Capitolo cinque

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5.


Sarei senz'altro morta.
Non potevo competere con un pirata che era cento spanne sopra di me.
Rimasi ferma, deglutendo e sentendo la sua figura proprio dietro la mia e, abbassando di poco lo sguardo, potetti notare come la sua spada fosse praticamente quasi vicino la mia gola.
Chiusi gli occhi: era arrivata la mia fine.
"Sei una stupida novellina, Newgate" bofonchiò, allontanando la sua spada dalla mia gola e sbuffando "ma devo ammettere che hai avuto coraggio"
"Libera Bepo" poi continuò, asettico "da oggi in poi, al minimo errore sarai automaticamente fuori, non voglio persone incompetenti dentro la mia ciurma, sia chiaro. Non voglio teste calde, non voglio che mi si venga negato un qualcosa che io voglio e che a te non sta bene. Io comando, tu ubbidisci. Queste sono le regole" concluse, aspettando che liberassi Bepo per sussurrargli, come se quasi non volesse che nessuno udisse quella frase, un "tutto ok?"
Sorrisi, per una volta il fatto di essere una persona altamente impulsiva mi aveva portato ad ottenere qualcosa di buono.
Cominciai ad incamminarmi verso il sottomarino, soltanto che un piccolo particolare balzò ai miei occhi.
"Capitano" esordii, sentendolo sbuffare.
Questa cosa che ogni volta che aprivo bocca, mi ritrovavo a dover sentire un suo sbuffo doveva finire; Soprattutto perché non volevo mostrarmi per come ero realmente, almeno non ora, volevo dimostrare il mio tenerci fin da subito alla sua ciurma, volevo che capisse che poteva fidarsi di me, senza poter pensare o avere eventuali dubbi. Non avrei mai tradito nessuno.
Non ebbi risposta, così continuai "Penguin è... a terra"
"Beh, rialzalo e portalo dentro, no?" domandò retorico, utilizzando un tono che per poco non mi fece uscire fuori dai gangheri. Questo soprattutto perché detto così sembrava come se fosse la cosa più ovvia da fare.
E in un certo senso lo era.
Questa volta fui io a sbuffare, tornando di poco sui miei passi, prendendo l'uomo a terra e portandomelo in spalla. Fortunatamente, però, Bepo capì il mio disagio e, con un sorriso, si avvicinò, portando lui stesso il nostro compagno.
"Devi scusare il Capitano, ti assicuro che non è cattivo"
Scossi il capo, alzando poi gli occhi al cielo. Sinceramente avrei fatto modo e maniera per fargli cambiare idea sul mio conto, anche se qualcosa mi diceva che non sarebbe stato affatto semplice.
Ma, ormai, ero pur sempre una sua subordinata, ragion per cui, avrebbe dovuto trattarmi come giusto che fosse.
"Ho notato che hai un legame speciale con lui, si capisce da come vi guardate, da come siete complici"
Lui, visibilmente imbarazzato, sorrise "Vero. Io e il Capitano ci conosciamo da tempi immemori, ci capiamo subito" aggiunse, come se stesse parlando di un dio, "darei la mia vita per proteggerlo"
Al ché sorrisi.





Non appena tutti fummo dentro il sottomarino, Bepo mi assegnò una piccola stanza per dormire e per cambiarmi. Appena entrai, notai un letto disposto accanto ad un muro, una scrivania subito sotto l'oblò e un piccolo armadio dove poter riporre i miei vestiti. A quel pensiero subito mi venne in mente il fatto che, in realtà, non disponevo di alcun abbigliamento e che, appena il Capitano Law avesse espresso le intenzioni di fermarci su di un'isola, avrei dovuto acquistare necessariamente qualche indumento. Chiusi la porta alle mie spalle e mi buttai sul letto, riuscivo a notare dall'oblò come la notte fosse calata ancor di più e come sembrasse che tutto fosse unito con il mare calmo. Avrei voluto che il mio colloquio con Law fosse stato diverso, magari dicendogli che ero anche molto brava a leggere ciò che era scritto sui Poignee Griffe, che ero una attenta osservatrice e che avrei potuto aiutarli in qualsiasi modo.
Sospirai e mi dissi mentalmente che avevo tempo, domani sarebbe stato il primo giorno e sicuramente avrei dato il meglio di me.
Guardai il mio log pose e notai come le frecce puntassero tutte verso Nord.
Sorrisi, pensando che quello che avevo al polso fosse un regalo da parte di Ace e come in un secondo mi fosse tornato tutto alla mente: il bacio, la passione che c'era stata tra di noi quella sera sicuramente non avrei mai potuto dimenticarla.
Lentamente, i miei occhi si chiusero, portandomi tra le braccia di Morfeo.











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