Capitolo 1

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1 settembre


"Hey!" Dico a Johanna indicandole il peluche di un castoro dietro una vetrina.

"Hai ventuno anni e pensi ancora ai peluche?" Mi dice lei ridendo.

La guardo.

"Ma che! Non è che lo voglio, ma...non ti ricorda nulla?"

Lei resta immobile, lo prendo come un no.

"Avevo un peluche identico da piccola, quello con cui giocavamo sempre."

Lei sorride, segno che si è ricordata.

"Qualche bastardo però me lo ha rubato al parco, ricordi?"

"E come dimenticarlo...Che ne dici di comparlo? Tanto per ricordare il tuo vecchio amico."

Io rifiuto, era un peluche che mi accompagno' per tutta l'infanzia, era un regalo che mi fece una mia vecchia amica che però ora si è trasferita a Roma.

"Dai su, muoviti. Siamo qui per altre cose." Dice mente mi fa segno di seguirla.

Mi sono dimenticata di presentarmi! Mi chiamo Linda Ostuni, ho 21 anni. Sono abbastanza alta, magra. Ma non come quelle modelle anoressiche. Adoro i miei capelli, sono lunghi e si mischia con il biondo e il castano, pieni di ondine su ogni ciuffo. I miei occhi sono marroni e tutti i miei amici mi dicono sempre che quando mi arrabbio sembrano quelli di una tigre, meraviglioso. Abito a Milano.

"Linda!" Dice Johanna mentre entra in un negozietto del centro commerciale. "Queste sono le scarpe di cui ti parlavo."

Sono nere, con una catena attaccata che si può mettere sia davanti sia dietro.

"Bene, comprale e andiamo."

Neanche il tempo di dirlo che già si trova alla cassa a pagarle.

"Ti piace fare shopping, Johanna?"

"Dipende con chi sono. Se sono con te si, se sono con mia madre...no. Non voleva nemmeno comprassi queste scarpe, insomma, guarda quelle che porto ora!"

Guardo le scarpe che ha da un anno, sono molto rovinate e sporche.

Mi trascina fuori dal centro commerciale e senza preoccupazione se le toglie, le butta in un bidone li accanto e si mette le nuove.

"Fanculo."

Rido e ci dirigiamo alla macchina.

Mi fermo.

"Che hai?" Chiede la mia amica.

"Mi sono dimenticata il cellulare sul tavolo nel centro commerciale!"

"Che testa Linda, sbrigati."

Corro dentro il centro commerciale e mi dirigo sul tavolo dove venti minuti fa avevamo mangiato.

Un ragazzo lo tiene in mano, mi vede che vado verso di lui e mi chiede:

"E' tuo?"

Io sorrido. "Si, è mio."

Lui ricambia il sorriso e mi dice che poco fa dei ragazzini aveva provato a prenderlo.

"Grazie, non so cosa farei senza di questo..." Dico prendendolo.

"Piacere, Leonardo." Mi dice.

"Linda." Rispondo io.

Ha degli occhi stupendi. Lui è stupendo.

Ci fissiamo per 10 secondi quando qualcuno interrompe il silenzio.

"Linda." E' Johanna. "Mi ha chiamato mia sorella, dice che devo andare da lei...non posso riportarti a casa."

"Cazzo..." dico io stringendo i denti. "Di certo non me la posso fare a piedi."

Il ragazzo accanto a me interviene. "Posso riportarti io se vuoi."

Prima che io possa rispondere, Johanna lo guarda da capo a piedi e poi si rivolge a me. "Scommetto che sei arrivata qui e c'era questo ragazzo che ti ha restituito il telefono. Giusto?"

Annuisco e poi senza pensarci due volte accetto la richiesta fatta da Leonardo.

"Ci sentiamo Linda." E se ne va.

Metto il cellulare nella tasca mentre esco fuori dal centro commerciale insieme al ragazzo e una volta in macchina gli chiedo:

"Che ne dici di presentarci meglio?"

Lui sorride. "Mi chiamo Leonardo Decarli, vengo da Civitavecchia e ho 23 anni. Tu?"

"Io sono Linda Ostuni, vengo da Torino e ho 21 anni." Poi aggiungo: "Grazie del passaggio, sarei nella merda se non ci fossi stato tu."

Dopo mezz'ora di macchina arriviamo davanti a casa mia. Scendo dall'auto, cosi come fa lui.

"Linda." Mi dice dandomi un foglietto con su scritto un numero. "Tieni il mio numero di telefono, cosi. Tanto per sentirci." Non faccio nemmeno in tempo a dire GRAZIE che un ragazzo ci interrompe dicendo a Leonardo:

"A Leo, chi è questa ragazza?" Chiede, poi mi guarda.

"Simo è una ragazza che ho riaccompagnato qui a casa sua dal centro commerciale."

Lui ride. "Certo, come no... Che ci nascondi??"

Leonardo gli ripete che mi ha solo riaccompagnata a casa.

"Ora lo dico subito agli altri." Dice il suo amico prendendo il telefono.

Io vado da lui, gli prendo il telefono e chiudo la chiamata che era appena partita.

"Mi ha solo riaccompagnata a casa, Simone o come cazzo ti chiami." Gli restituisco il telefono. "Problemi?"

Lui scuote la testa. "No, nessuno."

"D'accordo." Dico io. "Magari ci sentiamo Leonardo, ora devo andare."

Entrambi ci salutiamo.

Mi chiedo se avrà una ragazza. Un ragazzo come lui non puo' non avercela.

Lo Zero Che Crea L'infinito. (FF Su Leonardo Decarli)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora