Capitolo 13

53 4 4
                                    

SONO UNA PERSONA DI PAROLA. OGNI VOLTA CHE VEDRO' DELL'ENTUSIAMO  (COMMENTI o CUORICNI) VI FARò DOPPIO UPDATE

****

La principessa Cirilla, per tutta la settimana seguente, parve un fantasma in nero che calcava i corridoi di un castello che aveva perso la sua luce. Il padre di Henry insieme alla sua dama di compagnia, dovette occuparsi dei preparativi per il viaggio mentre la ragazza presenziava a vari incontri per sistemare le questioni politiche prima di partire per Solyard.

Henry la guardava da lontano e per la prima volta in vita sua, provò dolore fisico nel guardare qualcuno che voleva soffrire ma non ci riusciva. I sentimenti della principessa si erano imbottigliati da soli, forse per paura di implodere, e adesso aveva anche smesso di sorridere. Passava la maggior parte delle sue giornate camminando senza meta per il castello, scambiando parole di conforto che però suonavano fredde come il ghiaccio.

Quando l'aveva conosciuta, Cirilla era sempre circondata da tante persone che le chiedevano consigli di ogni genere, adesso erano tutti terrorizzati di romperla con la parola sbagliata.

Ad Henry non importava quindi la lasciava stare ma uno sguardo cadeva sempre quando entrava nella sua visuale. Se per vedere a che punto della rottura fosse o quanto si fosse ancora chiusa in sé stessa, non lo sapeva.

Tristan invece la seguiva come un'ombra leggiadra e sempre pronta a prenderle la mano in caso di necessità. Era quasi morbosa la sua attenzione verso la ragazza.

L'ultimo giorno a Mane, Cirilla salutò tutti con un sorriso appena accennato, con particolare attenzione per la cuoca e Emil, lo stalliere che versò anche qualche lacrima quando la principessa lo abbracciò.

"Vi ho caricato Ruben nella stiva, principessa. Gli ho messo quegli zuccherini che vi piace dargli. E la sua coperta e la sella di vostro padre." Cirilla annuì e tolse dalle mani dell'uomo il consunto cappello marrone che stava stropicciando e se lo mise sul capo.

"Non fare il musone Emil. Ci vedremo prestissimo." Le trecce piene di anelli decorativi tintinnarono quando si voltò dando le spalle alla servitù che l'aveva cresciuta e tanto amata dal primo giorno che aveva messo piede in quel castello tra le braccia di suo padre. Erano tutti affranti nel vederla andare. Henry si domandò come fosse possibile che i domestici sviluppassero un tale attaccamento per i loro padroni. A casa sua a malapena si salutavano tra loro.

Tristan le accarezzò entrambe le guance prima di posarle un bacio sul capo. Henry la stava guardando quando notò che aveva i pugni chiusi, quasi serrati e si domandò perché.

"Abbiate cura di voi che siete il mio tesoro più prezioso, Cirilla." Le stava dicendo Tristan e Cirilla sollevò una mano tra i capelli e stacco uno degli anelli d'oro consegnandoli al principe.

"Così non mi dimenticherete." Tristan, imbambolato per un momento, scattò in avanti lasciando un bacio sulla guancia della principessa. In tutta risposta, Cirilla che di solito era un asso nel gestire le emozioni, gli riservò un piccolo sorriso e si voltò correndo sulla nave. Le guance scarlatte mentre si affrettava.

Henry che stava con i gomiti sulla balaustra della nave, la seguì con lo sguardo e quando si incrociarono e lui quasi apriva bocca, Cirilla lo colpì con una delle sue trecce mentre gli dava le spalle e mormorava un. "Piantatela."

Henry rise. Era la prima volta dopo una settimana, che Cirilla sembrava essere tornata a quella sua tipica sagacia che divertiva molto Henry. Gli fece tanto piacere.

Arrivati in Inghilterra dopo una lunga traversata, il primo pensiero di Cirilla ovviamente, fu quello di Tirare fuori Ruben personalmente e aiutarlo a camminare per sgranchirsi. Il castrone sembrava disorientato e nervoso ma quando la padrona lo ebbe accarezzato sul muso per un paio di volte, si calmò e prese a seguirla senza che lei gli tenesse le redini.

[1]Måne - La Dea Luna [hs] - AU  - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora