Capitolo ventidue

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22.


"Non dargliela vinta, non lo merita"
"Ace... io sono qui proprio perché devo scoprire Laugh Tale, sono stata io a dirgli di poter contare su di me"
Pugno di fuoco si irrigidì, volgendo lo sguardo verso l'orso che era accanto a loro inerme. I suoi occhi passavano da un viso ad un altro, come se fossero due palline da ping pong.
"E tu cos'hai da guardare?" chiese abbastanza rude, sbuffando e non permettendo neanche a Bepo di controbattere. Era continuamente innervosito dall'atteggiamento che ogni volta riservava loro, questo lo si notava palesemente se solo lo si osservava bene.
"Vabbè io... vado, devo finire di tradurre questa roba"
"Ti accompagno?"
"No Ace, grazie"





Arrivata nella sua cabina, si sedette e cominciò a trascrivere. Riusciva a tradurre molto velocemente e anche abbastanza bene, rimanendo sempre fedele alle parole scritte in lingua straniera.
La sua penna scorreva veloce sul foglio, i suoi occhi fissi sul quaderno memorizzavano man mano le parole. Ayame iniziò a pensare a quanto, realmente, fossero importanti, soprattutto i Road Poignee Griffe, che erano proprio quei quattro che portavano all'isola tanto attesa. L'unico reale problema era che il quarto ed ultimo, non si sapeva dove fosse ubicato. Certo, avrebbero approdato nell'isola di Wano, chiedendo alla famiglia Kozuki la cortesia di poter copiare il loro, ma il vero pezzo mancante bisognava ancora trovarlo. E, in verità, che Law lo sapesse o meno, ad Ayame preoccupava e non poco. Sospirò e per un attimo posò la penna sulla scrivania, prendendo ad osservare il cielo e perdendosi nei suoi colori vividi. Purtroppo, la sua mente la riportò veloce al suo capitano, facendo sì che rivivesse tutti i momenti passati insieme, dal "novellina-ya" fin ad arrivare ai momenti più intimi.
Che Ace, invece, fosse geloso marcio di Trafalgar, ormai, lo avevano capito anche i muri e fortunatamente anche la ragazza, solo che lei non ricambiava minimamente ciò che, invece, il corvino provava nei suoi confronti.
"Ho sbagliato tutto..." bofonchiò, ripensando al bacio avuto con pugno di fuoco. Lo aveva fatto... perché? Forse perché non aveva contatti con un uomo da parecchio tempo? O forse perché in quel momento lo desiderava?
Scosse il capo e si richiamò al dovere, "devo ammettere che non faccio altro che pensarlo, mi da dannatamente fastidio" si alzò in piedi, girando per la stanza, "non posso, non posso provare attrazione per quell'animale" sbuffò, non concependo minimamente il pensiero "cioé... dovrei provare dei sentimenti per Ace, al massimo, è sempre stato come un fratello per me!" poi sembrò realizzare: un fratello.
Chiuse il suo quaderno e lo portò con sé, per darlo al suo capitano.
"Così, almeno per un po', non aprirà quella ciabatta che si ritrova al posto della bocca"








"Bene, sei pronta mia cara Ayame?" domandò sornione Bepo, non essendo più nella pelle nel dover aiutare la sua amica.
"Sono pronta!"
"Cominciamo, allora, proprio con il cercare di sviluppare il tuo haki dell'armatura, così da riuscire a padroneggiarlo"
La bionda annuì e seguì tutto ciò che il visone le ebbe da dire. Iniziarono addirittura a combattere, tant'è che l'orso notò quanto effettivamente la ragazza fosse capace ed in gamba.
"Il capitano sa ciò che fa" sussurrò a se stesso Bepo, sferrando un attacco alla bionda.
Dopo una buona ora, i due erano sfiniti: erano al limite delle loro forze e l'orso, dovette riconoscerle, che era stata davvero brava.
"Sono fiero di te, ma sappi che devi farne di strada... ho dato la parola al capitano che ti avrei migliorata ed io lo farò!"
Ayame gli sorrise ed annuì, osservando il suo braccio che tornava alla tonalità normale di colorito che aveva la sua pelle. Si sentiva più capace ora che stava capendo le dinamiche di alcune cose. Non conosceva minimamente al cento per cento i suoi poteri e aveva il desiderio immane di farlo, di diventare una forte piratessa degna del nome che portava. Voleva che tutti conoscessero il suo potenziale, che chiunque, all'udire del suo cognome, la riconoscesse per via personale e non di suo padre Barbabianca.
Bepo la risvegliò dai suoi pensieri e le mise una zampa sulla spalla, fissandola in modo dolce "credo in te, così come il capitano Law"








"Capitano, capitano Law! Vedo l'isola di Wano!" esclamò veloce Shachi, mandato da Bepo il quale era al timone del sottomarino.
Il corvino lanciò una occhiata veloce a tutto il suo equipaggio ed annuì, alzando poi lo sguardo sulla figura di Ayame, la quale gli sorrise pronta per approdare e lasciandogli poi il suo quaderno d'appunti.
"Oh, finalmente ce l'hai fatta vedo" la provocò, solo che questa volta la ragazza non stette al gioco.
"Lieta di esserle stata d'aiuto, capitano" disse l'ultima parola con una tale ironia che a Law quasi non venne voglia di sbraitare e creare una room per farla sparire letteralmente.
"Spero che siano giuste queste traduzioni, non vorrei che ci facciano sbagliare" continuò ancora, perché in fondo, si divertiva come non mai nello stuzzicarla e vedere fin dove lei potesse rimanere inerme dinanzi al suo cospetto.
Ayame, comunque, sembrò non cedere, inarcando il sopracciglio destro e incrociando le braccia al petto, "non mi risulta che abbia mai sbagliato destinazione, o sbaglio mio capitano?"
Law si rese conto di come, ancora una volta, lo stesse prendendo in giro affibbiandogli quell'aggettivo possessivo.
"Mai dire mai"
Si alzò in piedi e le passò accanto, spintonandola lievemente con la spalla destra e guardandola sott'occhio. Entrambi ghignarono, pensando di averla avuta vinta sull'altro.
Shachi, Ikkaku e Penguin assistettero a tutta la scena, rimanendo imbambolati di fronte a quei botta e risposta assurdi che ogni volta dovevano sorbirsi.
"Io non capisco cosa ci trovi in lei" esordì la mora, sbuffando e guardando il capitano uscire dalla stanza comune.
"Che intendi dire?"
"Beh... guardali" fece cenno con il capo "è così evidente quanto provino attrazione l'uno per l'altra"
Shachi ridacchiò, "Ikkaku, non pensavo ti piacesse il nostro capitano"
Al ché attaccò Penguin, "qui qualcuno si è preso una cotta"
"Smettetela, idioti. Sapete che ci tengo parecchio a Law... e lei... non fa per lui, ecco"
Bepo trucidò i tre con uno sguardo, "finitela di fare comunella e mettetevi a lavoro, dobbiamo approdare sull'isola! Non abbiamo tempo da perdere"








CHIEDO PERDONO.

Per tutti coloro che seguono la storia mi scuso vivamente per aver aggiornato dopo così tanto tempo ma purtroppo in questo periodo tra università e lavoro non sono davvero capace di aggiornare in tempo. Come avrete letto questo è puramente un capitolo di passaggio. Aggiornerò il prima possibile, ve lo prometto.
Grazie a tutti coloro che mi seguono, che commentano e che hanno messo nei preferiti la mia storia.

Grazie tante.

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