10. Sei l'unico che mi rende felice

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mia madre grazie a quel voto mi aveva tolto la punizione, anche se mi aveva ripetuto più e più volte che potevo fare molto meglio.
ma ero felice, avevo un estremo bisogno di parlare con Anna, dovevo assolutamente parlarle della mia idea per aiutare Giorgio e Alex e di quello che stava succedendo con Cico.
in quei giorni quest'ultimo era di nuovo impegnato, mi aveva rivelato che sua mamma stava di nuovo male.

il pomeriggio in cui finalmente Anna era libera ci incontrammo al parchetto in cui scoprì che Cico era la mia anima gemella.
ogni volta che ci andavo mi veniva in mente il primo sguardo che Cico mi rivolse.
appena Anna mi vide mi salutò allegramente, ci sedemmo nelle altalene e iniziammo a parlare.
"l'altro giorno Giorgio mi ha detto che si deve trasferire e che è per questo che ha lasciato Alex"
"oddio, dove deve trasferirsi?" mi guardò spalancando gli occhi.
"in America... però mi è venuta un'idea..." ero indeciso se dirla o no, iniziava a sembrarmi sempre di più una cavolata.
"dimmi tutto"
"mh..."
"dai, sono sicura che sarà un'idea fattibile"
".. beh ecco... gli ho detto chiesto se i suoi genitori si fidassero a lasciarlo vivere con persone di cui si fida e mi ha risposto di sì... quindi pensavo che-"
"dici che potrebbe venire a vivere da me e Lyon?"
"già... so che è un'idea molto stupi-"
"nono, è geniale e per me va più che bene! Giorgio è molto importante anche per noi e poi Alex prima che si lasciassero mi aveva detto che tra qualche mese probabilmente riuscirà ad affittare una casa in cui vivere con Giorgio, quindi per un po' può stare da noi"
non ci avevo minimamente pensato, Alex tempo fa l'aveva detto anche a me, ma mi era totalmente passato di mente.
mi aveva pure proposto di venire anche io con loro, avrei davvero voluto, ma i miei genitori no e poi non mi andava di invadere la loro privacy.
mancavano solo due giorni al suo trasferimento, dovevo dirglielo al più presto.
"domani a scuola glielo dico" dissi sorridendo, per la prima volta ero fiero di qualcosa fatto da me.
"andate nella stessa scuola?"
"si"
"che bello, adesso hai un amico a scuola" mi scompigliò i capelli ridacchiando.
"e con Cico?" mi chiese poi con un sorriso malizioso.
istantaneamente arrossì al pensiero di tutto quello che era successo.
le raccontai tutto senza tralasciare nessuno dettaglio.
"ooooh, finalmente!"
"Anna... non urlare, per favore.."
"ops..."
scoppiammo a ridere vedendo una. signora in lontananza guardarci malissimo.
"io te l'avevo detto"
"solo che... ora non so cosa siamo e mi vergogno a chiederglielo"
"stai tranquillo, te lo dirà lui, deve solo ancora riuscire a fidarsi al 100%"
il suono di una notifica interruppe la nostra chiacchierata, appena vidi il nome della persone che me l'aveva mandato spalancai gli occhi arrossendo di colpo, non me lo aspettavo.
ogni volta che ricevo un suo messaggio per poco non mi veniva un infarto.
"quello sguardo lo riconosco! è Cico, vero?"
"già.."
"parli del diavolo e spuntano le corna... che cosa ti ha scritto?"
aprì la chat e lessi il messaggio.
"ciao Stre, dopo puoi venire con me nel nostro posto?"
subito iniziai a preoccuparmi, nei messaggi che mi aveva mandato precedentemente metteva quasi sempre una faccina.
pensai che probabilmente era solo una mia impressione, quindi cercai di lasciare perdere.
"accetta subito, su su!"
scrissi un semplice "va bene" e lui mi rispose dicendomi che sarebbe venuto a prendermi alle 5 e mezza.
"oddio, manca solo mezz'ora" dissi alzandomi di scatto dall'altalena, lei fece lo stesso.
"andiamo, ti accompagno a casa"

mancavano solo 5 minuti all'arrivo di Cico, per mia mamma avevo inventato una scusa al volo a cui fortunatamente credette.
appena vidi la sua macchina da lontano iniziai a tremare.
non sapevo come comportarmi.
appena salì in macchina e lo guardai notai che aveva lo sguardo vuoto e triste.
"cosa è successo?" chiesi subito preoccupato.
sperai con tutto il cuore che non riguardasse sua mamma.
non mi rispose.
rimanemmo in silenzio finché non arrivammo nel nostro posto e ci sedemmo sul prato.
"i-ieri... è morta davanti ai miei occhi" disse in un sussurro con la voce spezzata mentre le lacrime scendevano veloci sulle sue guance.
"c-cosa? mi dispiace..." mi avvicinai e lo abbracciai, lui mi strinse molto forte e iniziò a piangere sulla mia spalla.
"lei sarà sempre con te, anche se non fisicamente..." m stavo cercando di non piangere per non peggiorare la situazione.
"s-scusami.."
"e-ehi... stai tranquillo, sfogati quanto vuoi, io sono qua per te" sussurrai timidamente.
volevo restare con lui finché non stava meglio.
iniziai ad accarezzargli la schiena per tranquillizzarlo.
rimanemmo per un tempo indeterminato abbracciati.
ad un certo punto si staccò dall'abbraccio e mi guardò dritto negli occhi... mi distruggeva vederlo in quello stato.
presi coraggio, alzai la mano tremolante e gli accarezzai la guancia.
"grazie.." mi disse imbarazzato.
"di niente" gli sorrisi.
finalmente riuscivo ad aprirmi di più con lui e ad esprimere i miei sentimenti.
ormai con lui riuscivo ad essere me stesso.
mi sentivo libero.
ovviamente anche con Anna e Alex, ma con lui era totalmente diverso.
"sono arrivato alla conclusione che sei l'unico che mi rende felice, sei speciale" i suoi occhi non erano più spenti come prima.
ero riuscito a farlo stare meglio in un momento così brutto per lui.
quella cosa mi rese la persona più felice del mondo.
non sapevo cosa dire, l'unica cosa che mi venne in mente era baciarlo e senza neanche pensarci lo feci.
era da quando ci eravamo visti l'ultima volta che desideravo assaporare le sue labbra.
"ho bisogno di te"
"anche io ho bisogno di te"
quel giorno capì che entrambi avevamo bisogno l'uno dell'altro più che mai.

scusatemi se il capitolo è corto, vi prometto che il prossimo sarà più lungo <3

970 parole

29.01.22
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𝘶𝘯𝘮𝘦𝘪 𝘯𝘰 𝘢𝘬𝘢𝘪 𝘪𝘵𝘰 ♡ sᴛʀᴇᴄɪᴄᴏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora