Capitolo 14

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Sabrina

Ho baciato Maria.
È successo.
Non riesco ancora a capacitarmi di questa cosa.

Era stata una giornata durissima, avevo male a tutto e poca voglia di vivere. La notizia che avevo ricevuto mi aveva sconvolto perché venuta all'improvviso e per quello che avrebbe comportato in seguito, ma non stavo male per Flavio, come ho già detto, io non l'ho mai amato.
Maria mi ha coccolata tutto il giorno, non mi ha lasciata sola un secondo se non quando gliel'ho chiesto esplicitamente io, non ha forzato i miei tempi e ha aspettato paziente che fossi pronta a parlare. Quando me la sono sentita le ho detto tutto e mi ha ascoltata col cuore, rassicurandomi senza sosta con il corpo e le parole.
Quando mi staccai dal suo abbraccio e la guardai negli occhi non riuscii a trattenermi, era come se le uniche cose che avessero senso di esistere in quel momento fossero le nostre labbra incollate le une alle altre.
Chiusi gli occhi e mi avvicinai a lei, finché non riuscii a darle quel bacio che avevo tanto segretamente aspettato.
In quegli istanti, che potevano essere pochi secondi o dei minuti interi (non saprei dirlo con certezza perché il tempo mi sembrava scorrere in in modo irrazionale, tutto suo), era come se la parte più interna, nascosta e vera di noi si stesse mescolando con quella dell'altra, come se sia io sia lei stessimo staccando dei pezzi di noi per donarli all'altra e prendere quelli che non ci appartenevano per coprire i buchi lasciati.
Era una cosa irreversibile, definitiva.

È stato un bacio meraviglioso, dolce, confortevole.
Ho baciato tante persone nella mia vita per via del lavoro che faccio, ma nessun bacio era mai stato come quello.
Poi uno può dire, "du' labbra so' du' labbra Sabrì", vero, ma nessun altro paio di labbra mi aveva mai dato quella sensazione, quell'energia. Era l'emozione che cresceva nello stomaco, nelle mani, nelle gambe che cambiava e che era unica nel suo genere.
E poi, diciamolo, Maria bacia bene.

Ovviamente quando mi sono avvicinata a lei per baciarla non stavo pensando a niente, mi sono buttata e basta.
Quando iniziai a realizzare cosa stesse succedendo mi staccai di colpo, terrorizzata dall'idea di poter aver rovinato tutto.
Maria invece mi ha rassicurata nel modo migliore in cui poteva farlo, dandomi un altro bacio per confermare che anche lei voleva fare quello e solo quello.
Il secondo è stato anche più bello del primo. Forse perché la prima volta l'ho presa alla sprovvista nei primi istanti, forse perché nessuna delle due era pienamente cosciente.... ma sono sicura che il secondo è stato spettacolare, probabilmente perché eravamo entrambe intenzionate a baciarci, è stato molto più intenso e passionale.
Le nostre lingue hanno smesso di scontrarsi e incontrarsi solo perché ad entrambe è venuto da ridere.
Ridevamo un po' per l'imbarazzo, un po' perché eravamo felici, un po' per l'assurdità della scena. Nessuna delle due se lo aspettava ma sicuramente da quel momento niente sarebbe stato come prima.

Ci siamo fermate a lungo su quella spiaggia e nessuna delle due ha parlato molto. Ascoltavo il rumore del mare e il suo cuore che batteva vicino all'orecchio che appoggiai sul suo petto. Rimanemmo abbracciate per tutto il tempo, io le cingevo il busto ed ero completamente abbandonata a lei, con una gamba che sovrastava le sue; Maria teneva le mani sulla sabbia per mantenere entrambe in una posizione semi seduta, fronte mare.
Ogni tanto staccava una delle due, forse per lasciarle riposare un po', fa tanto la dura ma non è fatta di titanio, stava tenendo su entrambe e sicuramente le facevano male. Quando muoveva le braccia per sciogliere la posizione coglieva l'occasione per stringermi a sua volta o per lasciarmi qualche carezza.
Mi sentivo completamente sua, amata, coccolata.
Maria era la persona che più di tutti in questo mondo sapeva prendersi cura di me, fisicamente e mentalmente. Mi nutriva il corpo e l'anima.

Ad un certo punto mi salì di nuovo il magone. Maria se ne accorse e si sollevò del tutto così da portarmi a lasciare la presa e mettersi di fronte a me.
Io continuai a guardare verso il mare mentre lei puntava gli occhi sui miei.
"Che succede Sabri? Non stai bene?"
"Sto bene, sto bene. Ho smesso di pensare alla situazione con Flavio da quando... insomma, da quando ci siamo baciate. Non ho pensato ad altro.."
"È colpa mia? Perché stai piangendo ancora?"
"No Marì, non è colpa tua, che dici"
"E allora che hai?"
"Sono spaventata... non so come gestire questa cosa. Non so cosa potrebbe succedere. Non so quello che provo. Non so niente ed è tutto così confuso... io ti vorrei sempre con me Marì ma non so come potremmo fare, capisci? Se al mondo esistessimo solo noi non ci sarebbero problemi. Ma come possiamo gestire questa cosa che non so nemmeno cosa sia, anzi non so nemmeno se sia davvero qualcosa, in relazione con il mondo? Non so neanche se tu vuoi me o se ti ho solo fatto pena..."
"Sabrina ma la finisci di dire cavolate? Secondo te ti avrei baciata per pena? Dai, vieni qui!"
E mi abbracciò.
"Non ti devi preoccupare di nulla adesso. Prendiamo quello che viene, facciamo quello che ci sentiamo di fare e che si fotta il mondo. Almeno fino a fine mese siamo qui e nessuno ci disturberà. Staremo nella nostra piccola bolla rosa della felicità, okay?"
Annuii e lei si staccò dall'abbraccio per tornare a guardarmi negli occhi. A quel punto anche io la guardai.
"Non dobbiamo definire nulla. Non ora, non è necessario. Fai quello che ti senti, non sforzarti a fare niente che non vuoi fare. Ti basti sapere che io sono qui e sono pazza di te da anni quindi non pensare mai che io non ti voglia. Se vuoi fare una cosa falla, se non vuoi farla non farla.
Sono qui per te.
Io sono qui per te Sabrina."
"Maria.. io non.. io non so cosa mi stia succedendo. Non riesco a capirmi, ad analizzarmi. Ci sono delle cose che devo capire... scusami."
"Ti ho detto che non devi scusarti. È normale, è tutto normale. Sappi solo che anche se dovessi tirarti indietro io non scapperò da te, okay? Perché al di là di tutto noi ci vogliamo e ci vorremo bene per sempre quindi non sono disposta a rinunciare a te per una cosa che non sappiamo né cosa sia né cosa sarà. A te sta bene questa cosa?"
"Benissimo."
Mi sorrise e strizzò gli occhi come per dirmi di stare tranquilla.
"Marì?"
"Dimmi"
"Ho voglia di darti un bacio."
"Dammelo."
E non si mosse di mezzo centimetro, dovevo andare a prendermelo quel bacio.
Mi costrinse a sollevarmi e a portarmi verso di lei gattonando sulla sabbia,lei era sempre seduta fronte mare mentre io stavo dando le spalle alle onde. Mi avvicinai piano ma non chiusi gli occhi finché le nostre labbra non si incontrarono di nuovo. Era solo il terzo bacio che le davo ma mi sembravano le labbra più familiari di sempre. Aprii leggermente la bocca per permettere alla mia lingua di ricongiungersi con la sua e la trovai subito lì, pronta ad aspettarmi. Ci baciammo per diversi minuti, finché non iniziai a sentire male alle ginocchia e le mani che poggiavano a terra con un formicolio. Sì, ero rimasta a gattoni tutto il tempo. Feci per indietreggiare e staccai le mani dalla sabbia, le portai attorno al suo viso, non ci importava dei granelli, e la portai indietro con me, così che potessimo continuare il nostro bacio.
Lei portò le mani sulle mie e piano le staccò dal suo volto, mi spostò leggermente i capelli per poi riprendere le mie mani, incastrando le sue dita con le mie.
Quando ci staccammo notai del rossore intorno alle sue labbra, probabilmente lo avevo anche io, ci eravamo baciate davvero per tanto tempo. Sorrisi quando vidi quel dettaglio e lei con me. Mi coprii di nuovo la faccia perché ero imbarazzata, risi e sospirai.

Ero proprio felice.

"Rientriamo?" mi chiese.
"Che ore si sono fatte?"
"Sono le undici ormai"
"Siamo state qui tutte queste ore? Madonna domani non ci muoviamo più, saremo piene di acciacchi per essere state sedute qui tutta sera."
"Tu non ti muoverai, io starò benissimo!"
"Smettila di tirartela Marì che al primo dolore che c'hai te faccio er culo!"
Si alzò in piedi e mi porse la mano per aiutarmi. Ci scrollammo la sabbia che avevamo addosso e ci incamminammo. Mi prese la mano e mi diede un bacio sulla guancia, io la guardai e gliene diedi uno a stampo.
Siamo state zitte lungo tutta la strada ma la mano non me la lasciò mai.

Una volta tornate a casa corsi in cucina, avevo una sete allucinante. Bevvi due bicchieri di acqua e sentii i suoi passi raggiungermi. Mi girai e la vidi ferma alla porta, appoggiata e con le braccia conserte.
"Che famo Marì?"
"Andiamo a dormire?!"
"Sì, okay, questo è chiaro ma dico... dormi con me?"
"Vuoi che dorma con te?"
"Se tu vuoi sì."
"Va bene."
"Però Marì io non voglio.. cioè non me la sento di.."
"Non c'è bisogno che me lo dica Sabri, non ci stavo nemmeno pensando. Ti ho detto che devi fare solo quello che ti senti, io sono sempre qui."
"Grazie."
"Andiamo?" disse, porgendomi nuovamente la sua mano come ad invitarmi a seguirla.
Salimmo di sopra e andammo a dormire in camera sua.

Mi tenne stretta nelle sue braccia finché mi addormentai tranquilla e felice come non mai.

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