31.
Sentivo addosso una strana sensazione, la stessa di quando qualcuno ti guarda incessantemente, ma con lo scopo di osservarti per poi farti del male. Rabbrividii al solo pensiero di qualche sciagura e proseguii il mio cammino. Dopo lunghi tratti in questa specie di bosco mal curato, nella parte più remota dell'isola, notai di nuovo un particolare a me strano: c'era di nuovo lei, quella bambina vista nello scorso sogno.
Questa volta non dovevo lasciarla scappare, dovevo capire chi ella fosse e cosa volesse da me, non potevo continuare a tormentarmi senza alcun motivo. Forse, tutto ciò, pensai, era frutto di quello che - quella mattina - mi aveva raccontato Maya.
Ma allora, perché mai, avevo sognato qualcosa di simile anche prima di quel giorno?
"Ehi, bimba!" esclamai, sperando non scappasse e che rimanesse con me.
Se ci fosse stato Law sicuramente non avrebbe reagito come sto facendo io, ma avrebbe studiato la situazione per poi catturarla e farla parlare. Ma io non volevo essere così, volevo essere differente.
E se mi facesse del male? Cosa ne sarebbe di me?
Era solo un sogno, mi ripetetti.
Non potrà succedermi nulla in un sogno, continuai a blaterare a me stessa.
Fu in quell'esatto momento che la bimba dai tre occhi si girò verso la mia figura, facendomi gelare il sangue.
Deglutii e, involontariamente, allungai la mia mano destra dinanzi a me, serrando la mascella.
La vidi alzarsi e tentare di scappare, impaurita dalle mie gesta."Non andare, ti prego, non voglio farti del male!" gridai, guardandola andar via velocemente.
La fortuna volle che inciampò, permettendomi di raggiungerla e, purtroppo a mio avviso, dovetti imitare ciò che avrebbe fatto il mio ex capitano. Le gelai piedi e mani, cosicché sarebbe stata poi incapace di farmi del male o di scappare.
"Non voglio farti del male, davvero..." provai a ripetere per la terza volta.
La bimba cominciò a far uscire dai suoi tre occhi impetuose lacrime, rimanendo sempre in silenzio per evidente timore di me. Provai a tranquillizzarla sedendomi accanto a lei e liberandola dal ghiaccio, sperando poi di non dovermene pentire. Sospirai, feci il mio incantesimo e d'impatto il ghiaccio si sciolse.
"Vedi? Non devi avere paura di me..."
Poi continuai, cercando di squadrare di più il suo viso: aveva qualcosa di familiare, a mio avviso.
"Voglio sapere solo chi sei..."
L'espressione sul suo viso sembrò man mano più serena, facendo spazio ad un lieve sorriso. Si avvicinò di poco con il sedere alla mia figura e poggiò la sua testa sulle sue gambe, guardandomi. Mi sentivo ancora più strana, perché mi stava guardando?
"Puoi parlare con me liberamente"
La bambina, pian piano, svanì ma prima di farlo toccò con la sua mano il mio braccio, facendomi rabbrividire.
Ayame si alzò di nuovo di scatto dal letto, ansimando e tossendo. La sensazione che aveva nel sogno si era palesata di nuovo nella realtà e di getto si guardò il braccio sinistro; Ayame notò che su di esso c'era uno strano segno rossastro, proprio nel punto in cui quella misteriosa bambina l'aveva toccata. Rabbrividì ancora e pensò se questi sogni - o incubi - potessero in qualche modo ricondursi alla realtà di ciò che questa gente stava vivendo. Sognava continuamente quel posto, in tutte le salse possibili ed inimmaginabili. Il suo desiderio di aiutarli nel ritrovare la loro strada era più forte di qualsiasi cosa.
"Captain... dopo questa isola non possiamo più tornare indietro, erano questi i patti" lo avvisò l'orso bianco, ricongiungendo le due zampette e cominciando a torturarsele per il timore di aver detto qualcosa di errato.
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SHAMBLES
FanfictionMi posizionai dinanzi a lui e lo vidi sogghignare, "togliti di mezzo, Newgate, non voglio fare del male a nessuno" Quella sua sfrontatezza e sicurezza di se stesso non faceva altro che innervosirmi, volevo soltanto averla vinta io su di lui, dimost...