32.
Ayame rabbrividì.
Le sembrò, per un attimo, tutto così strano e confuso: come era possibile che sognava una persona morta? Come facevano ad essere in contatto?Ayame istintivamente le chiese, "come... è possibile?" quella domanda le uscì quasi come un sussurro lieve, come se avesse timore nel dare parola ai suoi maledetti pensieri; però così giusti.
La ragazza di fronte a se fece nascere un lieve sorriso sul suo volto, per poi darle la sua tanto attesa spiegazione "sai... lei possedeva questo potere, riusciva ad entrare nella mente delle persone sia per manipolarla ma anche per essere onnisciente"
Un sospiro, "e perché a me? I-io... cioè lei non sa neanche chi sono!"
"Ecco, vedi..." cominciò Maya al suo fianco, tenendole le mani, "evidentemente ha trovato in te un appiglio, una ancóra di salvezza. E' sempre stata una bambina ottimista, desiderosa di voler cambiare tutto questo schifo di cui siamo prigionieri..."
Ci fu un momento di silenzio, Ayame proprio non sapeva cosa dire. Si ritrovava per puro caso in quell'isola e desiderava soltanto aiutare quelle povere persone rese schiave da quel pezzente di Agahnim. Avrebbe voluto tanto conoscerlo e affrontarlo, per toglierlo di mezzo e fargli assaggiare un po' della sua furia; giusto per fargli rendere conto che poteva prendersela con quelli del suo calibro e non con i deboli.
Facile così, no?, pensò la ragazza."Tra l'altro" ricominciò Maya al suo fianco, "soltanto alcuni hanno la coscienza di poter decidere... altri, ovviamente, sono al servizio di Agahnim, incapaci di intendere e di volere... è un incubo!"
"Ma perché non avete provato a scappare?"
Domanda più che lecita che le venne in mente di porre. L'isola non era assolutamente blindata, anzi, dava la parvenza di essere abbastanza libera. Ayame mai si sarebbe resa conto di quanta tristezza e cattiveria, invece, nascondeva.
"Alcuni ci hanno provato, Ayame, con scarsi risultati però. Ecco, devi sapere che se solo provi a fuggire loro ti rintracciano, sanno tutto di tutti e non ci mettono niente a ritrovarti e punirti..." la guardò per un attimo negli occhi, allontanando le sue mani e avvicinandole al suo addome "non hai idea di cosa hanno subìto prima di poter dire di aver provato a scappare. Alcuni di loro... non ce l'hanno fatta"
Ayame notò l'amica avere quasi le lacrime agli occhi per la tristezza con il quale le stava raccontando la loro storia. Si rese conto di star vivendo di nuovo la stessa situazione come in Dressrosa, un enorme gabbia nascosta in un paese pieno di rose e fiori.
Ad un tratto le venne in mente il suo ex capitano, pensò che sicuramente lui se ne sarebbe infischiato e avrebbe proseguito per la sua strada, ma lei non poteva farlo, almeno non dopo tutto ciò che le era stato descritto. Era ignobile.
Era vero, doveva proseguire per la sua strada come aveva effettivamente promesso a se stessa, ma adesso tutto era stato modificato dal destino e... (s) fortunatamente, Ayame, ci credeva fin troppo."Voglio aiutarvi" ammise.
"Lascia stare, Ayame. Il nostro destino ormai è segnato e non c'è nulla che tu possa fare, da sola, poi..." continuò "nessuno è in grado di sconfiggerlo, ha un potente arsenale, schiavi mutanti che per lui sarebbero pronti a tutto, anche morire e... tu, mia cara amica, non sei nessuno in confronto a loro... beh, come me d'altronde"
Le parole di Maya la colpirono parecchio, non riusciva a mettersi totalmente nei suoi panni perché era sempre stata il tipo di persona che avrebbe lottato per tutto ciò che le si sarebbe frapposto contro. Perché non poteva essere uguale anche per loro? Per lei?
Insomma, pensò la bionda, aveva perso sua sorella, molti suoi concittadini.
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SHAMBLES
FanfictionMi posizionai dinanzi a lui e lo vidi sogghignare, "togliti di mezzo, Newgate, non voglio fare del male a nessuno" Quella sua sfrontatezza e sicurezza di se stesso non faceva altro che innervosirmi, volevo soltanto averla vinta io su di lui, dimost...