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Kirishima

Dopo quella conversazione con Bakugo, le cose sono andate ancora meglio, sia tra noi che dentro di me.
Sentirlo aprirsi così tanto insieme a quella sensazione di gioia provocata dall'essergli in qualche modo utile, mi hanno portato a chiedere di più aiuto.
Non è affatto facile esternare così tanto la propria difficoltà e a tratti disperazione, ma grazie a lui sono riuscito più volte a parlare prima che tutto crescesse così tanto da farmi esplodere.
Devo solo ancora superare il leggero senso di colpa di ricevere così tanto supporto, soprattutto quando lui nella pratica ha fatto tutto da solo, ma so di poterlo e doverlo fare, quindi va bene così.
Abbiamo anche creato una sorta di segnale per i momenti d'emergenza, oltre che per permettergli di monitorare le mie emozioni senza farmi parlare.
Se siamo vicini, mi aggrappo alla sua spalla, e lui capisce che sto iniziando a star male, mentre ci poggio soltanto la mano se è semplicemente qualche pensiero a preoccuparmi.
Altrimenti, se siamo divisi come in classe, catturo in qualche modo la sua attenzione e indico con le dita il livello di dolore.

Mi piace molto quest'idea che abbiamo sviluppato man mano, anche se non sempre riesco ad usare persino questo, ma pian piano miglioro anche nell'utilizzo.
Spesso gli ho proposto di adottarlo anche lui, mi renderebbe felice aiutarlo e allieterebbe un po' quella sensazione di colpevolezza, ma lui dice sempre che sta bene ora e non ne ha bisogno.
So che non mente, ormai ho imparato a conoscerlo e riesco a leggere tra le righe della sua mente, oltre che ad aver raggiunto con lui un alto livello di sincerità, ma desidero ancora di poter fare qualcosa per lui.
E non solo per l'egoistica voglia di rendermi utile. Affatto.

Un giorno però i miei desideri sembrano avverarsi, anche se ovviamente, a parte tutto, non vorrei mai che soffrisse.

Era appena iniziata la lezione e Aizawa stava riconsegnando delle verifiche di qualche giorno prima.
A me era andata stranamente bene, sicuramente meglio del previsto, ma appena porge a Bakugo la propria, vedo il suo volto incupirsi e il mio sorriso si spegne col suo.
<<Sono un po' deluso da te, mi aspettavo molto meglio>> commenta il professore, e sentendo crescere la rabbia posso solo immaginare quanta ne stia provando lui.
Temo già la sua reazione, invece vedo solo i suoi pugni stringersi e l'espressione irrigidirsi.
Vorrei replicare al suo posto, ma evito per non dargli fastidio e non alimentare quell'istinto che probabilmente si sta sforzando tanto di reprimere con la quiete.
Subisce ogni colpo e rimane in silenzio; continuo a guardarlo per cercare di incrociare il suo viso, finché è lui a venire verso il mio.
Incontra i miei occhi e, indugiando più volte, riesce a mostrarmi tre dita della mano: il nostro codice, da quel momento ancora più nostro e non solo mio.

Lo incoraggio a venire fuori con me dopo un lieve segno l'assenso da parte di Aizawa e lo sorreggo fino al corridoio.
Appena chiudo la porta, si lascia andare con un pugno contro la parete, al che mi giro subito verso di lui.
<<Hey, fai piano, va tutto bene...>> tento di dire prendendogli il viso tra le mani, cercando il suo sguardo che evita completamente il mio. Ammetto che mi spaventino le sue perdite di controllo e temo ogni mio possibile gesto per le sue eventuali reazioni, ma mi rendo conto che sia già tanto averlo convinto così facilmente a lasciarmi aiutarlo, e dopo quanto ha fatto con me sono pronto a qualsiasi cosa per lui.

Invece sembra essere proprio ciò di cui avesse bisogno.
Si blocca sotto il mio gesto, dandomi solo per un attimo la visione delle sue lacrime prima che nasconda il viso contro la mia spalla, avvolgendomi il busto con le braccia.
Rimango anch'io immobile per un momento, stupito dal vederlo piangere quasi sicuramente per la prima volta, ricambiando poi quell'abbraccio con tutta la forza che posso.
<<Sfogati, va tutto bene...>> gli sussurro con calma, quasi improvvisando per la situazione inaspettata, ma sapendo perfettamente cosa fare anche grazie a lui.
Continua a piangere cercando di trattenersi, così proseguo con ogni tentativo possibile per rassicurarlo.
<<Hai ragione a reagire così, non è stato affatto bello quello che ti ha detto. L'ha fatto forse per spronarti, ma tu sai già ciò che devi fare e non cambia nulla: sei sempre tu, perciò qualsiasi cosa ti riguardi sarà sempre perfetto. Non hai sbagliato nulla e mai potresti, perché se sei tu a farlo va sempre bene a prescindere>>
Ammetto che forse ho parlato troppo, come al solito, e magari non c'era nemmeno nulla di sensato in quell'ondata di parole... eppure sono sembrate andare a segno, nonostante il suo immediato incremento del pianto mi abbia fatto temere il contrario.
<<Grazie>> quasi sussurra dopo qualche singhiozzo più forte, tenendomi stretto a sé.
Accenno un sorriso e continuo ad accarezzargli i capelli <<Non ho fatto nulla, grazie a te di essere fantastico come sei>>
Lui scuote la testa sulla mia spalla, tirando su col naso.
<<Come no? Certo che lo sei->> controbatto subito, ma lui mi interrompe per correggermi.
<<Non è vero che non hai fatto nulla... sei il primo che voglia starmi accanto anche in questi momenti... e il primo a cui lo permetta>>
Sorrido alle sue parole, sfiorando anch'io le lacrime per quella confessione.
<<Sono onorato di esserlo, grazie di lasciarmelo fare>>
Bakugo scuote ancora lievemente la testa, alzandola poi per fissare il suo sguardo nel mio.
Mi incanto ad osservarlo: è bello anche in queste condizioni.
<<Grazie a te di... esserci>>
Sorrido per l'ennesima volta ma non è difficile farlo con lui, e trovo io coraggio di prendergli le guance e scorrere piano i pollici sotto le sue palpebre arrossate e ancora umide.
<<Ci sarò sempre>>

Come risposta, lui non esita a sporgersi verso di me liberandosi dalla mia presa, ricambiando così con un bacio in cui sento tutte le parole con cui voleva replicare... ma così fanno molto più effetto.

[𝘶𝘯]𝘣𝘳𝘦𝘢𝘬𝘢𝘣𝘭𝘦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora