Capitolo 12

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un cuore o un commento sono molto apprezzati <3

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La retina diamantata che raccoglieva la spessa rete di trecce fu finalmente fissata. Margaret le stese meglio il vestito nero dal collo alto e fece voltare Cirilla a guardarla.

"La mia bambina." Disse la donna dallo sguardo triste. Cirilla si sentiva un corpo senza anima, che andava avanti per inerzia senza alcuna emozione né meta. L'avevano trovata il giorno prima addormentata su delle patate col principe Henry che l'aveva portata in salvo e nascosta. Si era svegliata nel suo letto la mattina presto e come se avesse avuto un dubbio, era corsa velocissima nella stanza accanto spalancando la porta e raggiunto il letto, lo aveva trovato vuoto, ancora sfatto dal giorno prima.

Il cuore le aveva fatto tanto male, e aveva pensato che quella era la sensazione che provava un cinghiale quando glielo si strappava.

Ma non aveva pianto.

Non una lacrima per l'uomo che era stato il suo mondo, il suo mentore e colui che l'aveva amata più di qualsiasi altra cosa proteggendola anche nella propria morte.

Adesso non aveva più senso farlo. Così quella mattina si era ritirata in camera sua per prepararsi al funerale sotto gli occhi dispiaciuti di tutti. Odiava i loro sguardi, erano tristi per lei quando ad essere morto era suo padre.

L'uomo che li aveva salvati e protetti per molti anni e nessuno pensava a lui il suo ultimo giorno sulla terra.

"Anche in questa tragedia, sono certa che sboccerete come la più bella delle rose invernali." Cirilla lanciò un'occhiataccia al consigliere che istintivamente fece un passo indietro stringendo forte la pergamena al petto. Di solito era suo padre a fare da tramite tra i due, adesso era cambiato tutto e Cirilla poteva decidere della sua vita. Lui lo sapeva.

"Venite, altezza."

Per il funerale quasi tutti i principi erano rimasti per attendervi e Cirilla lo aveva apprezzato. La faccia più sconsolata era sicuramente quella del re inglese che non aveva smesso una volta di versare lacrime per l'amico né gli importava se la gente bisbigliava quanto debole sembrasse.

La cerimonia era semplice, suo padre sarebbe stato adagiato su una pira che sarebbe stata rilasciata in mare. Sua figlia avrebbe dovuto tirare la freccia che l'avrebbe incendiata così da consegnarlo alla dea Mane in tutta la sua gloria.

Cirilla si avvicinò al corpo del re e dolcemente gli posò due monete sugli occhi. Com'era che una vita poteva sparire a quella maniera? Che un momento l'aveva abbracciato e adesso lo stava salutando?

I presenti si divisero in eque parti ai fianchi della principessa e mentre il consigliere le passava l'arco di famiglia intagliato da un ramo di una delle querce millenarie che si trovavano nel suo paese, Cirilla diede l'ordine di metterlo in mare.

Incoccò il dardo e prese la mira. Le mani le tremavano tantissimo ma si sforzò di rimanere ferma. Aveva tirato mille volte, non c'era nulla di diverso si disse. La rabbia prese il sopravvento pensando a quanto fosse crudele il dovergli dire addio.

Scoccò la freccia. Il dardo fece un cerchio breve e cadde a qualche metro dalla pira.

Ci fu un enorme sussulto, nessuno si permise di ridere ma Cirilla voleva gettarsi nel mare e non emergere più.

"Io non sbaglio mai." Stava sussurrando nervosamente e a ripetizione come per cercare un senso a quel dardo mancato.

Quante volte si era vantata della sua abilità, quante volte aveva dato prova di essere all'altezza e ora l'unica volta dove era veramente essenziale che lo fosse aveva fallito. Che tipo di regina sarebbe stata? Cosa diceva quel dardo di lei?

[1]Måne - La Dea Luna [hs] - AU  - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora