Capitolo 47

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Così proprio mentre il prete stava dando l'estrema unzione a Meria, Cirilla chiese un po' d'acqua.

Henry gliela diede e bevve avidamente.

"Signore, spostatevi." Intimò Cirilla alzandosi.

"Come?" chiese la madre scandalizzata. Il re prese per le spalle l'uomo con la tunica nera e lo spostò verso la porta.

"Non avrete Meria oggi." Disse Cirilla con uno sguardo che sembrava celestiale per la determinazione. "Non è pronta ad andare."

Cirilla ricominciò a cantare, con più forza di prima e ancora più forte.

"Queste cose pagane non sono-" il re zitti sua moglie e Cirilla posò il capo sulle mani incrociate delle fanciulle. Ad Henry stavano venendo le lacrime a sentire quanto fosse straziante il tono di Cirilla.

"Offenderete nostro signore." La regina si spostò vicino a Cirilla ed era sul punto di strapparla dal corpo di sua figlia quando sentì Cirilla dire con una voce profonda.

"Il vostro dio non può vincere contro Mane e se è un dio giusto, lascerà andare questa ragazza." Gli occhi di Cirilla divennero neri per un momento poi dopo un battito di ciglia, tornarono cristallini.

Se Henry non ci fosse stato presente, non avrebbe mai creduto.

Sua sorella aprì gli occhi che erano svegli e vispi come al solito. Fece un enorme sbadiglio e con stupore generale, si mise a sedere da sola.

"Cosa sono tutte queste facce lunghe? Chi è morto?" disse guardando il prete. Cirilla rise di cuore e baciò la mano di Meria prima di alzarsi e farsi da parte.

La regina era sotto shock. Nessuno riusciva a credere a quello che aveva visto.

Henry ci avrebbe giurato che sua sorella doveva la sua vita a quella ragazza. E che la dea in persona era scesa dentro Cirilla per afferrare Meria e riportarla sulla terra, offesa dal fatto che la si ritenesse al di sotto del dio onnipotente.

Il canto della voce di Cirilla, l'aveva protetta. Mane aveva fatto il resto. La mano che non aveva mai lasciato, l'aveva legata alla vita terrena senza permetterle di andarsene.

"Ho sognato un angelo." Stava dicendo Meria intanto che Cirilla si avviava verso la porta. "Era biondo e aveva un lupo accanto a sé. Voleva che andassi via con lui. Ma io non mi riuscivo a muovere. Allora l'angelo mi ha sorriso e assieme al lupo, se n'è andato. Io ho seguito la musica, era molto bella."

"Cirilla." Disse la regina anche lei convinta dalla versione di Meria. "Vorreste fare colazione prima di andarvene? Fra poco vi cadranno tutti i vestiti." Cirilla si scusò e lasciò la famiglia al loro momento intimo dirigendosi nelle sue stanze.

Il vaccino, seppure sperimentale, fu messo a disposizione di tutti. Cirilla sparì dal radar reale finché anche l'ultima dose non u somministrata.

Fu uno sforzo estenuante per Cirilla prendersi cura di tutta quella gente. Passò settimane a curare gli ultimi rimasti.

Henry la vedeva tornare a casa a pezzi e chiudere a chiave la porta.

Lui non osava affrontarla. La famiglia reale cominciava a crescere apprensiva verso Cirilla le cui apparizioni erano diventate molto rade.

Sua madre stava cercando un modo per scusarsi del suo comportamento, Cirilla non sembrava ricercare più il loro affetto. Si stava isolando come se volesse proteggerli da altra sfortuna, pensò Henry.

La primavera era arrivata passata inosservata dal grande trambusto che il morbo aveva creato, e tutti i fiori si stavano svegliando piano piano.

Stavano ancora avendo a che fare con gli ultimi casi quando una delle cameriere che attendeva la regina, le si ruppero le acque mentre cambiava le lenzuola a sua maestà e nessun medico era reperibile date le circostanze.

"Cirilla," stava chiamando la regina facendosi strada nella camera della ragazza che fu scioccata di vederla lì. La prese per la mano senza dirle altro e la tirò via. Cirilla si sentiva un fantasma senza vita e la lasciò fare senza protestare.

Sua altezza la portò nelle stanze reali dove un giorno aveva cercato consiglio, si sentì terribilmente fuori posto con tutto quello che si erano dette.

"Cirilla, aiutatemi. La mia cameriera credo stia per partorire." Cirilla scosse il capo per svegliarsi e riprese il suo mood da infermiera. Si avvicinò alla donna mingherlina, poteva avere la sua stessa età, con un pancione il doppio del suo peso. Era sicuramente arrivata al termine della gravidanza.

"Io non ho mai fatto nascere un bambino." Ammise fredda Cirilla al che sua altezza le prese il volto tra le mani e le disse, con tono imperiale.

"Vi ho visto solo due settimane fa sconfiggere un'intera pandemia, Cirilla. Mettetevi al lavoro come sapete fare voi, è la vostra regina che ve lo ordina." Cirilla si sentì come se le avevano versato un secchio di acqua gelata e accompagnò la donna sul letto di sua maestà.

"Possiamo utilizzarlo?" domandò timida e sua altezza annuì. "Tutto quello che ti serve, cara."

Cirilla si sentì rinvigorita da quel tenero aggettivo e posizionò la donna seduta sulle ginocchia e le tolse i vestiti lasciandola solo con la camicia da notte.

"Mi servono coperte pulite, dell'acqua calda e il fuoco." Ordinò, le cameriere di sua maestà scattarono quando questa le guardò solamente.

"Ho paura ci siano delle complicazioni." Offrì sua maestà mettendosi accanto a Cirilla.
"Ha perso anche sangue assieme all'acqua." Specificò.

Cirilla si scusò quando, dopo essersi pulita le mani alla meno peggio con l'acqua della toletta di sua altezza, infilò una mano all'interno della donna per controllare.

"Il bambino è al contrario." Nei cavalli quando il cavallo era di piedi, c'erano grandi complicazioni.

"Cosa facciamo?"

Cirilla non avrebbe potuto raggiungere il bambino da sola, così chiamò l'unica persona che sapeva non si sarebbe tirata indietro.

Quando il principe fu mandato a chiamare di corsa, non aveva minimamente idea di quello in cui lo stavano cacciando. Si era svegliato da poco e stordito com'era, aveva solo capito che Cirilla aveva richiesto la sua presenza. Non si era nemmeno infilato le scarpe, era sceso dal letto e si era infilato qualcosa che aveva trovato sulla sedia per coprirsi.

Con gli occhi ancor mezzi chiusi, Henry fece il suo ingresso con la cameriera che aveva la vestaglia alzata e stava strillando per i dolori del parto. Cirilla le stava dietro e aveva le mani....

Henry si svegliò all'istante e imboccò la porta.

"No." Cominciò a dire trattenendo i conati di vomito.

Cirilla tirò fuori le mani e afferrò Henry per il colletto tirandolo verso il letto.

****COMUNICAZIONE DI SERVIZIO, IL LIBRO E' QUASI AL TERMINE, FINIRA' AL 59 CAPITOLO QUINDI TENETEVI PRONTI PER QUESTO ROLLERCOASTER******

IL SECONDO E' GIA' IN SCRITTURA.

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