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La regina prese ad organizzare una grande festa per il ventiseiesimo compleanno di sua altezza il principe ereditario. Furono invitati tutti i regni vicini e i preparativi cominciarono quasi un mese prima.
La gente di corte, cominciò a non nascondersi più quando Cirilla passava.
Bisbigliavano sempre più forte che da quando lei fosse arrivata, nulla di buono era successo in Inghilterra. La incolpavano delle pestilenze, delle malattie, del raccolto scarso.
Cirilla fingeva di non udire ma Henry vedeva nei suoi occhi la sua felicità venire divorata sempre di più ad ogni parola, ogni sussurro.
Avevano tutti sentito sua maestà e quello che diceva era legge. Così ne fecero la loro missione il far sapere a Cirilla che non era molto gradita. Cirilla, in risposta, si chiudeva sempre più spesso in camera sua per sempre più ore e passava tanto tempo a scrivere lettere a Tristan raccontando quando miserabile fosse la sua vita a corte. Chiedeva a Margaret di fare attenzione a non buttarle ma questa fingeva sempre di essere sbadata e le cestinava nel fuoco ad ogni occasione.
Margaret era determinata, per quanto tremenda fosse la situazione, a tenere Cirilla lontana dalle grinfie di Tristan. Meglio infelice in Inghilterra, si disse, che intrappolata in Danimarca.
Cirilla stava passeggiando per i giardini quella mattina, guardando dei fiorellini celesti che erano spuntati da poco e tappezzavano tutte le aiuole. Avevano un profumo famigliare e bello, però non osava strapparne uno per paura che qualcuno potesse giudicarla anche per quello.
Voleva trovare un posto in quel castello dove nascondersi e per caso mentre stava in giardino, l'occhio le cade sulla grande libreria dove una volta Meria l'aveva accompagnata. Era sempre vuota e la penombra l'avrebbe protetta così decise di farci una visita.
Entrò nella stanza polverosa e cominciò a spulciare tra i volumi cercando qualcosa di interessante. Trovò un libro sulle erbe inglesi e se lo portò al naso per inspirare l'odore di carta. Raggiunse il divanetto che sapeva si trovasse lì senza guardarlo e ci si sedette automaticamente.
Non lo ricordava così duro.
Né lamentoso.
Si sollevò per vedere Henry sputare le pagine del libro con cui si era addormentato.
Cirilla scattò sull'attenti e aiutò Henry a riprendere fiato.
"Mio dio, Henry!" lo rimproverò aggiustandogli la camicia.
"Non si usa più guardare dove si posano le proprie membra?" scherzò facendo spazio a Cirilla per sedersi accanto.
"Pensavo non ci sarebbe stato nessuno." Ammise Cirilla sdraiandosi contro lo schienale. Le due trecce piene di gioielli tintinnarono nel silenzio quando lo fece.
"Io sono sempre qui quando non sono altrove." Doveva immaginarselo, pensò Cirilla.
"Che leggete?"
"Un libro sulle piante." Confesso poco entusiasta Cirilla. Henry arricciò il naso e scioccò la lingua annoiato.
"Vi piace proprio fare gli intrugli. Sareste una strega perfetta, ripensandoci." La prese in giro e lei guardò il libro chiuso sul suo grembo. L'avevano chiamata anche così al castello, quindi quella battuta non la fece ridere.
"Vi dispiace se rimango qui a leggere? Non vi disturberò." Promise ed Henry annuì. Cirilla aprì la lettura e con una concertazione ammirevole si immerse. Henry non riusciva a toglierle gli occhi di dosso, così senza chiedere si sdraiò sulle gambe di Cirilla.
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[1]Måne - La Dea Luna [hs] - AU - Mature
FanfictionCOMPLETED - SEQUEL WITH DAILY UPDATES "C'era una volta, Måne la dea della luna, che giurò di far innamorare perdutamente di sé stessa, ogni essere vivente. L'unico a sfuggire al suo fascino era il freddo e distaccato dio Sol. Ma come il sole e la lu...