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Kirishima

Non riesco a mettere subito a fuoco la voce che mi ha appena parlato, ma mi affretto a replicare.
<<S-sì.>> balbetto, suonando più come una domanda che come una risposta, facendomi scappare un altro singhiozzo, distratto dal continuare a ragionare.
Di colpo realizzo, non riuscendo però a capacitarmene per il fatto che mi abbia chiamato per cognome. Poi me ne convinco, non può essere altrimenti: dall'altra parte della porta c'è proprio Bakugo. E la sua voce sembra non essere fatta per pronunciare i nomi delle persone.
<<Tutto... okay?>> mi chiede e la situazione mi sembra ancora più surreale: lui che non si rivolge a me col solito soprannome, che si preoccupa per me... e che forse è venuto qui apposta per cercarmi? No, impossibile.
Se anche fosse qui per caso, però, avrebbe benissimo potuto far finta di nulla. Sono ancora più in confusione di prima.
<<Oi>> mi richiama non sentendomi rispondere <<che hai?>>
Dovrei approfittare della sua presenza e farmi aiutare o continuare a far finta di nulla?
Non voglio mostrarmi così debole, specialmente davanti a lui, ma sto troppo male per fingere in questo momento, anche se mi vergogno ad ammetterlo.
<<N-non respiro...>> dico in un sussurro <<però s-sto bene>> mi sbrigo ad aggiungere cercando di tenere duro, sussultando ancora tra le due frasi.
<<Apri la porta.>> dice serio e io mi arrendo dal controbattere, non avendo né la forza e né il coraggio di mettermi contro di lui.
<<A-aspetta...>> mormoro cercando di allungarmi il più possibile a sganciare la serratura della porta. Non faccio in tempo ad aprirla che lui la spalanca rapidamente, entrando e riaccostandosela alle spalle, per poi inginocchiarsi davanti a me.
<<Hey, guardami.>>
Alzo lo sguardo con un misto di timore e imbarazzo, fino a puntarlo su di lui, che mi appare sfocato a causa delle lacrime.
<<Respira con me, okay?>>
Io annuisco, anche se non ci sto capendo nulla e sento il mio corpo tremare ancora. Inizia a prendere dei profondi respiri invitandomi a seguirlo e tento di farlo, chiudendo gli occhi e poggiando la testa all'indietro.
<<Bravo, così...>>
Mi viene sempre più il dubbio che questo di fronte a me non sia il vero Bakugo, ma allo stesso tempo mi dà la conferma che la sua versione autentica sia più simile a quella che ho davanti rispetto all'altra con cui sto in classe tutti i giorni, secondo me solo di copertura, cosa di cui sono sempre stato convinto.
Prendo un ultimo respiro, più lungo e profondo dei precedenti, e sento il cuore iniziare a rallentare, così riapro piano gli occhi e lo sguardo mi cade inevitabilmente su di lui, quindi lo distolgo rapidamente riabbassando la testa.
<<Meglio?>>
Annuisco a testa bassa, mormorando un "grazie" prima di rialzare timidamente lo sguardo con un sorriso riconoscente. Lui si rimette in piedi senza dire nulla e ci rimango un po' male ma poi lo vedo porgermi una mano senza guardarmi, tenendo la testa girata di lato. Sorrido di nuovo e la prendo, scorrendo l'altra mano lungo il muro dietro di me per alzarmi. Appena sono in piedi lui esce dal bagno e così faccio anch'io, non trovandolo già più. Getto una rapida occhiata verso la porta e mi dispiaccio nel non vederlo nemmeno lì; decido di darmi una sciacquata al viso ed esco. Mi dirigo verso la classe per recuperare lo zaino, quando sento la sua voce fermarmi.
<<Te l'ho preso io.>>
Mi volto e lo vedo poggiato al muro del corridoio, con accanto il mio zaino.
<<Ah, grazie!>> rispondo avvicinandomi. Mentre lo prendo dal pavimento lui comincia ad incamminarsi verso le stanze e lo raggiungo fino a stare al suo stesso ritmo. Cammino al suo fianco a guardo basso, leggermente agitato dalla sua presenza e da quel silenzio scandito unicamente dal rumore dei nostri passi.
<<È la prima volta?>> mi chiede improvvisamente. Alzo lo sguardo, non riuscendo però a portarlo su di lui.
<<Cosa?>> rispondo, pur sapendo si riferisca a ciò che è appena successo. Ogni volta che parlo con lui ho sempre la terrificante sensazione che stia per arrabbiarsi da un momento all'altro.
<<L'attacco di panico.>> mi dice invece in tono calmo, anche lui senza guardarmi.
<<Non... non era nulla>> balbetto <<stavo solo piangendo...>> aggiungo a bassa voce, vergognandomi per la bugia quasi quanto per la verità.
Non so nemmeno perché stia continuando a mentire davanti all'evidenza.
<<Guarda che lo so che era un attacco di panico, non devi mica nasconderlo.>>
<<Come fai a saperlo con così tanta sicurezza?>> chiedo ridendo quasi per prenderlo in giro, pentendomene non appena vedo il suo volto incupirsi ancora di più e, dopo aver esitato, mi dà una risposta che mai mi sarei aspettato da lui.
<<Ne ho sofferto anch'io.>>

[𝘶𝘯]𝘣𝘳𝘦𝘢𝘬𝘢𝘣𝘭𝘦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora