Capitolo 11

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Maria

Il lunedì successivo partii per le vacanze. Io amo il mare e il calore del sole ma quando ho detto a Sabrina che dopo un po' mi annoio era la verità. Non avere niente da fare mi paralizza dopo un po' e impazzisco, infatti al mare io sono una divoratrice di libri e di nuotate chilometriche.. dovrò pur fare qualcosa.

La prima settimana passò liscia e senza troppa noia, mi dedicai ai miei libri, alle parole crociate e allo sport che non smettevo mai di fare, neanche in vacanza.
Sentii Sabrina come le avevo promesso, mi feci sentire quasi più io di lei e sono sicura che di questo era molto contenta.
Ci sentivamo almeno una volta al giorno via messaggio e molte volte ci chiamavamo anche per parlare un po' a voce.
Non che avessimo molte cose da dirci ma ci faceva bene chiacchierare un po' del più e del meno e sicuramente mi faceva passare un po' il tempo che sembrava dilatato nei giorni in cui non lavoravo.
Mi concentrai molto sul nostro rapporto, su quello che mi aveva detto Chiara e anche sul nostro ultimo incontro. Si era addormentata su di me così bella e leggera, per me era stato davvero il paradiso. Non so come sia stato possibile ma non ero stata male dopo, non mi ero fatta tutte le paranoie dei giorni precedenti e anche se c'erano stati dei momenti a mio parere molto forti tra di noi non ho più pensato che Sabrina potesse percepire qualcosa, o meglio, che avrei potuto perderla se avesse saputo dei miei sentimenti.
Eravamo state benissimo e anche lei era rimasta contenta di quella giornata passata solo con me.
Mi mancava, era innegabile.
E poi, ovviamente, non avevo trovato ancora niente e nessuno che mi prendesse il cuore come aveva fatto Sabrina. Sinceramente non penso sia possibile trovare una persona simile, non ho mai amato nessuno come amo lei. Sì, ho detto amo... alla fine l'ho ammesso a me stessa.
È così e devo imparare a gestirlo, tutto qua.

Il sabato mattina ricevetti una chiamata da Sabrina senza che prima mi scrivesse che mi stava per chiamare, cosa insolita visto che lei odia quando chiama e non rispondo e senza un messaggio in cui mi chiedesse se potessi parlare, questa possibilità c'era.
In ogni caso, avevo il telefono vicino a me, stavo prendendo il sole sulla barca, così dopo un paio di squillo risposi.
"Pronto?"
"Ciao Marì, scusa se ti chiamo così de botto, come stai?"
"Bene Sabri, come ieri, tutto molto tranquillo qui. Tu invece? Come mai questa chiamata?"
"Bene... niente, volevo parlare un po'."
La sentivo strana, percepivo delle energie negative anche solo tramite telefono. Aveva la voce spenta.
"Ma sei sicura che va tutto bene? Non mi sembri tanto in forma dalla voce."
"Sì, non preoccuparti, sto bene. È solo che... ecco... Flavio.."
Si interruppe. Non sapevo se fosse perché stava per mettersi a piangere, perché fosse arrivato lui, perché non volesse più continuare.... Non lo sapevo.
"Flavio cosa? Oh? Ci sei?"
Sentivo solo dei rumori dall'altra parte, segno che la linea non era caduta, ma Sabrina non voleva continuare a parlare.
"Sabri? Mi stai facendo preoccupare. Che succede??"
"Niente Marì, niente, lascia stare. Ho sentito, letto, delle cose ma... non mi va di parlarne, scusa. Volevo solo sentire la tua voce."
Odio quando inizia un discorso e poi non lo porta a termine, ma in quel momento era così vulnerabile che avrei solo voluto abbracciarla.
"Ehi... non partite più? Stai tranquilla, non ti agitare che qualsiasi cosa sia si sistemerà."
"Partiamo, partiamo... martedì partiamo."
Sentii di nuovo quel tono strano nella voce.
"Sabri vorrei averti qui per guardarti negli occhi e capire cosa c'è che non va. Mi dispiace così tanto che sei a Roma da sola..."
"Anche a me. Me manchi Marì.."
"Anche tu a me scema. Ma ci vediamo presto, guarda, una settimana è già passata, volata via. Poi tu parti e vai al mare e vedrai che volerà ancora di più. Staccherai i pensieri e starai meglio, okay?"
Disse soltanto "Mm-hh", probabilmente stava anche annuendo dall'altra parte del telefono ma questo non potevo saperlo, non la vedevo.
"Vuoi sentire il rumore del mare?"
Avvicinai il cellulare al bordo così che potesse sentire le onde sbattere sul corpo della barca, quella mattina avevamo deciso di uscire anche se c'era un po' di vento e il mare non era calmissimo quel giorno.
Riavvicinai il telefono all'orecchio
"Pronto? Ci sei ancora?"
"Sì, so' qui..."
"Sabri, non farmi stare in pensiero... che ti succede? Parlami..."
"Davvero Marì, ora non riesco, non posso..."
"Lo sai vero che se e quando vorrai mi trovi qui? Basta che fai il mio numero e io rispondo."
"Bugiarda.. m'è già andata bene oggi co' 'sta chiamata improvvisata, di solito non rispondi se non ti sei messa d'accordo prima. Non hai mai il telefono co' te!"
"Ti prometto che lo terrò vicino sempre, così se mi chiamo rispondo. Va bene?"
"Va bene... scusa Marì, non volevo metterti di cattivo umore, avevo solo bisogno di sentirti, di parlare un po'."
"Tranquilla, non mi hai messo di cattivo umore, anzi, mi ha fatto piacere sentirti."
"'Mo vado che ho delle cose da fare in casa. Ciao Marì"
"Fai la brava è, e chiamami se hai bisogno! Ciao Sabri.."
Sentii un sospiro dall'altra parte e poi appese. Che cosa cavolo era successo con Flavio? C'era qualcosa che non andava e io non sapevo che cosa e non potevo fare assolutamente nulla.

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