"L'ho conosciuto sei anni fa, abbiamo stretto da subito un rapporto bellissimo, era il mio punto di riferimento. Dopo pochi mesi abbiamo iniziato a frequentarci e poco dopo ci siamo fidanzati. È stato il mio primo ragazzo, il mio primo... tutto. Capisci che ero completamente incatenata a lui. Era così dolce, romantico, sapeva sempre cosa dirti, cosa fare. Mi faceva mille sorprese, andavamo al luna Park, a cena fuori. Dopo un anno di fidanzamento ci siamo lasciati, eravamo diventati troppo dipendenti uno all'altro. Inutile dire che nemmeno qualche mese dopo eravamo di nuovo insieme. Ci invidiavano tutti, sai? Eravamo la coppia perfetta, mai una litigata, mai una cazzata, niente di niente. I miei genitori e mio fratello lo amavano tanto quanto un figlio e un fratello, ero così felice. Passano gli anni e iniziano i primi litigi, niente di troppo importante, le solite cose da coppia. Festeggiamo il nostro quarto anno di fidanzamento e quasi quinto di amicizia, era il mio migliore amico.
Finiamo il liceo e iniziamo l'università, entrambi non troppo lontani da casa, così da poter essere vicini. I miei genitori iniziarono a preoccuparsi, non riuscivamo a non vederci per troppo tempo, in realtà era lui che non poteva stare senza sentirmi per più di un'ora. Non facevo nulla senza di lui, solo qualche volta uscivo con Mariana dopo aver illustrato tutti i luoghi in cui sarei andata con la mia amica e aver assicurato a Brayan che non ci sarebbero stati altri ragazzi, la gelosia.
A pensarci ora c'erano tutti i segnali, il suo bisogno di sentirmi ogni mezz'ora, poter uscire solo con lui o con Mariana, fare scenate di gelosia anche al cameriere che chiedeva cosa volessi da bere. Era ossessionato da me ma io non lo avevo capito, a differenza di Mariana e dei miei genitori. Quando me lo dicevano io scoppiavo a ridere e affermavo che era normale essere gelosi, eravamo un coppia e poi lui non mi aveva mia trattata male, sempre come una principessa. Facciamo cinque anni ed io inizio a cambiare, mi accorgo che non c'è più la stessa voglia di vederlo, toccarlo, mi accorgo che sono completamente abituata alla sua presenza nella mia vita, lo amavo ancora? Non lo so, è certo che provavo qualcosa di molto forte per lui. Da questo momento Brayan diventa un'altra persona. Iniziano le prime litigare importanti, io che voglio più libertà, uscire non solo con Mariana anche con altre persone. Diventa più arrogante, niente più sorprese, niente più sorrisi, la sua gelosia se possibile aumenta, era geloso persino di mio fratello.
Dopo una settimana chiusa in camera a piangere decido di lasciarlo, provavo ancora molto per lui ma non potevo resistere altro tempo così. Avevo deciso di darci del tempo, non sarebbe stata una rottura definitiva, volevo capire se fosse davvero abitudine o no. Andiamo a prenderci un caffè e decido di dirglielo, gli spiego come mi sentivo nei suoi confronti, che non avevo intenzione di allontanarmi totalmente da lui. Non sembra averla presa male, mi abbraccia e mi riporta a casa, tutto sommato ero felice, non sembrava star soffrendo troppo a causa mia. Passano settimane in cui ci sentiamo per messaggio di tanto in tanto. Conosco gente nuova, inizio a frequentare i miei compagni di corso. Un sabato sera Brayan mi chiede di uscire perché vuole parlarmi della sua situazione famigliare, non se l'è mai passata bene ed io per lui ero un diaro nel quale potersi sfogare. Ci incontriamo e lui mi racconta ciò che è successo e vengo a sapere che sua madre si è ammalata. Lo stringo forte a me e gli sussurro parole di conforto. Quella sera incontro un mio compagno di corso che abbraccio amichevolmente, Brayan ne è infastidito ma non dice nulla. Ci vediamo dopo due giorni, lunedì. Mi chiama, aveva l'affanno, la voce gli tremava, stava piangendo. Sono corsa da lui. Avrei voluto non farlo mai. Quando arrivo noto delle bottiglie aperte buttate sul pavimento e un odore terribile di alcol che mi accoglie. Inizia a delirare ad urlarmi contro, dice che non lo ho mai amato, che tutti quelli che ama lo abbandonano o che presto lo faranno, la malattia di sua madre peggiorava sempre più, urla cose che ho dimenticato e poi si sfoga. Non come sempre, questa volta preferisce le mani alle parole e..." Respiro, la mano di Neymar stretta nella mia "e io ero lì, ero il suo bersaglio, non ricordo molto, il mio cervello ha un ricordo confuso, il mio pianto mischiato alle grida di rabbia di Brayan e a quelle disperate della madre che cerca di bloccarlo. Non so quanto tempo sia passato, non so per quanto tempo mi abbia usato come pungiball prima che sua madre arrivasse, prima che l'ambulanza arrivasse. So che ho chiuso gli occhi e smesso di piangere, faceva troppo male. Mi sono svegliata ore dopo in una stanza, c'era mia madre che piangeva e mio padre che fissava il vuoto, mio fratello non aveva avuto il coraggio di vedermi. Due costole rotte, occhio nero, labbro rotto e lividi spari in giro per il corpo."
"Bea ma..." Mi interrompe senza finire la frase.
"Non l'ho denunciato, sua madre era disperata, si dava la colpa, diceva che era diventato così da quando aveva scoperto del suo cancro. Ney, Brayan non è così cattivo, lui é-era solo circondato da rabbia, la vita se l'era presa proprio con la madre, la persona più importante subito prima di me, io lo avevo lasciato solo ad affrontate tutto. Non sto cercando di giustificarlo, non lo farei mai. Da quel giorno non l'ho più visto ha cercato di contattarmi, voleva farmi sapere che era andato in una clinica per imparare a gestirsi, si è scoperto che soffriva di un disturbo ossessivo compulsivo e di bipolarismo."Asciugo le lacrime sul viso e sorrido a Neymar che continuava a fissarmi senza dire nulla.
"Ho promesso che non lo avrei mai odiato, per lo meno ci ho provato. All'inizio lo odiavo con tutta me stessa, poi ho saputo della morte della madre e della sua guarigione, non ho avuto il coraggio di dargli le condoglianze ma di nascosto sono andata al funerale. Vederlo mi ha fatto più male dei pugni. Era distrutto. Ha cercato di contattarmi e continua a farlo ora dopo sette mesi. Ogni giorno mi chiama per scusarsi. È andato dai miei genitori, gli ha chiesto scusa piangendo, mia madre lo ha perdonato, mio padre non proprio. Io non lo so, ieri l'ho sbloccato perché volevo sentire la sua voce ma non so se sono pronta a perdonarlo."
"Scusami Bea ma io non so proprio cosa dirti," sospira "io in questo momento provo... rabbia verso di lui ma capisco che tu hai vissuto sei anni con Brayan, la malattia spiega alcuni dei suoi comportamenti ma"
"Ma non sai se lo perdoneresti" concludo per lui "so che vorrei parlargli per una volta e sentire cosa ha da dirmi, vorrei chiarire il malinteso di oggi. Allo stesso tempo ho paura, che possa succedere di nuovo."
"Ti accompagno io" farnetica.
"Cosa?" Credo di non aver capito bene.
"Ti ci accompagno io da Brayan in Brasile" dice "così non può farti niente"
"Tu sei pazzo" rido "non puoi venire con me in Brasile" rido ancora.
"Perché no? Cosa mi tiene qui?" Sorride
"Tuo figlio, il tuo lavoro, la tua famiglia" inizio ad elencare cose a caso per il nervosismo.
"Mio figlio verrebbe con me, la mia famiglia ti ricordo che abita in Brasile e io ora dovrei essere in ritiro con la nazionale ma guarda tu ho abbandonato il ritiro" sorride "pensa che io starò in vacanza, in effetti è da un po' che non vado dai miei zii" afferma.Scoppio a ridere. Per la prima volta sono davvero felice di tornare in Brasile.
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Meu Capitão. || Neymar Jr.
FanfictionBeatriz è una normale ragazza di ventitré anni che, come tutte le sue coetanee, alimenta la propria vita di sogni. Ovviamente, i sogni sono fatti per essere realizzati ma, è anche vero che, alcuni di loro possono trasformarsi in terribili incubi.