Capitolo 27

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Maria

Non sapevo come fossimo finite in quella situazione. Sabrina aveva ragione, ci eravamo allontanate e non ce ne eravamo accorte, ma non poteva finire così, non potevo credere che mi stava chiudendo le porte in faccia.
Non voleva rispondermi, non c'era verso di contattarla. Non mi rispondeva dal pomeriggio prima.
L'unico modo che mi veniva in mente per parlarle era quello di andare a casa sua ma purtroppo, a causa del lavoro, quel giorno non potevo proprio farlo. Avrei dovuto aspettare la sera ma sapevo dentro di me che quell'attesa mi avrebbe logorata per tutta la giornata.
Forse era solo arrabbiata, andava lasciata sbollire... non era possibile che volesse chiudere.

La mattina andai al lavoro veramente agitata e senza voglia di essere lì, l'avevo chiamata la sera prima, le avevo inviato diversi messaggi ma nulla... e nemmeno quella mattina mi aveva risposto, neanche dopo l'ultimo messaggio inviato all'alba.
Ero sempre più negativa su quello che poteva succederci, ma non tutto era perduto. Ero sicura che di persona avremmo risolto le cose, se solo Sabrina si fosse decisa a parlarmi di nuovo.
Come sempre la mattinata l'avrei dedicata ad Amici, mentre il pomeriggio sarei stata nello studio di Uomini e Donne.
Appena arrivata mi recai direttamente nella sala prove di Amici. Dopo un paio d'ore di casting facemmo una pausa e andai nel mio ufficio per riposarmi un attimo.

Camminai per i corridoi dello studio fino ad arrivare a quello che portava alla mia porta. Alzai lo sguardo a pochi metri e vidi Sabrina seduta sulle poltrone fuori dalla mia porta.
Quando mi vide arrivare si alzò, si sistemò la gonna del vestito e deglutì, ma non accennò alcun sorriso.
Mi avvicinai senza modificare il mio passo, fingendomi sicura di me, ma in realtà, non appena la vidi, mi aumentò il battito e la saliva iniziò a diminuire.
"Ciao, Marì.."
"Sabri"
"Senti, hai un attimo?"
"Devo tornare ai provini tra una mezz'oretta, sì, ho qualche minuto."
"Possiamo entrare nel tuo ufficio? Non mi va di parlare qui, passano tutti da questo corridoio.."
Aprii la porta e le feci segno di passare, entrò e chiusi la porta dietro di noi.

"Marì, come ci siamo finite così?"
"Non lo so Sabrina, non ne ho idea. Hai smesso di rispondermi ieri..."
"Sì, lo so, scusa ma... ero arrabbiata e disperata, ho lasciato il telefono in cucina e non l'ho calcolato praticamente per tutto il giorno. Non sapevo cosa risponderti e non volevo rischiare di peggiorare la situazione..."
"Forse non rispondendomi l'hai peggiorata comunque"
"Ti prego, parliamone, non può finire così"
Feci silenzio per qualche secondo.
"No, sono d'accordo, non può finire così..."
"Che ci è capitato... andavamo così bene all'inizio"
"Non ne ho idea..."
"Ci siamo date per scontate e ci siamo dimenticate di amarci"
"Però ci amiamo ancora, come prima, no?"
"Certo. Io non ho mai smesso di amarti Maria, non so se potrò mai smettere di amarti."
"Nemmeno io Sabri... dovevo fare più attenzione, dovevo prendermi più cura di te, dovevo darti lo spazio che ti meriti nella mia vita, dovevo accorgermene prima, dovev-"
"No Marì, dovevamo. Tutte e due. Se siamo finite così è colpa di entrambe. Anche io avrei dovuto fare tutte queste cose e scusa se ieri ti ho attaccata..."
"Tranquilla, l'ho capito subito che era la rabbia a parlare.
E ora che facciamo? È troppo tardi?"
"No! Cioè, no, per me no... non so se per te siamo ancora in tempo per recuperare il rapporto.."
Mi avvicinai a lei. Per tutta la conversazione eravamo state a distanza, io appoggiata alla scrivania, lei seduta sul mio divanetto. Mi portai davanti a lei e mi accovacciai, mettendo le mani sulle sue ginocchia.
"Siamo in tempo. Dobbiamo rivedere un po' il nostro piano per vederci, forse dobbiamo impegnarci un po' di più ma siamo in tempo... e dobbiamo imparare a non comportarci così quando c'è qualcosa che non va. Mi prometti che non metti più questo muro se dovesse succedere qualcosa?"
"Te lo prometto. E tu promettimi di accorgertene se dovessimo allontanarci di nuovo"
"Non succederà ma te lo prometto"
"E che non sminuirai più i miei sentimenti e le mie paure"
"Non ho mai sminuito i tuoi sentimenti e le tue paure!"
"Sì, ieri lo hai fatto. Hai minimizzato la situazione, mi sono sentita come se non ci tenessi e come se quello che privassi io, per te non fosse importante."
"Scusa, non era mia intenzione, te lo giuro. Ero solo scioccata dalle tue parole perché mi stavo rendendo conto tutto ad un tratto che avevi ragione e mi sembrava tutto assurdo e... niente, scusami."
"Sei scusata... e che facciamo ora?"
"Mah, riprendiamo a vederci regolarmente. Niente scuse, più impegno da parte di entrambe. E la promessa di parlare sempre quando qualcosa non va, la parola è un grande dono, l'unico modo per sistemare le cose."
"Va bene. Però facciamo che parliamo sempre, punto, non solo quando le cose non vanno."
"Giusto. Vengo da te stasera?"
"Se vuoi, se puoi... non sentirti obbligata"
"Non iniziamo eh! Non mi sento obbligata, io ti voglio Sabrina, voglio te, voglio stare con te, non sarà mai un obbligo"
"Okay, okay, ho capito! Vieni da me stasera..!"
"Bene"
"Bene!"
"Che ore si sono fatte... cazzo, mancano 5 minuti all'inizio. Aspetta che chiamo ad avvisare che arrivo un attimo in ritardo."
"Ma no Marì, ora me ne vado, tanto ci vediamo stasera... non star lì a smuovere lo studio per me"
"No, io chiamo comunque, non voglio andare di fretta e non voglio che ti senti obbligata a dover scappare via"
Chiamai il direttore tecnico e lo avvisai che avremmo iniziato con una ventina di minuti di ritardo, forse anche mezz'oretta.
Appena appesi andai a baciarla, non lo avevo ancora fatto e non vedevo l'ora.

Si alzò dopo qualche minuto, doveva davvero andare via... uscimmo dallo studio e ci incamminammo nel corridoio, lei un paio di passi davanti a me.
Mentre camminavamo però mi salì una gran voglia di averla mia, lì e in quel momento, così la presi per un braccio e la tirai dentro un bagno con me. Chiusi la porta a chiave e iniziai a baciarla.
"Marì... che fai?"
"È Marì... che stai a... fa'?"
Staccava le sue labbra dalle mie per farmi queste domande ma subito dopo si riattaccava a me.
"Mi sei mancata troppo" le dissi.
Continuai a baciarla mentre con le mani le abbassai il vestito fino a sotto il seno, così da poterle baciare la sua pelle perfetta, oltre che le labbra. La spinsi verso il muro, cercando di fare piano.
"Ahia Marì!"
"Scusa, scusami... ssshh, fai silenzio, altrimenti ci sentono"
Mi buttai di nuovo sulle sue labbra, nella sua bocca, così da zittirla con i miei baci ed impedirle di farsi sentire da chi passava fuori.
Era un bagno bello grande, il lavandino aveva molto spazio lateralmente, notai questo dettaglio con la coda dell'occhio.. così la spostai fino a lì e la feci sedere sopra a quello spazio. Mi mise una mano dietro al collo mentre io le allargai le gambe e spostai i suoi slip di lato. La mia lingua non lasciò la sua e ogni suo gemito veniva raccolto dalla mia bocca.
Iniziai a massaggiarle il clitoride e le scappò un piccolo urlo.
"No Sabrina, non puoi fare così.. non urlare, ci sentono. Ssshh"
Seguitai con quei movimenti e con i baci interminabili e sempre più violenti, lei cercava un appiglio a cui aggrapparsi per mantenere l'equilibrio, continuava a spostare le mani dalle pareti al piano su cui era seduta.
Spostai le mie dita dal clitoride all'entrata della sua vagina e dopo averle massaggiato le piccole labbra entrai in lei. Inarcò la schiena e la testa mentre iniziai a muovere le mie dita avanti e indietro.
Le misi la mano libera dietro la sua testa e la portai dritta, così da obbligarla a guardarmi negli occhi. Aveva la bocca socchiusa da cui uscivano piccoli versi di piacere, che cercava di trattenere per non farsi sentire fuori.
Il respiro le si fece più corto, sul suo viso iniziarono a comparire delle smorfie e le sue gambe iniziarono ad avere delle piccole scosse.
Aumentai la velocità e mi aiutai a farla venire portando il pollice sul clitoride.
"Marì... sto.. ven.."
"Ssshh, non dirmelo, mostramelo" e le portai una mano sulla bocca per impedirle di urlare.
Ebbe un orgasmo lungo, sentii le sue urla semi trattenute nella mia mano e continuai a toccarla finché non finì.
Quando capii che avevamo finito tolsi le mie dita da lei e la mano dalla sue labbra, così da poterla baciare.
L'abbracciai, aveva il fiato corto e ci mise qualche minuto a riprendersi.
"Mi sei mancata" mi disse.
"Anche tu"
"Marì, fai tardi alle prove, forse dobbiamo andare"
"Sì, dobbiamo decisamente andare"
"Ti amo"
"Stasera replichiamo"
"Ti ho detto che ti amo!"
"Sabrina io ti amo in un modo che tu non ti immagini nemmeno... e comunque stasera replichiamo!"
Rise.
"Va bene, però ti lasci anche fare, per favore"
"Va bene"
Aprii la porta ed uscii prima io, volevo essere sicura che non ci fosse nessuno che potesse vederci.
Via libera.
La feci uscire e andai con lei fino alla porta d'uscita.
Stava ormai uscendo quando la chiamai.
"Sabri?"
"Sì?"
Le feci l'occhiolino e si mise a ridere, mi mandò un bacio ed uscì.

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