivermela, sono propensa alle critiche -se costruttive- senza insulti o parole forti!
Buona Lettura, Laura ♥
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Meu Capitão. || Neymar Jr.
FanfictionBeatriz è una normale ragazza di ventitré anni che, come tutte le sue coetanee, alimenta la propria vita di sogni. Ovviamente, i sogni sono fatti per essere realizzati ma, è anche vero che, alcuni di loro possono trasformarsi in terribili incubi.