CHAPTER 19 - I need... a knife

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JUNGKOOK POV

Gli rimasi attaccato alla vita come una cozza finché non sentii un sonoro sbuffo e delle grandi braccia ricambiarono le mie attenzioni.

<<Sono felice di vederti così. Vedo che inizi a capire e quindi ti meriti un piccolo premio. Siediti a tavola che ti servo io>>
Sorrise come mai aveva fatto prima, mostrandomi un sorrisone ampio e quadrato.

Quasi tenero.

<<E tu? Avevi detto che avresti mangiato se anch'io lo avessi fatto!>>
Gli rammentai le sue stesse parole.

<<A me basta guardare te, ma se insisti ho dell'altro ramen. Mangerò quello>>
Disse facendo scorrere dell'acqua in una pentola per il ramen.

<<Posso cucinartelo io?>>
Mi offrii.

<<Sei capace?>>
Sollevò un sopracciglio non sicuro della mia risposta.

<<Certo! Non sono mica un'idiota...>>
Feci l'offeso.

<<Sai che non intendevo quello Jungkookie.
Va bene, fai tu ed io mi siedo ma se provi soltanto a fare qualcosa di avventato...>>
Abbozzò una minaccia.

<<Non farò nulla, lo prometto>>
Promisi falsamente; non avrei fatto nulla finché non mi si sarebbe presentata l'occasione.

Iniziai a cucinare il ramen e nel frattempo presi delle verdure dal frigo per condire il tutto, ma non riuscivo a trovare nemmeno un coltello per tagliarle.
Coltello che stavo appositamente cercando con la scusa di tagliare le verdure...

<<Ehmm T? hyung?>>
Lo chiamai alzando il timbro della mia voce per sembrare più dolce.

<<Si cucciolo?>>
Rispose lui.

<<Cucciolo...>>
Ripetei schifato nella mia mente.

<<Mi serve... un coltello>>
Spiegai.

<<Per cosa? Colpirmi e scappare?>>
Ridacchiò.

Per quanto volessi rispondere affermativamente mi trattenni e ridacchiai a mia volta:

<<N-no hahah era per tagliare le verdure! Che hai capito?>>
Mi limitai a rispondere.

<<Non serve, mi basta il ramen semplice.
Ho tolto appositamente tutti i coltelli e li ho nascosti dove non potrai trovarli>>
Mi mise al corrente.

<<Mi credi capace di accoltellarti?!?>>
Feci l'offeso.

In altre circostanze non ne sarei mai stato in grado, ma in quel momento vi era in gioco la mia vita e avrei fatto qualsiasi cos pur di salvarmi da lui.

<<Credo che chiunque ne sia capace in certe condizioni; e poi ti conosco, so che sembri un cucciolo innocente ma che se vuoi sai essere un bimbo cattivo. Ricordi? Ti osservo da tanto>>
Mi incalzò e si alzò raggiungendomi per pizzicarmi una guancia

Nel sentire quelle parole un brivido mi percorse lungo tutta la colonna vertebrale facendomi ansimare. Davvero si aspettava questo da me?
Osservandomi aveva capito che spesso mi gioco la carta degli "occhi dolci" per ottenere ciò che voglio e questo poteva mandare a monte i miei piani di fuga.
Non gli risposi, semplicemente mi voltai rimettendo le verdure nel frigo per poi scolare il ramen dalla pentola e serviglielo a tavola.

<<Ma guardati, saresti un maritino perfetto.
Vieni, siediti qui con me>>
Disse indicandomi le sue ginocchia.

Mi trattenni dallo sbuffare seccato e feci come mi disse reggendogli il gioco. Dovevo farlo se volevo fargli abbassare la guardia e scappare.
Non appena mi sedetti portò una mano ai lati della mia coscia mentre con l'altra mangiava il suo ramen.
Ero fermo, immobile, pregando che finisse in fretta per potermi allontanare da lui il prima possibile, ma poi mi ricordai di aver appreso che avrebbe dormito nel letto con me e tutto l'entusiasmo di poco prima svanì.

<<Sono buonissimi Kookie>>
Disse facendomi raggelare.

<<Solo i miei amici mi chiamano così>>
Risposi con tono freddo.

<<Ed io non posso farlo?>>
Chiese.

<<Ehmm... q-qualche volta>>
Cercai di mascherare il mio fastidio.

<<Sei stato molto dolce nel prepararmi la cena piccolo, ma non posso più lasciartelo fare>>
Disse dopo qualche minuto.

<<In che senso?!?>>
Subito mi allarmai.

<<Nel senso che non posso lasciarti uscire dalla camera da letto. È troppo rischioso; se non presto attenzione rischio di perderti>>
Spiegò con tono serio, il quale accennava un velo di preoccupazione.

<<Non cercherò di scappare, lo giuro!
Ti prego non rinchiudermi di nuovo in quella stanza...>>
Feci finta di star per piangere per cercare di fargli cambiare idea.

<<Beh, un altro modo ci sarebbe ma non so se lo accetteresti>>
Constatò.

<<Quale altro modo?>>
Mi affrettai a chiedergli.

<<Se vorrai restare qui al piano di sotto insieme a me dovrai farti legare alla sedia. Non posso rischiare, lo capisci questo vero?>>
Affermò.

<<Io... si capisco...>>
Risposi calmo nonostante in quel momento volessi urlare.

<<Lascio decidere a te cosa preferisci>>
Disse.

<<Va bene... legami alla sedia. Ma non ora ti prego>>
Alla fine fui costretto ad accettare.

<<Ora non serve, sei tra le mie braccia. Proprio dove devi stare>>
Sorrise prendendomi una mano baciandomela.

Trattenni un verso di disgusto pur di compiacerlo.

-MY BEAUTIFUL JAILER-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora