9. Silêncio constrangedor.

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Mentre impacchetto le mie cose penso a come sarebbe stato rivederlo; nella breve chiamata di oggi non c'era stato troppo imbarazzo ma, dal vivo, sarebbe stato lo stesso?

Lionel non sembrava troppo sorpreso dal mio ritorno e della chiamata di Neymar, credo che dietro ci fosse lui. Al telefono aveva confabulato scuse come 'lo sapevo che Ney non ti avrebbe lasciata così' o 'il mio amico è un gentiluomo' e altre cavolate del genere.

In ogni caso mi aveva invitato a cena a casa sua per incontrare Antonela e i suoi figli Thiago e Mateo, aggiungendo che sarebbe stata una cena anti-neymar.

Mariana aveva accettato la mia richiesta dicendo che durante il viaggio avrei avuto sicuramente bisogno del suo aiuto per non finire nei guai.

Avevamo riso per ore immaginando a come sarebbe stato il nostro viaggio e fantasticando su ciò che avremmo fatto a Barcellona.

****

Distesa sul letto nella mia mente continuano a ripetersi le parole di Brayan, provo sentimenti contrapposti su di lui. Da una parte continuo a sentire una sorta di paura, come se il mio istinto mi dicesse di non fidarmi di lui ma dall'altra parte in quel periodo stava passando delle cose orribili che non avrei mai potuto immaginare.
Il mio unico pensiero è 'devo o non devo perdonarlo?'. Poco dopo il ricordo ruvido di Brayan si trasforma in una voce dolce, quella di Neymar.
Decisa a non pensarci oltre, mi rigiro nel letto e chiudo gli occhi sperando di dormire prima di avere una crisi nervosa.

La nottata era passata senza intoppi per fortuna non avevo sognato nessuno dei due ragazzi e sinceramente non avevo nemmeno voglia di tormentarmi per loro.
Avevo ricevuto un messaggio da parte del Brasiliano con tutti i dettagli del volo, ho ancora qualche ora libera prima che passi da me; ho intenzione di passare quel tempo con i miei genitori che non vedo da un po'. Ci raccontiamo un po' tutto, mia madre mi chiede dei nonni mentre mio padre si preoccupa sulle mie intenzioni future. Non faccio mai il nome di Neymar per non far uscire di testa mio padre o mio fratello, per quel che sanno un uber mi porterà all'aeroporto.

Siamo in volo da qualche ora e Neymar mi ha a malapena rivolto parola, in macchina aveva scherzato e riso insieme a Mariana che per la mia sanità mentale aveva occupato il sedile anteriore accanto al suo. A mio discapito non c'era nemmeno Davi a consolarmi, infatti era rimasto in Brasile con la madre.
Mi concentro sul telefono per non pensare a quanto imbarazzo alleggia in questo aereo, soprattutto ora che la mia amica si è addormentata. So che dovrei cogliere la palla al balzo e chiedergli cosa fosse successo quel giorno ma, ahimè, sono una codarda. 

Neymar sembra essere sempre sul punto di dire qualcosa, la sua bocca si apre e mezzo secondo dopo si richiude quasi avesse paura della sua stessa voce. Avremmo passato tutte quelle ore così? Io a scrollare le notizie sul telefono e lui a guardare il vuoto?
Cerco dunque di intavolare una conversazione più neutra possibile.

"Sai Lionel ieri mi ha invitata a cena a casa loro, conoscerò i suoi bambini..." dico dopo aver schiarito la gola, per la prima volta sposta il suo sguardo su di me attento a non fissarmi, però, troppo negli occhi, "dai sono felice, sono davvero dei bambini meravigliosi, sono sicuro gli starai simpatica" e così la conversazione termina di nuovo e il suo sguardo torna perso nel vuoto.

Sospiro senza preoccuparmi di farlo silenziosamente e mi risistemo sul sedile morbido. Solitamente non mi sbattevo tanto se una persona mi ignorava o se più semplicemente non riuscivo a capirla; ma lui, lui mi dava proprio ai nervi. 
Spero che Mariana si svegli il prima possibile o penso mi butterò da questo dannato aereo.

Cinque ore di volo sono passate e io sto accusando il sonno e lo stress decido quindi di girarmi verso la parete dell'aereo e chiudo gli occhi sperando di addormentarmi. 
Dopo venti minuti in cui non riesco a dormire sento gli occhi del ragazzo su di me e lo sento muoversi nervosamente sul suo posto. 
Riesco a sentire un sospiro sommesso e poi un'imprecazione; la curiosità cresce forse si è fatto male o è successo qualcosa ma non mi muovo, resto nella stessa posizione.

"Mi dispiace proprio tanto Bi, sono un coglione e non doveva finire così" sussurra a se stesso pensando che quanto detto rimanga un segreto tra lui e l'abitacolo; ma io l'ho sentito, il mio corpo lo ha sentito. Stringo gli occhi, non ho il coraggio di girarmi sapendo i suoi occhi puntati su me ma soprattutto non saprei cosa rispondergli, perché io stessa non so come è finita tra di noi. 

Finisco per addormentarmi e mi risveglio a causa di alcune risate, mi stropiccio gli occhi dimenticando del mascara che indosso e impreco. 
"Buongiorno dormigliona, ci stavamo preoccupando" dice la mia amica soffocando una risata, ha le gote rosse segno che ha appena smesso di ridere, è felice e il mio cuore si scalda a questa visione. 
"Oh non essere tragica, non ho dormito poi molto! Cosa sta succedendo qui?" rispondo sorridendo per la prima volta.
"Hai dormito per sei ore Bea! Comunque Mariana mi sta raccontando delle storie troppo divertenti, voi ragazze non sembrate annoiarvi mai" risponde Neymar ridendo in modo così sincero che quasi mi fa male. Mi fa male pensare che solo con me si sente così scomodo da a malapena aprire la bocca. 
"Sei ore? Quindi siamo quasi arrivati?" Chiedo spostando gli occhi sulla mia amica, non riesco a tenere lo sguardo sul ragazzo senza arrossire troppo. 
"Beh si, tra venti minuti circa dovremmo atterrare, questione di minuti e ti avremmo svegliata per prepararti" risponde la bionda aggiustandosi una ciocca di capelli sfuggita dalla coda alta.

Poco dopo siamo atterrati e i miei piedi toccano di nuovo il suolo spagnolo, sono emozionata e non vedo l'ora di rivedere mio cugino e anche Lionel che ormai è diventato un amico fidato. Spero solo che le cose vadano meglio rispetto l'ultima volta.

Meu Capitão. || Neymar Jr.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora