Capitolo 42

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La mattina seguente, le persone che erano venute a contatto con i due pazienti, iniziavano a mostrare i primi sintomi. Delle trenta persone, dieci avevano contratto il morbo e le altre furono ritenute libere di andare.

Quelle che invece avevano sentito della situazione e avevano abbandonato la locanda prima che venisse messa in lockdown, si erano rivelate positive e avevano infettato i loro cari che a loro volta, avevano trasmesso ad altri in una catena senza fine.

Il medico di corte ordinò che fosse istituito un luogo al limitare del villaggio che era un vecchio castello dal tetto quasi inesistente dove tutti i malati si dirigessero. A Henry fu concesso di tornare a casa, Cirilla si rifiutò di lasciare il dottore e fu una perfetta assistente.

I suoi genitori erano in pena per la principessa, Henry li rassicurò che nessuna malattia avrebbe potuto avere la meglio su quella testarda.

Henry si fece un meritato bagno e mandò una lettera alla marchesa spiegando la situazione prima che potesse presentarsi al castello. Questa gli scrisse nel pomeriggio contenta che avesse a cuore la sua felicità e che non lo aspettava per le prossime settimane o almeno finché non ci fosse stato alcun rischio di contagio.

Sua madre fece mandare dei vestiti puliti per Cirilla, il re fu chiuso nelle sue stanze per impedirgli di andare a prendere la fanciulla di persona. Seppure una malattia che predava sugli infanti e i ragazzi, nessuno era veramente al sicuro.

L'ennesima sera che Cirilla non tornò a casa, Henry non ne poteva più e si presentò al campo di fortuna che avevano allestito il medico e la principessa. La scena non era per nulla facile da digerire. Il vaiolo era auna malattia tremenda. Tutti i medici erano stati chiamati ad aiutare, guidati dal dottoro Micheal e la sua sottoposta.

Trovò Cirilla in condizioni tremende. Le occhiaie erano diventate marcate, era dimagrita molto ed era ricoperta di fluidi. Ciononostante, non si fermava un secondo.

Era una macchina da guerra costruita per sopportare questo ed altro e mentre il medico ogni tanto si fermava per riprendere fiato, Cirilla era inarrestabile.

Adesso portava delle bende, adesso spugnava uno dei pazienti, ora controllava chi fingeva di avere dei sintomi per essere accudito.

"Henry." Lo salutò il dottor Micheal senza però toccarlo. Si stava asciugando le mani con una pezza pulita. "Una forza della natura quella ragazza."

"Deve riposare." Lo ammonì Henry e il medico annuii.

"Io e le infermiere stiamo provando a congedarla ma non si ferma. Qui la gente continua ad aumentare, non possiamo fare a meno di lei, purtroppo." Henry lo guardò storto e mentre Cirilla stava lì a contare i rifornimenti rimasti, Henry la afferrò dalla vita e se la portò fuori da quel ospedale improvvisato.

Cirilla scalciò e si dimenò. Henry la accompagnò nella chiesetta diroccata che stava poco distante da lì e la mise giù una volta che furono abbastanza lontani.

"Cosa diavolo pensate di fare?" era veramente stanca, biascicava le parole.

"Dovete mangiare e riposarvi. Oggi ritornerete al castello con me." La avvertì Henry e lei rise di quella frase come se fosse stata una battuta. Fece per passargli accanto, Henry la riportò indietro.

"Non accetto un no come risposta."

"Bene perché non avevo intenzione di rispondervi minimamente." Sbottò la principessa.

"Farete come vi dico, prendete le vostre cose. Ce ne andiamo."

"L'ultima volta che ho controllato, il mio futuro sposo era in Danimarca e neppure a lui lascio dettare cosa fare della mia vita. Adesso spostatevi. Non ho certo tempo da perdere."

[1]Måne - La Dea Luna [hs] - AU  - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora