Arrivando al parco intravidi Samantha gironzolare su se stessa in modo ansioso.
"Ei" lei non mi notò ma sentendo la mia voce si girò di scatto e mi salutò.
"Ciao Gabriel, cosa devi dirmi?" Chiese con aria irrequieta. Vedendola in quello stato non sapevo quanto fosse opportuno raccontarle la verità ma mi feci coraggio e iniziai a parlare: "Io e Vincenzo scopiamo" volevo essere diretto senza fare tanti giri di parole.
Sam scoppiò in una risata isterica ma vedendo il mio volto serio, capì che non stavo scherzando. Mi guardò con una faccia sbalordita e innoridita contemporaneamente. "Quindi mi stai dicendo che i due ragazzi più popolari della scuola sono gay e stanno assieme?" Feci un cenno impercettibile col capo.
"Da quanto tempo va avanti questa storia?" Le risposi dicendole che la nostra relazione andava avanti da ormai molte settimane.
"Non so cosa dirti... complimenti?" Queste parole mi turbarono ma feci finta di nulla. "Da quando sai di essere gay?" Continuò Sam, "da poco tempo, prima di incontrare Vincenzo non lo sapevo" risposi.
"Ok, io me ne vado" Sam si allontanò da me con aria schifata; non mi sarei mai aspettato un comportamento del genere dalla mia migliore amica, la persona che mi ha sempre sostenuto e voluto bene e che ora si comporta come una perfetta estranea, senza alcun motivo.
Tornando a casa capiì che tutto stava peggiorando, la mia vita stava prendendo una brutta strada e io non riuscivo a cambiarla.
Ormai sopraffatto dalla tristezza e dalla confusione decisi di provocarmi dolore, pensando di liberare così tutti i miei problemi.Mentre mi riposavo nel letto stanco e dolorante e mi immergevo in un bel libro, sentiì il campanello di casa suonare. Non ci feci caso. Poco dopo avvertiì una voce a me familiare, per un attimo risultò così piacevole da sentire che non diedi conto al fatto che ad emettere quelle parole fosse il mio Vinnie. Appena ritornai in me, scattai in piedi e corsi in salotto. Lo vidi lì, più raggiante che mai, con un sorriso incantevole e i suoi capelli oro che gli si appocciavano dolcemente sulle orecchie. Si stava presentando per la prima volta a mia madre, che gli parlava con una faccia da ebete.
In quel momento è sembrato di rivederlo per la prima volta in vita mia, ma con occhi diversi. Fino a quel momento non mi ero reso conto che il mio dolore provenisse dalla sua lontananza. Non potevo stare distante da lui nemmeno per un giorno e nemmeno per un secondo. Lo volevo sentire costantemente, volevo percepire il suo respiro, il suo battito. Lo volevo. Sempre.
Qualche secondo dopo mi raggiungese e salimmo assieme in camera da letto, il cuore mi battè forte ma cercai di non fargli intendere la mia tensione.
" Perchè non mi hai detto che saresti venuto? "- " Ero nei paraggi e ho pensato di venire a trovarti e a conoscere tua madre... D'altronde anche lei dovrebbe sapere chi si scopa suo figlio" fece una battuta che creò più tensione di quella che già c'era. Rimasi impassibile alle sue parole.
Una volta in camera, si mise a toccare tutte le mie cose: i miei libri, i miei poster, i miei amati CD e aprì anche il cassetto delle mutande. Ne prese un paio, le alzò in aria e disse: " Queste me le porto a casa" Fece un ghigno, guardando innamorato le mutande del sottoscritto. Gliele levai di mano per rimettrle al proprio posto.
" Cosa devi dirmi? " chiesi in modo diretto. Dal suo modo di atteggiarsi intuiì che doveva riferirmi qualcosa. " La nostra relazione dovrà finire ", rimasi a bocca aperta,ma continuai ad ascoltare ciò che era intento a dire dopo aver visto la mia faccia sbiancata. " Mio padre ha trovato un lavoro migliore a Milano, e devo trasferirmi lì con tutta la mia famiglia" In quel momento mi resi conto di non sapere di quanti membri fosse composta la sua famiglia, ma non chiesi nulla. Ero troppo sconvolto. Non feci altro che guardarlo per poi successivamente abbracciarlo il più forte possibile. Mentre versavo lacrime di tristezza ed odoravo il suo profumo così mascolino, lui si limitò a darmi qualche pacca sulle spalle, il che mi rese ancora più triste.
Io lo volevo, ma lui provava lo stesso per me? Non ho mai saputo essattamente le sue emozioni nei miei confronti; o non prova nulla, o non riesce a dimostrare nulla.
Una cosa è certa, il prima possibile andrò a Milano, per lui.

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Him- Vinnie Hacker
Genç KurguIn un piccolo paese italiano la vita va avanti. Gabriel è il solito ragazzo attraente e popolare della scuola, in realtà però è solo. La sua vita comincia a cambiare dopo l'incontro con Vincenzo, il nuovo ragazzo più ambito a scuola. Amici, rivali o...