Capitolo 16

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Sabrina

La notte dopo lasciai dormire in pace Maria. Dormimmo comunque assieme ma le liberai il braccio con cui mi aveva avvolta la notte prima, anzi, lei si addormentò guardando il soffitto così che io potessi avvinghiarmi a lei dal lato più vicino a me. Le presi il braccio tra le mie mani e lo tenni tutta la notte, la testa la appoggiai sulla sua spalla e con la gamba avvolsi le sue per tenermela stretta. Fortunatamente di notte non faceva troppo caldo e se tenevamo le finestre aperte potevamo permetterci di dormire così, attaccate.
La mattina dopo ci svegliammo praticamente assieme, Maria si girò per darmi un bacio e io gliene diedi due.
"Possiamo stare un po' qui, solo noi due? Non ho voglia di alzarmi stamattina." mi disse.
"Vado un secondo in bagno e torno, aspettami." andai e tornai poco dopo nel letto, la trovai a pancia in giù e con gli occhi ancora chiusi.
"Ma che te sei riaddormentata?"
"No, sono sveglia, solo non voglio aprire gli occhi."
"Nemmeno per guardare me?"
Li aprì e mi sorrise
"A te ti conosco a memoria" e richiuse gli occhi.
"Senti, vieni qui" e la invitai a sdraiarsi nella stessa posizione in cui era ma sopra di me, così che potessi abbracciarla sentendola tutta, come se fosse solo mia.
Si trascinò fino al mio corpo e posizionò la testa sul mio seno, si mise comoda comoda e mi abbracciò a sua volta, nascondendo gli occhi sotto ai capelli tutti arruffati.
"Ti faccio male?"
"Per niente Marì, sei leggera leggera" le risposi.
Dopo una decina di minuti immobili in quella posizione, Maria iniziò la lasciarmi qualche bacio sul petto, fino a salire al collo e alle mie labbra. Iniziammo a baciarci con più foga e le mie mani iniziarono a vagare per il suo corpo senza che io ci pensassi troppo. Anche lei iniziò ad esplorarmi poco dopo, ma quando mi spostò il reggiseno per baciarmi i capezzoli mi irrigidii senza volerlo, d'istinto. Se ne accorse lei e si fermò subito.
"Sabri, se non sei pronta va bene, basta dirlo. Ho pensato... sì, ho pensato che ti andasse perché ti sei buttata prima tu con le mani ma se vuoi fermarti mi fermo, okay?"
"Scusa Marì, scusami." mi scansai leggermente e mi nascosi gli occhi. "Io voglio farlo.. cioè, voglio te, voglio provare tutto con te, ma magari non oggi, va bene? Ti dispiace? Scusami.."
"Macchè mi dispiace, ho aspettato tutti questi anni, posso aspettare ancora un po'. A me basti tu e mi basta sapere che non ti stai sforzando a fare nulla. Quando vorrai ci verrà naturale. Ehi, togli le mani dalla faccia dai, non è successo niente..!"
Effettivamente non l'avevo guardata per tutto il tempo, ero in imbarazzo e un po' mi odiavo per aver avuto questo freno, per non sentirmi pronta.
"È che io non l'ho mai fatto con.."
"Con una donna, lo so e non c'è problema per me Sabrina, davvero nessuno."
"Non so come si fa..."
"Guarda che non è una cosa che si studia! Fidati di me, quando ti sentirai pronta saprai cosa fare e comunque ci sarò io ad aiutarti. Ti fidi?"
Annuii, ma non tornai a guardarla negli occhi.
"Non è che ti stanchi di me?"
"Sabrina, sono due giorni che ci siamo lasciate andare, come potrei essere stanca? Non mi basti mai... tu, tu, non mi basti maii, davvero non mi basti mai..." iniziò a canticchiare la canzone di Lucio Dalla togliendomi piano le mani che mi stavano coprendo il viso e invitandomi a canticchiarla con lei.
"Dai, tu sei più brava, aiutami... Tu, tu dolce terra mia..."
"Dove non sono stato maiii" mi unii al canto e mi avvicinai a lei per baciarla, mi sembrò che lei non stesse aspettando altro.
Ci baciammo ancora per un po' e poi scendemmo a fare colazione, non c'era imbarazzo perché potevamo parlare di tutto, è così che crescono rapporto duraturi.

Quella mattina decidemmo di uscire con la barca visto che la spiaggia ce l'eravamo già goduta il giorno prima. Lo skipper di Maria, così come il resto delle persone che c'erano lì ad aiutarla, era discreto e se ne stava in disparte, era come se non fosse a bordo.
Avevamo deciso di pranzare fuori, in mare, così ci eravamo portate tutto l'occorrente per mangiare.
Ci mettemmo a prua a prendere il sole e dopo la rottura di scatole del giorno prima mi misi la crema solare ancora prima che Maria potesse ricordarmelo, almeno era felice.

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