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Bakugo

Non sono per niente tranquillo a lasciarlo solo perché so che non sta bene, e non intendo fisicamente.
Ma voglio comunicargli che gli credo e mi fido di lui, che deve essere lui a parlarmi quando sente di farlo... anche se forse dovrei essere io a spronarlo, perché non è abituato ad aprirsi.
Però insistere potrebbe sortire l'effetto opposto, quindi preferisco assecondarlo e stargli accanto per intervenire ai suoi cedimenti. Ormai lo so, andrà bene.
Negli ultimi giorni lo vedo meglio, ma non ho mai voluto sottolinearlo perché notare certe cose spesso può paradossalmente far male, nonostante l'intenzione positiva.
Però sono davvero felice dei suoi risultati, anche se ho paura che sia solo ciò che appaia e possa nascondere il resto, oltre che la probabile ricaduta prevista dopo la salita.
Ma sarò lì per lui, non si farà male.
Anche se temo stia accadendo in questo momento.

Quando entro gli altri del gruppo mi chiedono dove sia Kiri e non sospettano altro oltre al mal di testa della mia risposta, anche se forse qualcosa si è acceso anche in loro.
Bisognerebbe essere ciechi per non cogliere gli altri indizi, che più che minime tracce sono palesi soluzioni, di cui sono sicuro siano a conoscenza.
Non sono stupidi e nemmeno menefreghisti, tengono a lui e sicuramente sono preoccupati, forse non sanno semplicemente come parlargli... ma se ci si aspettasse che sia Kiri stesso a chiedere aiuto sarebbe la fine, ha bisogno di intervento esterno.
Sono felice di saperlo almeno io e non lasciarlo solo, ma forse dovrei informarli.

Inizia la lezione e cerco di concentrarmi solo su quello, mettendo via ogni inutile paranoia fino a convincermi che sia davvero tutto sotto controllo.
Ma quella preoccupazione si riaccende quando trovo il suo messaggio appena riprendo il telefono.
"Hai già finito?"
Sa benissimo gli orari delle lezioni, infatti la campanella suona proprio in questo momento ed è ovvio che stesse aspettando il termine dell'orario, entrambe cose che mi fanno sospettare ancora di più.
"Ora, sto arrivando"
Digito mentre già mi avvio verso l'uscita, ma vengo bloccato da Mina e gli altri, che concretizzano l'impressione di quella mattina.
<<Bakugo, senti... visto che avete legato tanto ultimamente, sai se... Kiri sta bene?>> mi chiede lei preoccupata, e gli occhi degli altri domandano lo stesso attraverso la sua voce.
Hanno l'aria di averne parlato insieme e averci riflettuto molto e la cosa mi rassicura, anche se nel profondo mi viene inevitabilmente da pensare che avrebbero dovuto agire prima.
Non voglio risultare presuntuoso (anche se non nascondo che spesso mi piace), ma senza di me Kiri sarebbe rimasto solo e chissà che sarebbe successo.
Ma forse proprio perché c'ero io hanno preferito non intromettersi.
Meglio non pensarci ormai, bisogna agire e basta, focalizzarci solo su di lui.
Sospiro e mi poggio al banco dietro di me. <<No... credevo ve ne avesse parlato>>
So che non è così, ma voglio sottolinearlo. Non dovrei essere cattivo, almeno ora, ma è più forte di me.
Vedo la loro espressione segnata dal concretizzarsi del loro timore già certo, mentre scuotono piano la testa dopo essersi scambiati sguardi tra loro.
<<No, non sappiamo nulla>> conferma Kaminari. <<Cos'è successo?>>
<<Penso dovreste parlarne con lui>> replico semplicemente, sia per lasciarli agire ma soprattutto per affrettarmi a raggiungerlo. E proprio in quel momento sento il telefono vibrarmi in tasca, lo sfilo e vedo che mi stia chiamando.
<<Lo faremo, grazie>> accetta Sero annuendo deciso, seguito dagli altri.
<<È lui, vado>> comunico senza perdermi in troppi convenevoli, cosa che li sorprende ma non troppo, ormai sono abituati a me.
<<Ah, certo, facci sapere>> si affretta ad aggiungere Mina e annuisco verso di loro mentre sono già sulla porta.
<<Hey, sto arrivando>> rispondo appena esco, preoccupato da come potrei sentirlo.
Dev'essere grave se mi ha addirittura chiamato dopo avermi scritto.
<<Mmh... scusa>> sussurra sforzandosi palesemente di trattenere le lacrime, al che accelero di più il passo.
<<Non devi scusarti di nulla, sono qui, arrivo subito>> lo rassicuro parlando con calma, tentando intanto di tranquillizzarlo come posso attraverso le parole, in attesa di raggiungerlo.
Rimane in silenzio, tranne che per qualche singhiozzo, perciò cerco di continuare a parlare per distrarlo.
<<Kiri, hey... va tutto bene, respira>>
<<Mmh>> mormora ancora in segno di assenso e lo sento tentare di interrompere quella rapida serie di respiri, almeno per un attimo.
<<Eccomi, sto entrando>> lo avviso una volta arrivato finalmente davanti alla stanza, affrettandomi ad aprire.
Una volta dentro, lo trovo rannicchiato sul letto con le spalle contro la parete e le ginocchia strette al petto.
Lascia cadere il telefono accanto a sé, guardandomi timoroso con gli occhi pieni di lacrime e il viso arrossato.
Senza nemmeno darmi il tempo di dire nulla, mi mostra una mano tremante con tutte e 5 le dita alzate: il codice.
Lo so, vorrei rispondergli.
Avevo già capito tutto.

[𝘶𝘯]𝘣𝘳𝘦𝘢𝘬𝘢𝘣𝘭𝘦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora