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External POV

È di nuovo sera e ne sono passate molte altre da quello scambio tra Kirishima e Bakugo, dopo cui le cose tra i due sembrano essersi evolute, trasformazione percepibile solo nei rari ma importanti momenti in cui il biondo dimostra di non aver affatto dimenticato la complessità della situazione dell'altro.
Nonostante durante il giorno dimostri la propria preoccupazione semplicemente con frequenti e circospetti sguardi che lancia al rosso, l'esempio più lampante della sua attenzione nei suoi confronti è visibile proprio a fine giornata. Più di una sera, infatti, è stato proprio lui a bussare alla parete che li divide, sentendo singhiozzi provenire dall'altro lato. Kirishima, dopo le prime volte, ha risposto con altri due tocchi ai soliti primi suoi, come hanno ormai preso l'abitudine di fare, per fargli sapere che stesse bene.
Anche se Bakugo non ci crede mai.
Successivamente ad ogni volta che avviene questo scambio, Kirishima cerca di essere sempre il più silenzioso possibile, specialmente dopo quello accaduto più recentemente, in cui il biondo si è sentito costretto ad accompagnare i soliti due tocchi con altro, percependo il suo pianto più forte del solito.

<<Oi, Shitty Hair, stai bene?>> gli aveva infatti chiesto e Kiri si era già bloccato di colpo sentendolo battere contro il muro, pietrificandosi ancora di più a quella domanda.
<<Sì, tutto okay>> aveva risposto, non sapendo nemmeno lui come avrebbe potuto credergli, ricevendo conferma di non averlo convinto dai numerosi sguardi che gli aveva rivolto in classe la mattina successiva nonostante avesse finto di fidarsi delle sue parole.

Questo momento della giornata, infatti, è il peggiore per Kirishima, poiché è quello in cui tutto si spegne e lui si ritrova da solo con i suoi pensieri, in cui spesso finisce per anneggare.
E anche questa sera è così.
Non è affatto la prima volta che si sente in questo modo e tutte quelle passate ha cercato di resistere, finendo per soffocare da solo quel dolore prima che fosse esso stesso a farlo con lui; ma in questo caso la voce dei pensieri che urlan nella sua testa sembra essere più forte. Cerca di sopprimerli con tutte le sue energie, che sembrano però man mano più deboli contro quelle grida e che cominciano a mancargli per l'incessante battaglia.
Catturato in quella spirale sempre più stretta, vorrebbe farsi male e arrendersi al nemico, attivando il quirk e puntando già al proprio polso, come gli è capitato di fare in passato, ma trattenuto ora da quel pizzico di lucidità che non credeva assolutamente di avere e che sa che non durerà ancora per molto.

Da quando gliel'ha detto, non è mai stato lui a bussare per primo a Bakugo: si è ritrovato più volte sul punto di farlo, finendo però col fermarsi sempre prima, sforzandosi di controllare da solo quei turbini di pensieri; ma stavolta è talmente disperato da farlo senza quasi pensarci.

Dà un paio di deboli tocchi contro il muro, il secondo leggermente più sicuro, ma l'esitazione torna ad aumentare quando non sente rispondere. Se la situazione fosse diversa, più gestibile, lascerebbe perdere; ma se lo fosse non ci avrebbe nemmeno provato e ciò gli fa capire quanto sia spaventato.
Il fiato comincia a mancargli e fa un altro tentativo, con più forza.
Ancora nulla.
Sebbene da un lato si senta perso, dall'altro è quasi contento di non aver ricevuto risposta, dato che parlare attraverso la parete avrebbe sicuramente fatto trasparire la sua disperazione che è certo avrebbe cercato inutilmente di celare.
E ancora una volta, in questo caso si sarebbe volentieri arreso, ma riesce a cogliere quell'attimo di ragione mista a disperazione prima che lo abbandoni completamente e prende il cellulare per scrivergli.

Bakugo non riesce a sentirlo bussare a causa delle cuffiette, ma nota subito arrivare il suo "hey" digitato con dita tremanti e si blocca col pollice sospeso sullo schermo del telefono e lo sguardo fisso su quel messaggio.

"Che vuoi?" risponde col solito tono, sospettando però che qualcosa non vada.

"Sei in camera?" scrive subito non riuscendo a formulare altro di più sensato, trattenendosi dallo scrivere direttamente "ti prego, tienimi occupato prima che mi uccida".

A quella domanda che lo confonde e preoccupa ancora di più, Bakugo si sfila una cuffietta e si avvicina di più al muro, mettendosi in un attento ascolto che gli restituisce i singhiozzi strozzati che provengono dalla sua camera, come si aspettava.

"Sì, perchè?" digita ancora dopo un sospiro, curioso di sapere quanto Kirishima possa spingersi nelle profondità della menzogna, cosa che capisce quando riceve in risposta un "Nulla" accompagnato però da un altro singhiozzo, più attutito dei precedenti, probabilmente per la conferma della sua presenza.

<<Oi, stai bene?>> chiede stavolta verso la parete e sentendolo l'altro sussulta.
<<Sì>> risponde subito sforzandosi di contenere il pianto, invano. Senza dire altro, Bakugo si alza con un altro sospiro dopo aver abbandonato l'altra cuffietta e il cellulare sul letto, uscendo poi dalla camera. Kirishima si immobilizza nel tentativo di prendere un'altra boccata della sua voce, nella nascosta paura che l'altro possa in qualche modo avergli creduto: altre volte sarebbe stato il suo obiettivo, ma ora non sa nemmeno lui ciò che potrebbe fare se rimanesse ancora solo. Mentre scivola di più nel panico a quel pensiero, sente bussare alla propria porta.
<<S-sì?>> risponde sollevato dall'eventuale speranza che sia proprio lui.
<<Sono io>> conferma Bakugo come se l'avesse sentito, facendo già per entrare senza aspettare un suo consenso.
Kirishima accenna un debole sorriso tra le lacrime; <<V-vieni>> mormora, ma l'altro è già dentro pronto a soccorrerlo.

[𝘶𝘯]𝘣𝘳𝘦𝘢𝘬𝘢𝘣𝘭𝘦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora